Sono migliaia di anni che l’umanità conosce la fermentazione. Con il tempo anche la mixology si è impadronita di questo processo e oggi ci sono alcuni cocktail decisamente famosi che sono realizzati con almeno un ingrediente fermentato.
Il vantaggio della fermentazione
In estrema sintesi, la fermentazione è un processo metabolico nel quale alcuni microrganismi modificano la composizione chimica di liquidi e alimenti.
Di solito si tratta di batteri e lieviti, che “mangiano” gli zuccheri e così facendo producono alcol, oppure acido lattico o ancora acido acetico: a seconda che si tratti di fermentazione alcolica, lattica o acetica. Inducono inoltre una trasformazione del sapore, che tende ad assumere un profilo organolettico più complesso e ricco.
Da qui l’interesse della mixology, che ben gradisce la possibilità di variare le ricette di drink noti introducendo elementi nuovi. Per esempio, il kombucha con i cocktail della famiglia highball come il Gin tonic. In alcuni casi, però, il fermentato non è alla base di un twist, ma è l’ingrediente originario di vere e proprie star.
A tutta ginger beer per il Moscow Mule
Facendo fermentare zenzero fresco e zucchero si ottiene una bevanda gasata decisamente nota: la ginger beer, uno dei tre ingredienti del Moscow Mule insieme a vodka e succo di lime appena spremuto. L’invenzione del drink risale all’inizio degli anni ‘40, negli Stati Uniti, ma è nel decennio successivo che la fama esplode sul serio trasformandolo in uno dei cocktail più richiesti ancora oggi.
Fra parentesi, la ginger beer si trova pure nel Dark ‘n’ Stormy (a base di rum) e nelle numerose varianti del Moscow Mule. Per esempio, il Mexican Mule (con tequila), il Bohemian Mule (assenzio) e il Kentucky Mule (bourbon).
Fermentazione e Negroni sbagliato
Se pensiamo che il vino nasce grazie alla fermentazione, allora ci vengono in mente una quantità di miscele. Per esempio, Spritz, Bellini, French 75, Kir, Mimosa, Champagne cocktail e Bicicletta. Ma anche il Negroni sbagliato, cioè un Negroni con lo spumante brut al posto del gin. Si prepara dunque con parti uguali di bitter, vermouth rosso, spumante e la guarnizione di una fetta d’arancia. L’ha inventato nel 1972 Mirko Stocchetto, bartender del Bar Basso di Milano.
Black Velvet, la rivincita degli champagne cocktail
Il Black Velvet ha due ingredienti, entrambi ottenuti grazie alla fermentazione: champagne e birra (per la precisione una stout). Pare sia nato il 14 dicembre del 1861 per omaggiare l’appena defunto principe consorte Albert, marito della regina Vittoria. Leggenda vuole che i membri di un esclusivo club per gentiluomini abbiano discusso a lungo sulla miscela da utilizzare per brindare al morto, giungendo infine a una versione luttuosa (grazie alla scura stout) del più gioviale champagne.