Come trascorrete la vostra quarantena? Se volete approfondire alcuni argomenti sul management, la storia della mixology o liquoristica, ecco le copertine da cui iniziare a farvi una cultura consigliate dagli imprenditori e bar manager Flavio Angiolillo, Francesco Galdi, Cristian Lodi e Guglielmo Miriello.
Prendete quattro bartender uniti tra loro dalla grande passione per la lettura. Shakerate le loro esperienze professionali e passioni e ne trarrete 10 libri per mixologist che arricchiscono il panorama della cultura del buon bere.
In tempo di quarantena causa Coronavirus, alcuni di loro si sono sfidati a colpi di lettura proponendo il meglio della propria biblioteca in un social challenge. Noi di Coqtail Milano, dopo aver letto le loro opinioni, vi diamo qualche suggerimento qua sotto.
Ecco 10 libri per mixologist da leggere assolutamente
Libri per mixologist: la parola a Flavio Angiolillo
Bartender e imprenditore, oltre a contare i cocktail eseguiti e ideati dietro al banco dei suoi numerosi locali di Milano (uno di questi, il 1930, è entrato tra i World’s Best Bar), Flavio Angiolillo calcola i libri della sua personale biblioteca e ve ne consiglia un paio (+1) da non perdere.
1. Amari e Bitter – Storia e produzione dagli speziali ai bartender di Fulvio Piccinino, (Graphot editrice).
Di cosa tratta: Partendo dalla lettura di testi alchemici e rinascimentali, approfondendo i manuali di noti liquoristi italiani e stranieri e studiando le pubblicazioni del secondo dopoguerra, Piccinino sottolinea nel suo libro l’incredibile evoluzione che Amari e Bitter hanno avuto nel tempo.
Come un viaggio nel vasto universo di questi due prodotti, l’autore analizza i cambiamenti della società e dei suoi stili di consumo attraverso una mappa fatta anche di immagini e cocktail, ingredienti e metodi produttivi.
L’opinione del bartender: Pochi sanno che cos’è un vero “amaro” e questo è incredibile visto che l’Italia ne è la patria indiscussa. Piccinino, considerato tra i massimi esperti della tradizione liquoristica italiana, ne chiarisce ogni aspetto nel suo Amari e Bitter. Da leggere assolutamente!
2. Il Vermouth di Torino di Fulvio Piccinino
Se la scrittura dell’autore vi ha catturati cercate anche l’introvabile “Il Vermouth di Torino”. Per chi vuole conoscere le nuove normative sul vermouth e approfondire l’argomento su questo alcolico.
3. The Old-Fashioned di Robert Simonson, (Ten Speed Press).
Di cosa tratta: Come una famula magica composta da whisky, angostura bitter, zucchero e ghiaccio, l’Old Fashioned ha lasciato e lascia con le sue dozzine di variazioni, un segno nella lunga storia della mixology.
Simonson, illustre penna del New York Times, soprannominato anche “Our Man in the Liquor-Soaked Trenches”, non ha dubbi: se realizzato correttamente secondo le sue specifiche originali, l’Old-Fashioned è un cocktail che non ha rivali.
Nella prima parte del libro troverete la sua storia e la sua evoluzione fino ad arrivare ai giorni nostri. Nella seconda, storie e citazioni tratte da tonnellate di fonti, tra cui alcune guide di bar ormai dimenticate o vecchi giornali di Brooklyn, Chicago, Wisconsin e Pennsylvania.
L’opinione del bartender: Robert Simonson ritiene che nella storia dei cocktail non ci sia un altro drink così iconico, amato e discusso. Leggete il suo libro e scoprirete perché ha ragione!
Libri per mixologist: cosa ne pensa Francesco Galdi
Corporate Beverage Manager del Buddha Bar Group, Francesco Galdi gestisce 40 bar, divisi in più di 20 Paesi nel mondo. Ma è anche il portabandiera della mixology italiana: un bartender dalla cultura ampia e variegata alla continua ricerca di nuovi mercati, gusti e tradizioni.
Non vi basta? Conoscetelo attraverso i libri che consiglia, non ve ne pentirete.
4. Gastrophysics: the new science of eating di Charles Spence, (Viking)
Di cosa tratta: Frutto di 20 anni di esperimenti tra cibo e sensi, il professore di psicologia sperimentale di Oxford, Charles Spence, ha pubblicato nel 2017 il suo Gastrophysics.
Secondo la nuova scienza cibo e bevande si gustano con tutti i cinque sensi che, se adeguatamente stimolati attraverso profumi, colori, musica, ambiente, reagiscono in modo positivo (o negativo) alla scelta e all’acquisto di determinati alimenti e bevande.
L’opinione del bartender: Un curioso sguardo verso quello che fa di un locale un gran locale, ovvero l’esperienza. Lo consiglio a chi ha già imparato tutto dai grandi classici e si sta preparando a fare il salto di qualità.
5. Setting the Table di Danny Meyer, (Ecco Pr)
Di cosa si tratta: Partiamo dall’autore, Danny Meyer. Lui è il famoso ristoratore, diventato leader nel settore dell’ospitalità grazie a istituzioni gastronomiche come Shake Shack, The Modern, Gramercy Tavern e Union Square Café di New York. Da qui nasce il suo Setting the Table, un libro di economia che è diventato un must anche per chi non lavora in un’azienda di ristorazione.
L’opinione del bartender: Meyer è un genio assoluto ed il libro scivola via che è un piacere, pagina dopo pagina. Non solo, ritengo che Meyer sia uno dei personaggi più eclettici nel mondo F&B e i suoi traguardi lo dimostrano. Un vero fenomeno.
Capace di inventare e mettere in piedi stellati Michelin e fast food di successo. Penso, che il segreto stia nella pianificazione e nel mettersi in gioco conoscendo i rischi, perché la sola volontà non basta. Il libro di Danny è per questo il libro ideale per quei bar manager che stanno esplorando costi e profitti anche in questo momento storico delicato.
Libri per mixologist: i consigli di Cristian Lodi
Bartender titolare del Milord è conosciuto per la sua passione e la voglia di sperimentare, caratteristiche che gli hanno permesso, in pochi anni, di realizzare il proprio sogno: avere un locale e gestire in prima persona il lavoro dietro al banco. Studiare, però, è per Lodi un must. Qui, un paio di libri da cui trae ispirazione.
6. Cocktail safari. Un viaggio avventuroso nella storia di 80 drink, Stefano Nincevich, (Paperback)
Di cosa si tratta: Lontano dai tecnicismi e dai toni accademici Cocktail safari ripercorre la storia della mixology attraverso i drink che hanno conquistato un posto d’onore nei locali più famosi al mondo e uno spazio nella memoria dei cocktail lovers.
L’opinione del bartender: Dedicato non solo ai professionisti, questo manuale è l’ideale anche per chi si avvicina al mondo del bartending. Scritto in modo facile, il libro è frutto di una meticolosa ricerca all’interno del pianeta cocktail che passa attraverso la storia, l’arte, la letteratura e la musica.
7. Viaggio di Spirito: La storia del bere. Volume 1 di Jared Brown e Anistatia Miller (Readrink)
Di cosa si tratta: Tutti i passaggi dell’evoluzione tecnologica, sociale ed economica raccolti in poco più di 200 pagine. Viaggio di Spirito è un’opera storiografica composta di documenti storici che si intrecciano a leggende e racconti che partono dal primo distillato fino alla nascita dei cocktail.
L’opinione del bartender: La conoscenza della storia è la base per le creazioni future. Anche questo libro fa parte della mia biblioteca come tutti quei testi che parlano dell’origine della mixology e della tradizione dei cocktail.
Libri per mixologist: i preferiti di Guglielmo Miriello
Saper realizzare drink non è che la punta dell’iceberg del bartending. Lo sa bene Guglielmo Miriello, bar manager al Ceresio 7, che con grande professionalità guida ogni giorno il cliente
in un viaggio emozionale grazie ai suoi cocktail. Intellettualmente onnivoro, Miriello vanta una biblioteca personale ampiamente legata anche all’arte della mixology. Eccone qui due dei sui preferiti (+1).
8. The craft of the cocktail di Dale DeGroff, (Proof Pub Ltd)
Di cosa si tratta: The craft of the cocktail è un po’ datato (2002) ma ancora sa il fatto suo a livello di manualistica. Nel libro, oltre alle ricette, si approfondisce la storia del bartending attraverso anche numerosi aneddoti che mostrano come impostare e padroneggiare le tecniche importanti. Un’ampia sezione è dedicata alle basi per drink pensate da DeGroff grazie all’utilizzo di prodotti freschi.
L’opinione del bartender: Ricordo bene l’anno in cui è uscito il libro di DeGroff. A quel tempo stavo consolidando la mia carriera dietro al bancone. Questo è uno dei testi a cui sono più affezionato perché mi ha dato la possibilità di rimodulare il mio modo di lavorare.
9. The fine art of mixing drinks di David A. Embury
Se andate per mercatini cercate anche lo storico The fine art of mixing drinks di David A. Embury, una perla uscita per la prima volta nel 1948: l’apprezzerete per la fine scrittura e la meticolosa drink list di classici.
10. Imbibe! di David Woandrich, (Tarcherperigree ed.)
Di cosa si tratta: Imbibe! è il libro che ha letteralmente influenzato il mondo del bere miscelato. Scritto da David Wondrich e dedicato alla figura di Jerry Thomas, autore del più importante ricettario di cocktail al mondo (The bar-tender’s guide del 1862), Imbibe! è diventato in breve tempo una sorta di bibbia dei grandi drink classici, uno dei motori mondiali della rinascita della cocktail culture.
L’opinione del bartender: Posseggo oltre un centinaio di libri sul tema cocktail e questo è uno di quelli che ha contribuito alla mia formazione.