Danilo Bruno ha aperto un nuovo cocktail bar. Si chiama Bar Atelier ed è caratterizzato da una drink list piuttosto curiosa, nella quale la parte del leone non è fatta dai prodotti, bensì dai gusti e dai desideri della clientela.
Bar Atelier, la novità del salentino
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Cava de’ Tirreni è un comune incastonato all’intero del Parco regionale dei Monti Lattari. A sudest c’è Salerno, a sudovest Amalfi, in basso il Mar Tirreno. Qui Danilo Bruno, insieme al sodale Manuel Fortunato, ha deciso di aprire Bar Atelier. I due arrivano dalla fortunata esperienza del The Black Monday di Salerno, che Bruno continua a guidare. L’idea non era di replicare il format andando sul sicuro, ma di offrire qualcosa di diverso. Sono dunque rimasti alcuni elementi distintivi, che certificano la parentela fra i due locali, ma ci sono evidenti aggiunte originali. Una di queste è il format della drink list.
La drink list di Bar Atelier
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Capita spesso di restare un po’ disorientati, di fronte al menù di un locale, soprattutto se si conoscono alcune ricette o alcuni ingredienti. In questi casi tocca studiare la lista per qualche tempo prima di avere un’idea di cosa propone un posto e dunque cosa chiedere.
Normalmente la soluzione è rivolgersi al bartender, rivelandogli quali i propri gusti e chiedendogli una proposta ad hoc. Il menu del Bar Atelier è una sorta di bartender su carta: non è strutturato nel modo classico, come elenco di drink magari suddivisi per tipologia, oppure con una chiara demarcazione fra cocktail, vino e birra.
Una proposta cucita addosso ai gusti del cliente
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Al centro della pagina c’è una domanda: “Come vuoi bere?”. Da qui si parte per un viaggio a scelta multipla, che dipende dai gusti.
Per esempio, chi ha voglia di note dolci può indirizzarsi verso qualcosa di cremoso e poi decidere se puntare su un classico Alexander, oppure sul gusto di caffè (ordinando un Espresso Martini) o ancora su un drink “soffice come un soufflè” e chiedere un Ramos Fizz. Esiste anche l’opzione “fruttato ma non troppo” che porta a un Negroni fatto con cocco e fragola. E c’è la possibilità di puntare su una bottiglia di vino o una di birra.
L’albero delle possibilità si apre anche nel caso si voglia bere qualcosa di secco, di analcolico, di amaro o di acido. Così si arriva a un Old Fashioned, a un Americano, a uno Champagne Cocktail, a un French 75 (ma anche a vini e birre) come conseguenza dei desideri specifici di quella sera.
Il nuovo concept di Bar Atelier
La drink list ribalta insomma l’atteggiamento consueto: non si ordina un cocktail perché si ha voglia di un certo tipo di cosa, ma si parte un determinato desiderio, identificando il prodotto più consono.
Non è un approccio mai visto prima, ma è declinato in maniera efficace e intrigante. In questo modo è semplice farsi tentare dalla curiosità e dall’esplorazione, assaggiando novità e sperimentando sapori. Dove la curiosità, appunto, è una delle colonne portanti di Danilo Bruno, al The Black Monday come al Bar Atelier.
Immagini courtesy Bar Atelier