L’Anisetta, il liquore all’anice delle Marche che non tramonta mai

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Liscio, on the rocks o miscelato nei cocktail, la sua storia supera i 100 anni ma non teme il tempo

L’Anisetta non ha vie di mezzo: o la ami o la odi. Dal gusto e dal profumo inconfondibili, simili a quello del finocchio con spiccati sentori di menta, è un liquore a base di anice verde la cui lavorazione consiste nel distillare l’alcool con l’aggiunta di semi di anice che cedono, attraverso il rilascio degli oli essenziali, il loro particolare sapore.

Tutto qui? Sarebbe troppo facile: con ulteriori interventi e l’unione di altri ingredienti, quali lo zucchero e diversi aromi naturali, si arriva al prodotto finale, l’Anisetta appunto, che si aggira intorno ai 30 gradi alcolici.

Se doveste paragonarla a un gusto conosciuto potreste associarla all’acquavite di anice, o più facilmente alla Sambuca o al Mistrà. Ma che vi piaccia o no, indiscutibile è la sua versatilità riconosciuta anche fuori dai suoi confini d’origine, le Marche. Bevuta liscia, oppure on the rocks, con la mosca (ovvero con l’aggiunta di 3 chicchi di caffè tostato), o allungata con acqua ghiacciata o soda, come ammazzacaffè o miscelata all’interno di cocktail, l’Anisetta ha una storia secolare che la lega soprattutto al Centro Italia.

Quando è nato il liquore ai semi di anice?

Nel 1830 la “Ditta Francesco Olivieri” a Porto San Giorgio, nelle Marche, estrae e produce da una umile erba un nuovo liquore, “Anisina Olivieri Specialità Premiata”.

Passa qualche anno e Umberto Rosati nel suo laboratorio farmaceutico annesso alla “Premiata Farmacia Centrale” di Ascoli Piceno crea un distillato di semi di Anice Verde di Castignano (oggi Presidio Slow Food) che è ancora noto come Anisetta Rosati, premiata il secolo scorso alla Terza Esposizione Campionaria Mondiale di Roma con la medaglia d’oro.

Se dite Anisetta però, il nome più celebre è quello dell’Anisetta Meletti prodotta, dal 1870, da Silvio Meletti, allora proprietario dello storico e omonimo Caffè, sempre di Ascoli. Dolce, gradevolissima, invecchiata per il tempo necessario, l’anisetta del cav. Meletti si distingue dagli altri liquori per l’inconfondibile anice distillato fresco che lascia spazio all’aromaticità intensa di una ricetta originale che spicca per il profumo rotondo e il gusto morbido e fruttato.

Passano pochi anni e vicino a Fermo, a Sant’Elpidio a Mare viene prodotta, solo tra il 1898 e il 1985, l’Anisetta Evangelisti dalla Ditta di Antonio Lorenzo Evangelisti, che non fa passare inosservato questo liquore soprattutto nella sua zona di produzione.

Miscelare con l’Anisetta

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Shanghai Cocktail

Ma questione di brand a parte, l’Anisetta nei cocktail viene utilizzata e centellinata in modo prezioso tanto da donare note di freschezza inconfondibile. Nel New Orleans è miscelata al Rye Whiskey, al bitter all’arancia, Amari e Pastis. Nel Night Cap Cold si sposa con Cognac, Orange Curaçao e un tuorlo d’uovo. Se vi piace il Calvados provatela nel Saucy Sue, un drink a base anche di Apricot Brandy. Ma per rinfrescare l’estate ordinate uno Shanghai, con Rum all’arancia, succo di limone, granatina, e ovviamente l’immancabile Anisetta, il liquore marchigiano capace di trasformare il suo bel patrimonio regionale alcolico in una locomotiva che traina nel tempo anche i trend della mixology.

Immagine di copertina via Yuma Comunicazione per Meletti