Sake Memory è l’app che risponde all’interesse crescente per il sake giapponese in Italia. Da tempo si sentiva il bisogno di una soluzione come questa: ora, è finalmente arrivata un’applicazione (disponibile su Google Play e su App Store) utile a tradurre le etichette del famoso fermentato di riso.
Sake Memory app: come nasce
Perché l’esigenza di avere Sake Memory app? Perché è piuttosto difficile tradurre nell’immediato i kanji, ossia gli ideogrammi giapponesi che figurano sulle etichette del fermentato di riso.
Sake Memory è un’applicazione assolutamente gratuita, creata da Good Brains e messa a liberamente a disposizione sia di chi è un vero e proprio appassionato del prodotto sia di chi vuole saperne di più. Consente infatti di semplificare il processo di scelta nel momento in cui si è indecisi sulla tipologia di sake da acquistare.
Breve ripasso sul sake
Ma cos’è il sake? Chiariamolo una volta per tutte. Contrariamente a quanto si possa pensare, non è un distillato, ma un fermentato di riso le cui origini risalgono in Cina. Incuriosisce il nome del primo sake prodotto -ossia kuchikami che sta per “masticato in bocca”. Infatti, in passato, per trasformare l’amido in zucchero, si utilizzavano gli enzimi presenti nella saliva. Avvenivano così i primi processi di maltazione.
Il sake venne poi esportato in Giappone -dove ancora oggi figura come la bevanda alcolica più celebre dell’intero Paese. Alla base ci sono due semplici ingredienti: l’acqua e ovviamente il riso -se ne utilizza uno differente rispetto a quello da cucina, meno ricco di proteine e di lipidi, ma con più amido all’interno del chicco.
Come si produce il sake?
Per produrre il sake, bisogna ripulire per bene il chicco e poi cuocerlo a vapore senza che si spappoli. Un primo processo di fermentazione (con i lieviti) dura al massimo una settimana.
La seconda fase di fermentazione prevede aggiunta di acqua e saccaromiceti da birra e dura una settimana (la temperatura è di 4°). Poi, la temperatura viene portata a un massimo di 20° e il processo si protrae per altre due, massimo tre settimane. È così che si ottiene il mosto che viene poi filtrato.
Sake Memory: gli ideatori
Dietro la progettazione dell’app Sake Memory, c’è uno dei massimi esperti che conoscerete senz’altro soprattutto se, almeno una volta, siete stati da Sakeya a Milano. Lorenzo Ferraboschi, oltre a essere il titolare di questo sake bar molto in voga, è anche organizzatore della Milano Sake Challenge e formatore per l’associazione italiana Sake Sommelier Association. Per lo sviluppo dell’app ha collaborato con Asada Oshitaro che, in passato, produceva il fermentato di riso.
Per i sake lover e per gli esperti
La nuova app Sake Memory è davvero intuitiva ed è sviluppata in lingua inglese perché, oltre all’Italia, ne usufruiscono più Paesi. Grazie a quest’ultima novità che vede la tecnologia affiancare il mondo beverage, non solo i professionisti del settore, ma anche un pubblico meno esperto potranno orientarsi con molta più facilità alla scoperta e alla conoscenza delle varie etichette, esplorando il mondo piuttosto articolato -ma pur sempre affascinante- del fermentato di riso più famoso di tutto il Giappone.