Il cliente al centro di ogni drink. I suoi gusti in ogni drink. Dalle proposte più beverine a quelle whiskey-centriche. Ecco cosa dovete aspettarvi da Empathy
Cos’è un drink se non una specie di megafono che urla al bancone che il rapporto tra bartender e cliente è importante?
Il drink è una vera connessione, un telefono senza fili che permette a queste due figure di poter comunicare e oggi, grazie alla chiacchierata con Cesar Araujo, bar manager di Bob in zona Isola a Milano, vogliamo proprio fare una riflessione.
Come si diventa clienti affezionati di un locale?
In fin dei conti, è davvero merito di un drink fatto bene? Oppure è innanzitutto una questione di “mi sento a casa”? Perché, ti siedi oggi e ti siedi domani, chi sta dietro al bancone a poco a poco lo riconosci.
Ti approcci, gli confessi il tuo palato –dolce o sour-, ti prepara un cocktail che non conoscevi, ti consiglia una miscela che ti potrebbe piacere. È così che si diventa clienti affezionati di un locale. Attraverso la comunicazione. Il tuo cocktail preferito conta ben poco. O meglio, è solo un plus.
È quell’intesa che raggiungono le due parti di un bancone: la superficie del bancone non è che il punto zero, il punto d’equilibrio, tra chi sta avanti e chi sta dietro.
Empathy
È l’empatia. O Empathy, come la nuova drink list di Bob che prossimamente potremo assaggiare. Ce lo promette Cesar Araujo e dobbiamo promettercelo un po’ tutti, per recuperare tutti i drink che, in questo momento storico, stiamo tenendo in sospeso.
Empathy nasce da una miscela di cose, ci ha detto il bar manager di Bob che un giorno, mentre guardava un film, ha letto la parola Enfolung. Un concetto tedesco che esprime un luogo architettonico che puoi sentire immediatamente tuo perché vicino alla tua arte e al tuo essere.
Ma nel mondo dei locali e della mixology, empatia che cosa vuol dire?
È questa la domanda che ha portato Cesar a modellare la nuova drink list che riflette le preziosissime conversazioni con i clienti di Bob, per lo più artisti, dunque ottimi spunti.
Il team del Bob intercetta le loro esigenze e anche un’importante verità: a oggi, il mondo del lavoro è cambiato. Bisogna proporre qualcosa di nuovo, qualcosa di molto più umano, una sorta di nodo ben stretto attorno ai legami.
La nuova drink list di Bob, Empathy, è un atto di fiducia nei confronti dei clienti e di ciò che a loro piace bere. Otto nuovi signature che sono una sintesi perfetta dei best seller del locale, certamente riconoscibili ma totalmente reinventati.
Otto perché è il numero che, già rintracciabile nella grafica del nome, accompagna Bob sin dalla sua apertura. Anche la resa grafica della nuova drink list mette su carta il loro pensiero, attraverso colori sfumati molto tenui che rappresentano i drink.
Ecco in anteprima i nuovi otto signature drink di Empathy
Assaggiamoli insieme.
Elysian
Simile a un Gin Tonic, è una sorta di colpo sicuro perché questo drink può piacere veramente a tutti. È fresco, agrumato, avvolgente e dolce, per via del bitter al rabarbaro.
Il distillato base è chiaramente il gin, sfumato da un cordiale al lime, risultato di un decotto con le sue foglie e preparato a temperatura ambiente. A rinforzare la leggerezza del drink, il tè verde jasmine.
Vibras
Il drink ricorda un Gimlet. Ha un sapore fresco, leggermente acido, citrico ma nient’affatto dolce. La parte affumicata è il distillato, il mezcal, reso vellutato dalla presenza di un’altra intromissione alcolica, un botanical spirit tutto italiano. In questo drink c’è il daikon giallo e un cordiale homemade al jalapeño arricchito da una punta di sale.
Proseguiamo con due drink più sour. Ma qui c’è una cosa importante da dire: nella drink list precedente di Bob, l’albume d’uovo mancava totalmente. In Empathy fa ritorno, perché, come ci spiega Cesar Arajuo, il segreto è saperlo dosare. L’albume è utile a rendere un drink più vellutato e se ben dosato, il sapore d’uovo si azzera.
Dreamers
È un drink dedica ai bartender, perché i bartender sono dei sognatori. È una coppia interessante quella data dal Lemongrass e dai chiodi di garofano, che rendono il drink piuttosto morbido.
Cosa necessaria, perché i distillati impiegati sono parecchio tosti: un rum agricolo e il pisco peruviano. Il Dreamers è un salto indietro, una sintesi tra l’elegante cocktail Ritzy e un vecchio signature del Bob, un twist sul pisco punch.
Savage
Èapparentemente un classico sour. Il Savage è preparato con whiskey di segale, affiancato da uno sciroppo dolce di lamponi e ibisco, che conferiscono una nota fruttata e un’altra speziata alla miscela, oltre che a donarle un colorito più intenso.
L’ibisco conferma il fatto che anche per questo drink, lo staff si sia rifatto a un signature precedente. Il colpo di genio è l’aggiunta di Campari per rendere il drink un po’ più amaricante, smorzandone il lato più dolce.
Anche in Empathy il cuore del Bob è il whiskey
Già il nome Bob riprende il bourbon americano oltre che ai bao, l’iconico food pairing del locale. Pertanto, non potevano mancare due drink a base del distillato.
Carpe Diem
È il drink scommessa dell’intera drink list Empathy, perché, al contrario degli altri nuovi signature, questo cocktail propone per la prima volta nuovi sapori a cui il Bob vuole far affezionare i suoi clienti. L’obiettivo è di avvicinarli al whiskey and soda.
Ecco perché hanno pensato questo drink a base whiskey, con uno sciroppo alcolico che concentra tutti i sapori dell’Old Fashioned perché realizzato con tre parti di zucchero, una di bourbon e mezza di angostura).
Il Carpe Diem contiene anche uno sciroppo di banana e pepe di Sichuan. La tonica alleggerisce il sapore ben marcato del bourbon. Insomma, un Old Fashioned incredibile ma alla portata di tutti.
Immature
A ispirare il cocktail, il cliente un po’ più “fighetto” che ti devi aspettare al bancone. Sì, proprio lui, quello che chiede sempre al bartender qualcosa di forte, magari un Old Fashioned, così per darsi un tono. Immature è una coccola proprio a questo tipo di cliente.
Un drink molto scenico, un Old Fashioned in bottiglietta affiancata da una coppa con una sfera di ghiaccio all’interno, così da poterselo versare da soli. La nota giocherellona è data dal pop corn, se ne prepara uno sciroppo con la sua infusione. Il risultato è un sapore bilanciato, che non ha difficoltà a farsi apprezzare.
Empathy termina con due proposte decisamente più spinte.
Naked
Un perfetto incrocio tra French 75 e Martini, insieme ai sapori più comuni ed apprezzati di cetriolo e menta che “massaggiano la miscela”. Il drink non è shakerato ma stirrato.
Cesar Araujo utilizza una vodka molto pulita e un cordiale homemade chiarificato, preparato in modo non convenzionale e cioè non con le scorze di lime, ma con gli acidi citrici e mallici, e una punta di sale. Per la bollicina del drink, la scelta ricade su un pas dosé italiano.
Fika
Il nome rimanda a una parola svedese che serve proprio a ricordare che bisogna concedersi una pausa, rallentare, rilassarsi.
Il drink ricorda un precedente signature del Bob, l’Italiano, una sorta di Rusty Nail infuso al caffè. Il Fika è anch’esso italianizzato, perché la parte dolce è data da un nostro iconico amaro messo in infusione con caffè tostato.
La presentazione del drink è scenica, con un cubo di ghiaccio nel bicchiere e una meringa al caffè e rum a fare da garnish.
Ma proprio perché sarà dura aspettare, ecco la ricetta di Immature, uno dei signature di Empathy
Ingredienti
60 ml di bourbon
7,5 ml di sciroppo homemade di Old Fashioned infuso al pop corn
Procedimento
Il drink è realizzato con la tecnica stir & strain. Basterà inserire e miscelare tutti gli ingredienti all’interno del mixing glass con ghiaccio e una volta che la miscela si sarà raffreddata, versare il drink all’interno di una bottiglietta. Da servire con una coppetta sormontata da una sfera di ghiaccio.
Immagini courtesy Bob Milano, credits Ost Comunicazione