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Mule cocktail, cosa sono e come si preparano

I Buck, conosciuti anche come Mule cocktail, sono la quintessenza dell’accoglienza: vengono bene con ogni base alcolica. Il grosso dei cocktail, invece, non consente di scegliere fra gin, whisky, vodka, rum oppure pisco, senza rischiare di ottenere un intruglio imbevibile.

Buck e Mule cocktail, cosa sono

Se dunque lo spettro degli spiriti utilizzabili è amplissimo, a definire un Buck sono la presenza di succo di lime e di una bevanda gassata allo zenzero: ginger beer per chi desidera una personalità più scalpitante, ginger ale per coloro che invece puntano a una maggiore morbidezza. I cubetti di ghiaccio sono obbligatori e sulle guarnizioni c’è spazio per la creatività.

Oggi questa famiglia di cocktail è nota soprattutto come Mule cocktail: merito della fama enorme del Moscow Mule, un Buck a base di vodka. L’origine del nome, però, non ha nulla a che vedere con un mulo.

Un po’ di storia

Come spesso accade nel mondo della mixology, la nascita di un cocktail è questione complessa da ricostruire. Il grosso delle teorie concorda nel dire che la preistoria risale indietro fino agli anni Novanta del XIX secolo, negli Stati Uniti. In quel momento andava di moda l’Horse’s Neck, un analcolico fatto con ginger ale, ghiaccio e scorza di limone.

Entro un paio di decenni si impose una variante che prevedeva l’aggiunta di bourbon e che veniva definita un Horse’s Neck “con un kick” (cioè con uno shot di whiskey).

Spesso ci si riferiva a questa ricetta come a un bucking horse: termine che poteva indicare un cavallo che sfida le convenzioni, che è in controtendenza, o forse anche uno che si dà coraggio (da buck up). In ogni caso, era nato il nome della famiglia di long drink fatta con succo di lime, ginger beer, o ginger ale, e alcol.

I Mule cocktail più famosi

Il miglior cocktail per party virtuali Il Moscow Mule Coqtail Milano

Il fatto che oggi i Buck siano più spesso chiamati Mule cocktail la dice lunga sulla fama del Moscow Mule. Tutte le altre versioni sono piccola cosa, in confronto a questo gigante della categoria.

Tanto che molte sono state ribattezzate sostituendo la parola mule a buck, così da non perdersi nel dimenticatoio. Iniziamo dunque dal maestro.

Moscow Mule

È fatto con vodka, ginger beer e succo di lime, ed è spesso servito in una tazza di rame. Nasce negli anni Quaranta del XX secolo.

La versione più accreditata sostiene che il merito è da attribuire a tre ricconi: un produttore di ginger beer e due uomini con posizioni di vertice nell’industria della vodka. A cena, iniziarono a fantasticare su cosa sarebbe successo se avessero miscelato le rispettive bevande e, dopo un primo assaggio piuttosto cauto, scoprirono che il risultato era piacevolissimo.

Una seconda storia racconta invece che il Moscow Mule è nato quando il bartender Wes Price decise di inventarsi qualcosa per terminare le scorte invendute di vodka e ginger beer.

Gli altri mule cocktail (o buck) da provare

Decisamente meno noti, ma non per questo immeritevoli d’attenzione, sono il Gin Buck, talvolta chiamato British Buck o London Mule, che si fa con il gin. Poi il Chilcano, versione sudamericana a base di pisco, e il Kentucky Mule (bourbon e una fragola schiacciata col pestello).

O ancora il Rum Buck che, come suggerisce il nome, ha il rum come base alcolica e talvolta è chiamato Barbados Buck o Jamaican Buck per indicare la provenienza dello spirito.

Ok, ma la tazza di rame è necessaria?

Non c’è evidenza scientifica che un Moscow Mule sia più buono se è una tazza di rame, e infatti molti Mug vengono serviti in normali bicchieri di vetro. Alcuni sostengono che il manico consente di non scaldare con le mani il contenitore del cocktail; inoltre, il rame aiuta a mantenere la bevanda fresca, cioè alla sua temperatura ottimale. Argomentazioni ragionevoli, ma non sufficienti.

Per completare il quadro occorre aggiungere l’elemento tradizione. La prima volta che venne versato un Moscow Mule, un fotografo immortalò la scena: caso volle che il recipiente del cocktail fosse una coppa di rame. Il motivo resta un mistero, ma la cosa stuzzicò la fantasia dei bevitori e presto tutti pretesero un analogo recipiente.