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Alice Musso vince la finale italiana di The Vero Bartender promossa da Amaro Montenegro

Il cocktail del futuro punta tutto sulla sostenibilità e porta la firma di Alice Musso, la nuova vincitrice della settima edizione della finale italiana di The Vero Bartender 2025, svoltasi il 10 marzo allo Spazio Arca di Milano, dal tema 2165. Shaping the Future. La competition, creata nel 2016 da Amaro Montenegro, ha premiato la mixologist di Drink Kong e Nite Kong di Roma, per il suo Chronosphere. Un drink avveniristico dove, mentre tutto si evolve, Amaro Montenegro resta unico, autentico e contemporaneo.

La finale italiana di The Vero Bartender

Il futuro è oggi e ha già il suo cocktail. Si chiama Chronosphere ed è il drink con cui Alice Musso ha conquistato la Finale Italia di The Vero Bartender, la competizione internazionale promossa da Amaro Montenegro nel suo 140° anniversario. La sfida lanciata quest’anno ai bartender è stata quella di proiettarsi 140 anni avanti, immaginando la mixology del futuro nell’anno 2165. «Ho pensato a un domani realistico, possibile solo se ognuno di noi mantiene, rispetta e costruisce su ciò che il passato ci lascia di buono. E un esempio è Montenegro». Sulle note di Hans Zimmer, all’interno dello Spazio Arca, parla Alice Musso. Lei, 30 anni appena compiuti, non ha soltanto miscelato un cocktail, ma ha raccontato una storia che ha trasportato tutti i presenti nel futuro con la facilità di uno schiocco di dita.

L’importanza di competition come The Vero Bartender

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Con il suo cocktail Chronosphere, che esplora le trasformazioni climatiche del pianeta e interpreta il concetto 2165. Shaping The Future, Alice Musso ha battuto gli altri sette finalisti e si è guadagnata l’accesso alla finale Global del 9 aprile a Bologna in rappresentanza del nostro Paese.

Per ogni professionista la sfida è stata ambiziosa: immaginare come il mondo della mixology potrà essere nei prossimi secoli, valorizzando i 140 anni di storia di Amaro Montenegro, protagonista indiscusso della competizione. «Sono contenta di aver fatto parte di un gruppo di professionisti di così alto livello», racconta Alice dopo la vittoria.

Una gara tra fuoriclasse

A sfidarsi, a fianco di Alice Musso, c’erano infatti altri sette talentuosi concorrenti provenienti da diverse città d’Italia: da Roma, Luca Goracci de La Zanzara. Poi, da Torino, Marta Bracca dello Smile Tree e Federica Di Lella di Punto Sette. E ancora: Lalita D’Alessandro Inn Ale Cafè di Alessandria, Marco Giovani dell’Ecletica Lab di La Spezia, Christian Costantino del Marina Del Nettuno Yachting Club di Messina e Daniele Ventura di Smiley Steakhouse di Capo D’Orlando. Tutti hanno catturato l’attenzione della giuria con drink che esploravano diverse visioni del futuro, dimostrando eccellente padronanza tecnica e grande creatività. Le loro proposte hanno sfidato le convenzioni attuali nel mondo dei cocktail grazie a bicchieri biodegradabili o commestibili, all’utilizzo di ingredienti visionari e alla creazione di video coinvolgenti tramite l’AI.

«Partecipare a competition come questa non è solo questione di vincere o perdere. The Vero Bartender è come una palestra per la creatività. Ci ha costretto a uscire dalla zona di comfort, a confrontarci, a vedere come ognuno di noi lavora. Le persone che incontri durante le sfide possono diventare colleghi, amici o addirittura futuri datori di lavoro, quindi è importante esserci anche per il networking».

Originalità e futuro

Tra cambiamenti del 2165, nuove tendenze e scenari futuribili, un punto fermo è emerso da tutte le creazioni: mentre il mondo attorno si trasforma, «l’autenticità di Amaro Montenegro resta al passo portandosi dietro un’identità forte. E se Il futuro della mixology si evolve, la ricetta così versatile dell’amaro di Bologna continuerà sempre a rappresentare un pilastro su cui costruire», prosegue la vincitrice della competition.

Un cocktail che guarda avanti

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Alice Musso, che ha portato a The Vero Bartender la sua visione del domani radicata nella sua sensibilità ambientale, con Chronosphere non ha voluto raccontare «di macchine volanti o scenari fantascientifici», ma di adattamento ai cambiamenti climatici. «Sono molto attenta a questa tematica», rivela. «Sono diversi anni che studio ogni modo possibile perché il bar sia più sostenibile. Nel momento in cui ho visto il 2165 come orizzonte temporale, oltre che come tema della gara, mi si è accesa una lampadina: perché non portare la vera me, i miei studi e le mie aspettative, in un contesto così lontano?».

Per una mixology sostenibile e low cost

Alice ha immaginato un mondo in cui la mixology «sarà dominata da bevande low alcol e ingredienti biologici, con particolare attenzione alla sostenibilità». Il suo drink riflette questa visione: «Un cocktail leggero, solo 11% di alcol e con pochi zuccheri, che anticipa come i cambiamenti climatici modificheranno le nostre coltivazioni. Il mango nel 2165 sarà un frutto autoctono dell’Italia», racconta con sicurezza durante la presentazione. «I manghi sono già entrati a far parte delle coltivazioni mediterranee e tra 140 anni saranno a km 0, proprio come il cocco accostato allo sherry, che verrà coltivato nell’Andalusia».

Gli ingredienti del successo

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Nel suo cocktail, Amaro Montenegro (45 ml) è protagonista. «È un amaro molto facile da miscelare», spiega Musso. «Mi è bastato trovare quei punti cardine che fungano da bilancia ai sentori che già possiede come il richiamo alle erbe officinali e alle erbe balsamiche di montagna. Poi ho utilizzato i frutti esotici, cocco e mango, perché enfatizzassero la sua parte fruttata ma senza accentuarne quella zuccherina».

Particolarmente apprezzata dai giudici è stata l’associazione tra sherry e cocco, che Alice descrive come «un’unione di due mondi estremamente lontani. Lo sherry è un vino strutturato e lavorato, con una produzione particolare. Il cocco, invece, rappresenta la genesi della miscelazione che Montenegro ha saputo evidenziare».

Il verdetto della giuria

A giudicare speech e cocktail dei finalisti, una giuria di esperti di altrettanto livello: Rudi Carraro, Global Brand Ambassador Amaro Montenegro, Luca Bruni, head bartender del Depero Club di Rieti e vincitore della finale di The Vero Bartender 2024, Edoardo Nono, owner di Rita e Rita Tiki’s Room di Milano, Fabio Bacchi, fondatore di Roma Bar Show ed editore di BarTales. Tutti concordi sulla preparazione dei ragazzi in gara come della piacevolezza del drink di Alice Musso. «Un cocktail scultoreo», ha definito il drink Fabio Bacchi. «Nel bartending, oggi bisogna togliere e non aggiungere. Chronosphere ha lasciato percepire un lavoro fatto per ridurre all’essenziale le sensazioni più importanti del drink». Quando viene annunciata la vincitrice, l’emozione è palpabile. «Posso dire a nome di tutti che è stata una finale di quelle che entreranno nei libri di storia delle competition», commenta Rudi Carraro. «La qualità vista dietro al bancone oggi è stata di altissimo livello», ha chiuso tra gli applausi Edoardo Nono.

E mentre tutti lasciano lo Spazio Arca, con le note di Zimmer che ancora risuonano, è importante pensare che forse il futuro della miscelazione è già qui. E ha un ottimo sapore: quello di Chronosphere a base di Amaro Montenegro.

Immagini courtesy Amaro Montenegro

Articolo realizzato in partnership con Gruppo Montenegro