La storia, le caratteristiche e le curiosità su Tequila Patrón, il distillato ultra premium messicano più venduto al mondo
Mentre in Messico gli Aztechi consumavano da sempre succo di agave fermentato, i Conquistadores spagnoli iniziavano la distillazione di queste piante più o meno 500 anni fa.
Se pensiamo a oggi, la tendenza rivela che gusteremo tequila, liscio o finemente miscelato nei cocktail, ancora per i prossimi anni. Italia compresa.
Il motivo è semplice. Il tequila, al maschile come insegnano i messicani, è simbolo di tradizione e di uno stile di vita rilassato di un territorio ricco di storia e profumi.
La storia di Tequila Patrón
È il caso di Tequila Patrón, il distillato nato nel 1989 ad Atotonilco El Alto, nelle highlands di Jalisco, dove si trova la Patrón Spirits Company, l’hacienda che da allora produce il tequila Ultra Premium apprezzato e conosciuto da tutti per la sua elevata miscelabilità.
Tequila Patrón, sinonimo di pionierismo, valica dal secolo scorso i confini del Messico e fa il giro del mondo trovando casa nei migliori cocktail bar e nelle bottigliere dei più fini intenditori.
Questo grazie all’infinità di sfaccettature del distillato che viene prodotto già a partire dalla fine anni ’80 soltanto con agave Blu Weber al 100% raccolta a mano e lavorata seguendo seguendo i processi più autentici della tradizione messicana.
Regola che nel tempo ha educato il gusto dei consumatori combinando metodi tradizionali e tecnologie all’avanguardia, merito del Mastro distillatore di Patrón, Francisco Alcaraz, che testa personalmente ogni ricetta.
L’agave di Patrón e il suo terroir
Per Patrón, società entrata nel portafoglio Bacardi, ogni processo inizia da una una particolare specie di agave fra le oltre 130 esistenti. La Blu Weber appunto che cresce dai terreni vulcanici del Jalisco, regione occidentale del Messico che risente del sole dell’entroterra quanto delle correnti che si allungano dall’Oceano Pacifico.
Le particolari piante di agave selezionate da Patrón vengono fatte maturare tra i cinque e gli otto anni prima di essere tagliate e trasportate in distilleria per far sì che le piñas, il cuore della pianta, raggiunto un peso che arriva fino a 130 chili, sviluppino livelli zuccherini necessari per produrre un tequila d’eccellenza.
Quando si parla di Patrón non si può prescindere dalla sua geografia. Il particolare microclima messicano origina infatti un distillato dolce, fresco e aromatico la cui morbidezza, ottenuta dalla doppia o tripla distillazione, è superiore agli altri tequila presenti sul mercato.
Il tempo della tequila migliore
Il più impalpabile degli ingredienti di Tequila Patrón è il tempo di invecchiamento. Che sia più o meno prolungato è l’ultima parte della distillazione con cui l’azienda dà vita a un’ampia selezione di tequila. Ma da cosa si distingue ogni etichetta?
Tequila Patrón Silver
Patrón Silver, imbottigliato senza alcuna attesa, si riconosce dalla sua trasparenza cristallina e dalle note morbide e levigate che, tra i distillati di alta gamma, lo rendono un tequila versatile.
Il bartender Cristian Bugiada, Mezcal Ambassador e socio fondatore della Punta Expendio de Agave a Roma, durante la Patrón Margarita Week 2020, lo ha miscelato nel Tommy’s Margarita. Ecco qui la ricetta insieme ai prodotti per realizzarla.
Tequila Platinum, Patrón Reposado e Añejo le differenze
Quando si selezionano le migliori piante di agave Blue Weber a più alto contenuto zuccherino si parla di Gran Patrón Platinum. Distillato tre volte e lasciato riposare per 30 giorni in taniche aperte, si differenzia da prodotti come Patrón Reposado e Añejo che invecchiano in botte. Morbido e dal retrogusto persistente di spezie è riconosciuto come il miglior Platinum al mondo.
Parlando invece di Patrón Reposado, le sue peculiarità sono dovute all’invecchiamento in botti di quercia fra i 3 e i 5 mesi. All’assaggio in purezza è infatti acceso, con note di rovere, agrumi e agave fresca. Come Patrón Añejo che, lasciato in botti di quercia per almeno un anno, ha caratteristiche tipiche di vaniglia, uvetta e miele.
Appassionati del tequila, Gran Patrón Burdeos, è stato creato per voi.
Invecchiato in differenti botti, inizialmente in quercia americana, poi in quelle di quercia francese e infine lasciato a riposo in botti di Bordeaux per un totale di oltre 2 anni, Burdeos si riconosce dal colore ambrato e dall’intenso aroma dei vini francesi che gli conferiscono un profilo assimilabile al Cognac, oltre che per il gusto complesso di grande corposità e lunghezza al palato.
Patrón XO Cafe è, invece, è un blend di tequila e liquore al caffè pensato per chi vuole abbinare l’intenso gusto di arabica con le note fresche e profumate di Patrón Silver.
Patrón Citrónge Orange
Patrón Citrónge Orange, finemente miscelato nella ricetta del Patrón Classic Margarita, si distingue nei cocktail per i sentori dell’arancia. Noi l’abbiamo degustato con Davide Segat, Global Director of Bars c/o London Edition Hotels, durante la Patrón Margarita Week. Qui trovate la video ricetta
Gli assaggi migliori con Tequila Patrón
Che venga servito liscio o miscelato in ottimi drink, la cifra di Tequila Patrón si fa notare grazie alle sue caratteristiche e si abbina alla perfezione sia a piatti salati che dolci.
Come per i pairing creati dalla chef messicana Diana Beltran che da 10 anni è alla guida del suo ristorante La Cucaracha, un angolo di Messico a Roma. Qualche assaggio?
Il piatto che la chef ha chiamato Tostada de Conchita e che consiste in Tostadita di mais, ovvero una tortillas con aggiunta di maiale, lime Achiote, avocado, una passata di fagioli, cipolla rossa, origano, una spuzzata di aceto di mele, un po’ di alloro, olio e habanero.
E se amate il pesce…
Potete assaporare Tequila Patrón insieme a una Ceviche de cameron composta da gamberi, platano fritto, peperoncino habanero e verde, lime, sedano, con un’aggiunta di pesce persico, aglio, cipolla rossa, ginger, sale e mango maturo.
Se non vi basta potete provare a sorseggiare un Margarita mangiando una quesadilla de huitlacoche che prevede anche cipolla ed epazote, insaporiti da olio e sale, una spolverata di formaggio tipo Edamer, qualche goccia di acqua, una pannocchia fresca, maseca, avocado, lime e salsa verde.
E per finire, perché non provare Tequila Patrón con il dessert? La chef messicana consiglia di abbinare il drink a un tortino di mais e fragole innaffiato da Patrón Reposado, un po’ di zucchero mascobado e qualche petalo di sale.
Una ricetta a base di Tequila Patrón
Se volete degustare Tequila Patrón anche a casa, ecco per voi un twist da riproporre ai vostri ospiti, per una speciale serata dai sapori messicani.
Tommy’s Margarita
Creato nel 1990 dal bartender Julio Barmejo nel Tommy’s Restaurant Bar di San Francisco, il Tommy’s Margarita è a oggi uno dei drink più richiesti secondo l’autorevole classifica 2020 stilata da Drinks International. Ecco qui come prepararne uno da manuale:
Ingredienti:
60 ml Tequila Patrón Silver
30 ml Succo di lime fresco
15 ml Sciroppo di Agave
1 fetta di lime
Preparazione:
Nel tin di uno shaker versare lo sciroppo di agave, il Tequila Patrón Silver e gli altri ingredienti. Dopo aver agitato vigorosamente versare, usando un colino, in un bicchiere old fashioned colmo di ghiaccio.
Garnish:
La guarnizione c’è. Una semplice fettina di lime che profuma ulteriormente il Tommy’s.
Punti dall’ape di Patrón non si torna indietro
Riconoscere Tequila Patrón è facile: la qualità e il gusto parlano da soli. Ma c’è una curiosità in più da sapere. Ogni bottiglia è lavorata e lucidata a mano e presenta un particolare logo che contraddistingue l’azienda, ovvero una piccola ape che vola e “strega” al solo tocco del pungiglione, come fa il distillato Patrón che conquista i cocktail lover al primo assaggio.
Perché come dice il motto che contraddistingue la famosa hacienda: “It’s not a tequila, it’s a PATRÓN”.
Immagini Courtesy Tequila Patrón