Arnold Palmer (1929-2016) è stato la prima superstar del golf e ha pure inventato un cocktail analcolico che porta il suo nome. È una bevanda schietta e senza fronzoli. Un po’ come lui, almeno secondo chi l’ha conosciuto e che ammirava la sua capacità di restare un uomo del popolo, nonostante fosse un gigante dello sport.
Chi era Arnold Palmer
Il giorno della sua morte, 25 settembre 2016, la rivista Golf Week pubblicò un sentito articolo commemorativo. Vi si legge che “il suo contributo nel rendere popolare il golf non ha eguali. Il suo fascino seducente ha preso questo sport, che era un fenomeno da country club, e l’ha fatto diventare mainstream. In poche parole, l’ha reso figo”.
E ancora: “Per comprendere la sua popolarità, basta dire che Palmer, come Elvis Presley prima di lui, era conosciuto come The King. E, nonostante una vita piena di successi, non ha mai perso la sua umiltà. Era un uomo del popolo, disposto a firmare ogni autografo, stringere ogni mano e cercare di guardare negli occhi ogni persona che lo apprezzava”. Fra una stretta di mano e l’altra, ha Arnold Palmer ha anche creato un cocktail.
La nascita dell’Arnold Palmer cocktail
Leggenda vuole che Arnold Palmer stesse decidendo cosa mangiare a pranzo, presso un ristorante di Palm Springs. Era la fine degli anni Sessanta e lui era già famosissimo. Questo significa che i vicini di tavolo al suo arrivo si erano zittiti e avevano iniziato a tendere l’orecchio per capire cosa avrebbe ordinato. In quel momento lui si era rivolto alla cameriera, chiedendo tè freddo mischiato con una limonata. Pare che già da tempo fosse la sua bevanda preferita.
Subito una donna seduta nelle vicinanze alzò il braccio, poi il dito indice e, con voce briosa, disse: “Prenderò anch’io quell’Arnold Palmer drink”. Detto fatto, il cocktail era venuto alla luce e si diffuse a macchia d’olio grazie ai numerosissimi fan di Palmer, conosciuti come l’Arnie’s Army: gente paragonabile, per entusiasmo, agli estimatori delle boy band odierne.
L’altro Arnold Palmer
Salto in avanti di un trentennio. Il numero di agosto 1997 del magazine Rolling Stone ospita lo sceneggiatore Scott Alexander, sulla cresta dell’onda grazie ai film Ed Wood (Tim Burton, 1994) e Larry Flint – Oltre lo scandalo (Milos Forman, 1996). Alexander afferma che a Hollywood va fortissimo l’Half-and-Half, fatto con “metà tè freddo e metà limonata”.
Non è chiaro se sta parlando di una variazione dell’Arnold Palmer, che prevede tre parti di tè e una di limonata. Quelli di Rolling Stone non approfondiscono e dunque resta il dubbio: forse l’Half-and-Half è nato come twist dell’Arnold Palmer, forse no. Comunque, in una forma come nell’altra, ha conosciuto grande fama.
La ricetta del cocktail analcolico e come si prepara
Dunque la ricetta originale prevede 3 parti di tè freddo (niente intrugli industriali) e una di limonata appena spremuta. Si può shakerare e poi mettere in un bicchiere colmo di ghiaccio.
Si può anche versare lentamente un ingrediente e poi l’altro, in modo da evidenziare la divisione tra i due liquidi e garantirsi un effetto scenico d’impatto. Va da sé che la scelta del tè consente numerose personalizzazioni: ognuno adotti la più gradita.
Palmer preferiva il tè non zuccherato, ma non è vietato aggiungere sciroppo di zucchero, oppure di sambuco. Meglio però che la quantità sia contenuta: al massimo metà della limonata. In questo modo si può godere una maggiore rotondità, senza annullare le qualità dissetanti del cocktail.