L’amore si trova in fondo al terzo bicchiere di Affinity: parola di un giornalista che, nel lontano 1907, segnalò per primo l’esistenza di questo cocktail. Tenendo conto della sua potenza alcolica, però, meglio sapere che potrebbe trattarsi di un’allucinazione.
Affinity cocktail, la storia
Siamo dunque all’inizio del secolo scorso, tra gli affollati sgabelli dei locali di New York City. A un certo punto qualcuno si inventa l’Affinity: non si sa chi, non si sa esattamente dove, però il drink piace e in un baleno la fama cresce. Il 28 ottobre 1907 eccolo comparire sulle pagine del quotidiano newyorkese The Sun.
La ricetta non è quella che conosciamo oggi. L’articolo parla infatti di shakerare un cucchiaio di zucchero, un dash di orange bitter, due parti di scotch whisky e una di vermouth italiano. Ad attirare l’attenzione è la recensione. Veniamo informati di cosa accade bevendone tre di seguito: “coloro che sono sopravvissuti all’esperimento” testimoniano di avere attraversato stati di alterazione sempre più esagerati.
Con un bicchiere l’orizzonte assume una tonalità rosata; con due, una personificazione di Wall Street promette guadagni faraonici. Infine, al terzo bicchiere “un’erbetta verde cresce tutto intorno, gli uccellini cantano appollaiati sui fichi” e in mezzo a questo trionfo bucolico “your affinity appears” (che ci piace tradurre con l’arrivo dell’anima gemella, e che mostriamo nella lingua originale perché potrebbe spiegare il nome del cocktail).
A proposito del nome: una seconda ipotesi chiama in causa il musical di Broadway The Soul Kiss, che in quegli anni era sulla cresta dell’onda e che comprendeva anche la canzone ‘My Affinity’. C’è chi sostiene che le due cose, drink e musica, abbiano trovato un modo di incontrarsi. Come spesso capita, avere conferme è impossibile. Resta dunque la suggestione.
La ricetta dell’Affinity cocktail
Nel corso dei decenni la ricetta dell’Affinity cocktail ha conosciuto grandi e piccole variazioni. Nella prima metà del XX secolo molti ricettari richiedevano proporzioni uguali per i tre ingredienti principali: è così che compare nell’autorevolissimo The Savoy Cocktail Book di Harry Craddock (1930). L’IBA ha invece optato per una maggiore presenza del whisky: qui di seguito la versione ufficializzata nel 1961 (prima edizione della lista).
Ingredienti
- 35 ml scotch whisky
- 15 ml vermouth dry
- 15 ml vermouth rosso
- 2 dash Angostura
Procedimento
Prendere un mixing glass, riempirlo di ghiaccio e poi aggiungere tutti e quattro gli ingredienti. Mescolare fino a ottenere un amalgama perfetta. Filtrare in una coppa precedentemente raffreddata.
Garnish
Non è obbligatoria, ma volendone una è bene puntare sulla scorza di limone.