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Il vermouth di Torino secondo Giorgio Bargiani del Connaught Bar di Londra

1757 Vermouth di Torino raccontato da Giorgio Bargiani, Assistant Director of Mixology del Connaught Bar di Londra. Qui la sua visione su un prodotto diventato famoso in tutto il mondo grazie alla sua storia e alla sua artigianalità miscelate a innovazione e amore per la qualità.

Londra e Italia unite dal 1757 Vermouth di Torino

“Non ci sarebbe aperitivo senza il vermouth. E non è solo un fatto di costume, ma di storia”. A sostenerlo un grande appassionato e conoscitore di vermouth, l’Assistant Director of Mixology del Connaught Bar di Londra, locale che ha raggiunto la notorietà internazionale oltre al podio dei World’s 50 Best Bars 2020 e 2021.

Pisano di nascita e inglese d’adozione, Bargiani a Londra affianca dal 2014 il suo mentore Agostino Perrone e si affina sempre di più nell’arte della mixology, fino a diventare Head Mixologist nel 2019 e Assistant Director of Mixology nel 2022, oltre che portavoce dell’hospitality italiana nel mondo.

Da Londra arrivano quindi i drink a base 1757 Vermouth di Torino che Bargiani ha voluto portare in uno dei contesti più interessanti del capoluogo piemontese, il Bar Cavour. Il sofisticato cocktail bar torinese con cucina anima il primo piano di Piazza Carignano 2, sede della maison Del Cambio. In questo spazio la tradizione e la contemporaneità si legano grazie anche a ospiti d’eccezione come Bargiani, grande appassionato del prodotto tipico torinese e Global Brand Advocate per il 1757 Vermouth di Torino.

Stile e qualità in due cocktail

Il vermouth è infatti per Bargiani l’ingrediente fondamentale di tante creazioni, così come di grandi classici e twist. Due esempi? Il noto Connaught Martini e il Negroni.

Nella sua ricetta il primo conta del gin mescolato a un blend di vermouth (uno extra dry, uno dolce e aromatico uniti in parti uguali) che dona un bouquet ricco e profumato grazie anche all’aggiunta di bitter aromatici come ginseng e bergamotto. Mentre nel Negroni del Connaught è previsto un blend di vermouth e a un blend di bitter completati da una nota aromatica agrumata di bergamotto.

Due drink che attingono alla tradizione per progredire con innovazione e creatività. Proprio come i due signature che Bargiani ha portato con sé all’evento di Campari Academy di Torino.

I signature con 1757 Vermouth di Torino by Giorgio Bargiani

Intenso-cocktail-1757-Cinzano-Vermouth-di-Torino-Coqtail-Milano

Portato il Connaught, per ben due anni di seguito all’incoronazione come il miglior bar al mondo, Bargiani si è dedicato anche alla creazione di signature per il 1757 Vermouth di Torino. Due sono i cocktail che ha proposto al Bar Cavour della città della Mole Antonelliana.

Il primo si chiama Intenso e contiene 1757 Vermouth Di Torino I.G. Rosso addolcito da uno sciroppo di cardamomo nero a cui l’Assistant Director of Mixologist ha aggiunto una leggera nota acida di aceto balsamico, chiuso da un top di soda.

Il secondo cocktail è stato nominato Fragrante. Gli ingredienti sono 1757 Vermouth Di Torino I.G. Extra Dry, uno sciroppo di Elicriso, gocce di assenzio e soda. Due highball indiscutibilmente interessanti che esprimono al meglio la versatilità del vermouth e celebrano la tradizione di ingredienti classici con la mixology contemporanea.

Fragrante-cocktail-1757-Cinzano-Vermouth-di-Torino-Coqtail-Milano

L’importanza del vermouth

Da quando ho iniziato a lavorare nei cocktail bar di grandi hotel, prima allo Splendido di Portofino, poi Le Manoir aux Quat’Saison di Oxford e infine al The Connaught di Londra, i classici sono sempre stati tra i cocktail più richiesti. La storia della mixology ci insegna che in grandi drink, come appunto il Martini Cocktail e il Negroni, ma anche l’Americano e il Manhattan, il vermouth sia un elemento fondamentale che aiuta ad apportare complessità attraverso un gusto appagante e versatile. Il bartender che ha una grande cultura di vermouth sarà sempre in grado di eseguire in modo perfetto un grande classico e si sentirà a proprio agio nello studio e nella creazione di un twist o di un signature”, sostiene Giorgio Bargiani.

E di grandi classici Bargiani se ne intende. “Al Connaught facciamo circa 15.000 Martini cocktail all’anno consumando litri di vermouth Extra Dry, ma anche bianco e rosso. Questo significa che la conoscenza della categoria vermouth non scaturisce solo dalla passione, ma anche dalla necessità data la sua importanza nel nostro business”, prosegue Bargiani. Vino liquoroso dalla lunga tradizione in Italia, il vermouth di Torino è prodotto aromatizzando vino con assenzio, spezie, erbe, zucchero e alcol. Ovviamente non tutti i vermouth sono uguali.

La storia di un grande vermouth

“Quello che più mi ha incuriosito e avvicinato a 1757 Vermouth di Torino è la sua storia che sento molto simile alla mia e a quella della mia famiglia con botteghe e ristoranti a Pisa. Mi ritrovo molto nella visione e nella voglia di sperimentare con la tradizione che è caratteristica dei fratelli Cinzano e di Casa Cinzano. Dalla genialità di una famiglia di vignaioli a Maestri Acquavitai, fino a diventare veri e propri innovatori nel laboratorio della Bottega in via Dora Grossa, è nato infatti un prodotto iconico”, ricorda Giorgio.

Esperta nell’arte della lavorazione di distillati e liquori, la famiglia Cinzano dà vita secoli  fa al celebre vermouth, la cui ricetta rimane segreta. “Il vermouth di Cinzano è un prodotto che diventa il simbolo dell’aperitivo e custodisce la bellezza di un mestiere antico. Io sono figlio di una generazione di profumieri e ristoratori che, tra l’800 e la metà del secolo scorso, hanno fatto dell’artigianalità la loro ragione di vita. La storia dei Cinzano è dunque molto simile a quella della mia famiglia. La bottega rappresenta quei legami indissolubili tra tutte le persone care che la frequentano, parenti e clienti abituali compresi”, spiega Bargiani.

Il vermouth di Torino, una moda che non passa

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Nel Regno Unito, e in particolare a Londra, il vermouth sta sbocciando. Valorizzato da cocktail bar come il Connaught è bevuto sia dagli appassionati di lungo corso che dai giovani di tutte le età.

“L’approccio al vermouth è diverso per ogni Paese”, spiega Bargiani. “Ma resta pur sempre un prodotto trasversale che non ha tempo. Il 1757 Vermouth di Torino racconta un pezzetto di storia romantica della città e può essere degustato dall’aperitivo prima di pranzo, al pomeriggio se si vuole bere qualcosa di leggero, dall’aperitivo vero e proprio o come dopo cena. Liscio, on the rocks, in un fresco Vermouth Tonic oppure finemente miscelato. Anche se da sempre sostengo che il vermouth è un cocktail vero e proprio e rappresenta uno stile di bere e uno stile di vita”, dice Bargiani.

1757, il vermouth di Torino senza tempo

Il 1757 Vermouth di Torino, sia nel Rosso che nell’Extra Dry, è considerato uno dei pilastri fondamentali della mixology capace di trasformare un cocktail contemporaneo e un classico in capolavori senza tempo.

“Il 1757 Vermouth di Torino Rosso è dolce, fragrante e pieno armonia. Dalla bottigliera lo si riconosce dalla colorazione bruno-rossastra con ampi riflessi ambrati. Al naso come al palato esprime note speziate estremamente complesse e legnose, seguite da note di morbida vaniglia, frutta secca, in particolare fichi che si sposano all’assenzio”, racconta il mixologist.

Come un bouquet profumato di fiori è invece il 1757 Vermouth di Torino Extra Dry. “L’Extra Dry offre un piacevole finale erbaceo lievemente amaro. Di un giallo cristallino tenue, con riflessi verdognoli. Sul finale si fa delicatamente speziato, ricordando i chiodi di garofano”, conclude Bargiani. Due opere d’arte come i cocktail che Bargiani ha portato con sé al Bar Cavour.

Non li avete provati durante la sua guest a Torino? Andate fino al Connaught di Londra, il volo vale l’assaggio.

Immagini Courtesy Campari Academy

Articolo realizzato in collaborazione con Campari Group