Abbiamo raccolto i più degni di nota, segnalati anche da The World’s 50 Best Bars, la classifica che premia i migliori locali su scala mondiale. Ecco la selezione dei cinque migliori cocktail bar di Londra.
La mixology di Londra, capitale inglese del buon bere
Se, anziché acqua, nel Tamigi scorresse una miscela alcolica, quale potrebbe essere? È una domanda aperta molto, molto difficile, ce ne rendiamo conto.
Restringiamo il campo: sicuramente sarebbe la stessa dei drink serviti all’interno di uno dei migliori cocktail bar di Londra. Ce ne sono, ce ne sono eccome. E, per altro, figurano tutti all’interno di The World’s 50 Best Bars, la classifica che intercetta le migliori realtà del beverage sparse in tutto il mondo.
Abbiamo selezionato i migliori locali della città inglese, mentre per saperne di più su quello che è considerato il miglior cocktail bar del mondo, il Connaught Bar guidato dal duo Ago Perrone e Giorgio Bargiani, potete leggere qui.
I migliori cocktail bar di Londra
Londra è un lungo bancone di sperimentazione, è il luogo sicuro della mixology che si esprime completamente a suo agio, mostrando di sé differenti sfaccettature che lascia scovare alla mano di bartender altamente qualificati, fari del beverage.
Segnate questi cinque indirizzi in agenda, per il vostro prossimo viaggio. Se doveste capitare in città, ricordate che girare, in fin dei conti, mette sempre sete.
Tayēr + Elementary
Il plus di questo locale, al quinto posto della classifica The World’s 50 Best Bars, lo si può intendere sia come unione sia come divisione: infatti, il cocktail bar nasce dall’unione di due importanti bartender: Alex Kratena e Monica Berg.
Come divisione perché il locale si divide in due aree: quella, appunto, Elementary, dove i drink sono serviti alla spina, premiscelati in bottiglia, con assoluta semplicità all’interno di tumbler alti o bassi. Le miscele, seppur ripensate, sono ben riconoscibili: vi consigliamo di provare il loro One Sip Martini, un twist sul noto drink.
Poi, oltre la cementazione del locale –il design predilige dettagli cementati e ampie vetrate- c’è Tayēr, il templio sacro della creatività, un quadrato dove tutto accade. Vi segnaliamo che il locale, seppur lussuoso, predilige scelte 100% sostenibili.
Kwānt
Il sesto migliore bar del mondo, vi ricorderà senz’altro le atmosfere dello storico film in bianco e nero Casablanca. Ci sono le raffinate poltroncine, le palme, c’è tanto bambù, al punto che lo si può definire un locale tiki, ma di alto livello.
I dettagli tropicali del design di prolungano fino a finire dritti nei bicchieri dei cocktail miscelati dal team di Erik Lorincz, che, se ve lo ricordate, era a capo del cocktail bar del Savoy Hotel proprio quando era lodatissimo dalla critica.
Kwānt è il primo locale del bartender, ed è stato attesissimo: la cocktail list è rimasta invariata sin dalla sua apertura, nel 2019. Il locale ripensa le miscele tropicali e ci aggiunge eleganza e discrezione, consapevolezza e conoscenza delle materie prime impiegate, miscelate e aggiunte man mano come tutta una serie di piccole chicche. Un cocktail bar che avanza nella miscelazione e che retrocede, piacevolmente, nelle atmosfere.
Migliori cocktail bar di Londra: American Bar
Al ventesimo posto della lista 50 Best Bars c’è il locale più longevo di tutta Londra: nato del 1893, il cocktail bar del Savoy Hotel è la radice della mixology inglese: è qui che sono nati grandi classici della miscelazione come ad esempio il cocktail White Lady o il cocktail Hanky Panky.
Ed è sempre qui che hanno lavorato bartender importanti a livello mondiale come Henry Craddock e Ada Coleman, che hanno servito da bere, tra l’altro, ai personaggi e alle celebrità più illustri. L’American bar si era preso un piccolo periodo di pausa, ma adesso è ripartito più in forma che mai.
Una silhouette che rimane elegante, dove c’è ancora quel pianista che accompagnerà il vostro drink con un’esibizione inappagabile, all’interno del locale più storico e celebrato di tutta Londra.
Lyaness
Il ventinovesimo cocktail bar migliore del mondo lo si potrebbe definire stravagante, intelligente e accattivante. Merito del bartender Ryan Chetiyawardana che non si accontenta di ripensare i grandi classici della miscelazione: vuole addirittura risperimentarli.
Il locale, tutto basato su un gioco di pareti azzurre e di marmo verde, è una fucina creativa di idee alcoliche che sfruttano e padroneggiano i principi della chimica. Esempi di drink –che non avete mai sentito da nessun’altra parte- sono il Golden Levain, che utilizza un lievito, pasta acida.
Oppure il Cereal Martini con Golden Levain, vermouth di semi e vodka. Oppure il drink il cui nome è un gioco di parole sui due ingredienti utilizzati: il Tea-mooth con tè e vermouth. Ma c’è anche l’interessantissimo Infinite Banana, con bitter alla banana bruciata e cera di candela organica.
Artesian Bar
Siamo felicissimi di parlare del cocktail bar Artesian –specialmente perché la nostra connazionale Giulia Cuccurullo, è diventata da poco head bartender di questo tempio della mixology a forma di pagoda.
Il cocktail bar dell’Artesian è il luogo di culto dei cocktail più classici, realizzati con un estro e con una meticolosità proprie solo di un contesto luxury. Nonostante ciò, il cocktail bar non si priva di idee più creative e di recupero: ci sono infatti proposte di mixology –nella cocktail list sono indicati all’interno della voce Disco Years- che ripensano i drink più criticati del passato offrendo loro una concreta possibilità di riscatto.
Ecco quindi che il Long Island Iced Tea è rivisto con chai e amaro, il Sex On The Beach è realizzato con bitter e arancia rossa. C’è anche un interessante twist sul Martini con vino, acido di vaniglia e Champagne.
Immagini courtesy 50 Best Bars