Theo Quinn e Tom Godfrey sono i due soci di Foco, il cocktail bar che si ispira all’energia dei Foreign Correspondents’ Clubs e punta a conquistare tutta Barcellona. I cocktail? Nomi classici dal flavor contemporaneo che incantano i palati dei più esperti, quanto le papille gustative delle nuove leve del bere miscelato.
A Barcellona è l’ora di Foco
Da qualche tempo la Barcellona del bere bene ha due facce. La prima è quella dei cocktail bar blasonati e super popolati dove l’attesa per un tavolo, se pur minima, mette una sorta di scadenza alla piacevole sosta. E poi ci sono degli angoli, sempre di puro appagamento liquido, più defilati e sobri, nascosti alla folla di turisti. Posticini unici pensati come luoghi di aggregazione, dove la socialità, anche tra estranei, la qualità del tempo e di bevuta sono garantiti senza limiti.
Barcellona, Foco e i Foreign Correspondents
Ecco, se a questi locali si può dare un nome, uno è Foco. Il cocktail bar dall’anima contemporanea di Theo Quinn e Tom Godfrey è per Barcellona una nuova avventura. I due soci, provenienti da alcuni dei migliori bar del mondo hanno scelto il barrio di Villa de Gracia per dar vita al loro locale che traspira l’energia vitale dei luoghi frequentati dai Foreign Correspondents, ma senza essere un vero club. Ovvero, Foco prende spunto (come vuole il suo nome) dai locali dedicati ai corrispondenti stranieri. Posti che erano e sono luoghi liberi dove i giornalisti esteri si incontravano ieri come oggi, condividendo le proprie storie.
“In fondo siamo anche noi, due Foreign Correspondents della mixology. La nostra filosofia parte da quell’idea e si sviluppa sulla relazione delle persone, su una clientela amica e fidelizzata che entra e si gode lo spazio che abbiamo progettato. La chiave di Foco è l’essenzialità, anche negli arredi, che secondo noi porta a fermarsi, a godersi il momento e il drink mettendo in tasca lo smartphone e concentrandosi sulla compagnia della persona che si ha accanto. Che sia conosciuta o meno”, dice TheoQuinn.
Theo Quinn e Tom Godfrey di Foco a Barcellona
La coppia Quinn-Godfrey ha iniziato la carriera a Bristol, nel sud ovest dell’Inghilterra. Questa città è una delle più popolose del Regno Unito e si trova a meno di 200 chilometri da Londra, risentendone l’influenza e sfornando da anni grandi nomi del bartending. “Chelsie Bailey, oggi head bartender dell’American Bar al The Savoy, Alex Goffrey, brand ambassador di un’importante brand ed Emilio Di Salvo, ora Bar Manager al Satan’s Whiskers, sono tra coloro che hanno lasciato il segno nei migliori bar di Bristol e poi del mondo”, spiega Quinn.
Da Bristol a Barcellona
Bristol, dunque, quale fucina di grandi menti della mixology. “Theo ed io siamo partiti entrambi dal Red Light. Poi per un po’ le nostre strade professionali si sono divise, ma non l’amicizia che ci ha portato a Barcellona”, spiega Tom Godfrey. Quinn ha lavorato a Paradiso e Godfrey è andato a Two Schmucks.
Poi la scelta e la svolta di Quinn e Godfrey. “Questi due importanti bar ci hanno dato la spinta giusta e l’ispirazione per qualcosa di nuovo. Avevamo già in mente di aprire un nostro locale e questa città aveva bisogno di uno spazio come Foco. Un posto unico nel suo genere”, continua Godfrey. “Viviamo in una città che dal punto di vista della mixology si sta facendo onore da anni. Di Barcellona amiamo lo stile di vita e pensiamo che il nostro concept sia una proposta che qui mancava totalmente, a metà tra lo stile londinese e quello scandinavo”.
Foco e il suo stile
Entrando nel locale, prima lo sguardo spazia tra le linee pulite del banco bar e le persone che chiacchierano sedute, rilassate sugli sgabelli dei tavoli social. Poi vira di nuovo, focalizzandosi sui bartender che lavorano con ingredienti, shaker e jigger. E se alle pareti fanno bella mostra solo una manciata opere di artisti emergenti, il muro che dovrebbe accogliere la bottigliera è vuoto. Un omaggio agli ospiti la cui vista non viene confusa dalle numerose etichette che, a volte, complicano la scelta del drink. L’intera scenografia punta dunque all’assenza e alla bontà dei cocktail.
“Per i nostri clienti vogliamo mantenere uno stile di servizio personalizzato composto da 12 cocktail dal sapore bilanciato e contemporaneo che si ispirano ai grandi classici. Ma che facendo leva su un gusto nuovo conquistano tutti”, prosegue Quinn. Come Clover Club che è fatto di gin, marmellata home made di lampone, limone mentolato e albume. Un interessante mix dove l’equilibrio è assoluto e non spaventa neanche lo spauracchio del bianco d’uovo.
Il flavor dei cocktail di Foco
“Vogliamo che i nostri drink possano piacere e soddisfare tutti i nostri clienti sotto ogni profilo. Ogni cocktail è stato pensato in modo accessibile e facile da interpretare. Per questo la carta non punta solo sugli spirits che potrebbero inibire la bevuta, ma solo sul flavour dell’intera miscela. Desideriamo che quei clienti a cui non piacciono, per esempio, il cognac o il bourbon possano bere piacevolmente i nostri cocktail senza fissarsi sul distillato che nel drink serve solo a donare il profilo aromatico”, continua Quinn.
Qualche esempio? Il Fish House Punch, il cocktail preferito di Godfrey, miscela gradevolmente del rum, un po’ cognac, un cold brew di pesche e un blend di te nero, più qualche goccia di limone fermentato. Oppure il Boulevardier di Foco è un liquido delizioso fatto con rye whiskey, cacao, vermouth rosso unito a mirtilli e bitter all’arancia. A chi piace il frutto proibito provi Stone Fence eseguito con bourbon, mele Granny Smith e Gala, più un’effervescenza di nocciola e camomilla.
Tra i 12 cocktail della carta spicca anche Strawberry Fields, il più amato da Theo Quinn. E poi Martini, Rob Roy, Daiquiri, Morning Glory Fizz, e Cuba Libre. Oppure i più bevuti dagli aficionados di Foco: Paloma e Pornstar Martini. Ma forse ricordarsi tutti i nomi della drink list non è importante. Fondamentale, per chi varca la soglia di Foco, è soddisfare la propria sete di divertimento, degustando un ottimo cocktail in piacevole compagnia. E questo sì che è essenziale.
Immagini courtesy Foco