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Sete, il nuovo volto delle garnish

È molto probabile che le garnish abbiano la stessa età dei cocktail e che siano nate insieme ai julep e ai cobbler. Non a caso, nel ricettario del 1862 Jerry Thomas ne parla come un fatto ormai acquisito. Nei decenni successivi sono state onnipresenti, ma sostanzialmente utilizzate in funzione subordinata rispetto a un drink.

Julie Couder e Giovanni Allario hanno deciso di portarle sotto i riflettori, spingendosi in alcuni casi a invertire la gerarchia e a «pensare prima alla garnish e poi al drink che potrebbe abbinarsi meglio».

L’idea di Julie Couder e Giovanni Allario

Couder e Allario sono giovani, fanno coppia e provengono dal mondo dei cocktail e della ristorazione. Si sono incontrati a Parigi, poi si sono trasferiti in Italia e durante il Covid hanno gettato le fondamenta di Sete: un servizio di consulenza e comunicazione per la bar industry. Sanno di cosa parlano, insomma, e hanno individuato nelle garnish un orizzonte stimolante e promettente. Realizzano masterclass e workshop, e gestiscono una pagina Instagram (@garnishlab_) nella quale postano le loro creazioni.

Sete, le garnish prima del cocktail

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Garnish a forma di ostrica nata da un errore

Qui le garnish «vengono prima del cocktail, per ispirare liberamente chi le vede». In questo caso partono da una constatazione: le decorazioni creative esistono, ma sono spesso legate a una ricerca di alto livello, dunque necessitano di tempo, denaro e abilità tecnica. Al di sotto dell’eccellenza si utilizza quel che c’è. Anche in modo corretto, per carità, ma senza troppa ispirazione. Una scorza di limone qui, un’oliva là, un frutto appeso al bordo del bicchiere. Però così «le garnish sono semplici e ripetitive, perché la gente ha poca voglia e poco tempo. Noi mostriamo qualcosa da cui trarre ispirazione e che non sia difficile da preparare».

Le proposte alternative di Sete

Questa è una delle due anime di Sete. L’altra dialoga con i locali e i professionisti: «Cerchiamo la soluzione più coerente per accompagnare i loro drink a seconda di colori, forme e sapori, con la stessa attenzione al dettaglio che si trova nei cocktail, però applicata alle garnish. Elaboriamo proposte alternative con vari livelli di difficoltà, per venire incontro alle esigenze di ogni bar: da decorazioni semplici a preparazioni più complesse e con molti passaggi».

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Immagini credits Julie Couder