Sostenibilità e il riflesso del raccolto di un singolo luogo sono alla base degli spirits di Selvatiq, il nuovo progetto di Valeria Margherita Mosca
Un prodotto nobile perché è nomade. E perché ci fa capire, ancora una volta, il potenziale infinito della natura: lasciamo che pretenda spazio. Non soltanto nel mondo, ma anche all’interno di una bottiglia. Lasciamo che diventi fluida e che prenda anche il nome di Selvatiq.
Cos’è Selvatiq?
È pura trasformazione. Dallo stato erboso a quello liquido. Un bouquet fortemente aromatico da diventare alcolico. Selvatiq si fa ambasciatore di una metodologia di distillazione che si sposta di luogo in luogo, in giro per l’Italia, dando vita a un processo alcolico sempre in movimento e che definisce una nuova categoria di spirits: Wild Nomadic Spirit.
Dietro questo progetto c’è tantissima ambizione –che è un qualcosa di fortemente umano: c’è Valeria Margherita Mosca che pratica Foraging e che ha fondato il Wood*Ing Lab, il laboratorio di ricerca e di sperimentazione all’interno del quale è studiato tutto il cibo selvatico che si presta a poter diventare una risorsa. Ma dietro Selvatiq c’è anche Charles Lanthier, imprenditore con una ben più che consolidata esperienza nell’ambito degli spirits.
Selvatiq è made-to-nature
Selvatiq è quindi un nuovo modo di considerare e riconsiderare la natura, facendola sentire in grado di poter diventare qualsiasi altra cosa. Spirit “Made-to-Nature” ma anche, oseremmo dire, Nature Made to (be) Spirit, attraverso il Foraging.
Il progetto punta a studiare e analizzare un territorio e, successivamente, a individuare e raccogliere tutte le botaniche invasive –che disturbano cioè l’ecosistema. Anziché annullarle del tutto, Selvatiq reinventa quello stesso tutto e, senza perdere tempo, agisce direttamente sul luogo dando vita alle pratiche di distillazione che portano alla creazione di distillati di alta qualità e sostenibili.
I primi distillati di Selvatiq
La sostenibilità è fondamenta e scossone dell’intero progetto che, con curiosità e metodo, ci regala prodotti che non si erano probabilmente mai visti. Per esempio, i primi spirit naturali ad essere stati prodotti sono un vermouth, un gin e un bitter.
Un caso in cui la natura diventa artificio, ma con risultati che non ledono a nessuno. E che soprattutto occupano meno spazio: nei fatti, basta quello di una bottiglia o di un bicchiere. Facciamo finta di poterne leggere l’etichetta e scopriamo più da vicino questi tre incredibili prodotti Selvatiq che in comune hanno tutti la parola “oltre” e che sono stati prodotti nel ricco territorio della Valtellina.
Beyond Gin
Ci sono le insostituibili bacche di ginepro. Che coi frutti di Rosa Canina già promettono un sorso da cui poter sentire prima l’odore e poi il sapore. Il Beyond Gin concentra tutto il potenziale del tiglio in abbinamento alla salvia e al trifoglio pratense. C’è un dolce retrogusto (o sottofondo, fate voi) di miele.
Beyond Vermotuh
Il Vermouth firmato Selvatiq assomiglia sul serio a un fascio di erbe aromatiche appena colte. Il Timo profumato, l’Artemisia, il Peccio e il Cipresso galbuli spalleggiano, nel distillato, quella che è la botanica principale: le gemme di Pino silvestre che rendono il Vermouth un prodotto fresco e di piacevole bevuta.
Beyond Bitter
Una doppia B per questo bitter il cui sentore principale è quello di liquirizia. La Gramigna è la botanica presente al suo interno insieme al Noce bianco e alle foglie di Rovo. Il prodotto ha un sapore di un’intensità da potersi definire decisamente penetrante.
Un packaging minimal e sostenibile
Anche i packaging dei distillati rispondono alla mission che sta nel mezzo tra sostenibilità e opportunità di reinventare. Infatti, il vetro delle bottiglie degli spirits è riciclato e i tappi che sigillano i distillati sono di sughero naturale, per ridurre al minimo l’impatto ambientale. L’etichetta più essere rimossa e la bottiglia riutilizzata.
Il design pulito e minimale sembra addirittura definire i contorni di un progetto in assoluto divenire.
Immagini courtesy Selvatiq