L’ultima drink list del Backdoor43 celebra i bartender che hanno fatto la storia del locale più piccolo al mondo (4 metri quadri di superficie totale, 4 posti a sedere). La filosofia che sta dietro a questo spazio e la sua nuova carta sono raccontati da Emanuele Cosi, bar manager di Backdoor43 e Mag: due bar separati, ma strettamente connessi.
La drink list dei bartender Backdoor43
Nato nel 2015, Backdoor43 è presto diventato un’attrazione del Naviglio grande di Milano. È un salottino piccolo piccolo, più alto che largo, e regala l’opportunità di un dialogo intimo e serrato con il bartender piazzato dietro il minuscolo bancone.
Quest’ultimo aspetto ha contribuito alla fortuna del posto, ma ha subito reso evidente che il turno di servizio, per chi prepara i cocktail, è più impegnativo del normale. Spiega Emanuele Cosi: «È impensabile mettere una persona fissa 5-6 giorni su 7, perché impazzirebbe». Largo dunque all’alternanza, con i barman del Mag che si danno il cambio al Backdoor43.
In questo contesto «non è facile conquistare il cuore delle persone e crearsi una clientela affezionata», che torna proprio per ritrovarsi a tu per tu con uno specifico bartender. Ma, continua Emanuele Cosi, «c’è chi ha saputo farsi una piccola clientela, per esempio Mirko Turconi e Andrea Dracos».
I cocktail dei bartender
Nasce così la “drink list dei bartender”, che omaggia «i personaggi emblematici del Backdoor43». Dieci bartender, dieci cocktail da loro creati, altrettante cartoline contenute all’interno di una pochette a disposizione dei clienti. Su ogni cartolina il nome del barman, uno o più simboli che lo rappresentano e gli ingredienti della ricetta.
Facciamo tre esempi, giusto per capirci e senza voler mancare di rispetto a coloro che non menzioniamo. Flavio Angiolillo ha contribuito alla lista con Fruttatino Questo Americano. «È praticamente un Americano che viene lavato con dello yogurt alla fragola, per cui è molto morbido, ha sentori di frutta importanti e dà una sensazione setosa grazie al lavaggio con lo yogurt». Sulla cartolina che lo racconta ci sono anche delle marche da bollo della Francia (perché Angiolillo è francese).
Da Andrea Dracos a Carlo Dall’Asta
Lo Sweet Turin «è il drink di Andrea Dracos. È una specie di fizz sullo stile sour gasato fatto con vermouth dry, sciroppo di rum, un’acqua con mango e nocciole, lime e gassosa». Sulla cartolina troviamo uno scoiattolo e il timbro di Torino. La presenza del roditore è presto detta: «È un animale che va a caccia di nocciole, e la nocciola è un elemento chiave nella miscelazione di Andrea Dracos, oltre a essere un’eccellenza piemontese. Motivo per il quale Andrea la ripropone spesso in chiave torinese».
Terzo e ultimo esempio: il Biruwari, è il drink di Carlo Dall’Asta. «Carlo ha da sempre una passione per la birra e per il Giappone, e ha mescolato queste due cose dando vita a un drink che reinterpreta il Mizuwari, tipica bevanda giapponese per metà whisky e per metà acqua. In questo caso utilizzando una soluzione salina, un’acqua acida, un latte fermentato sciroppato di ananas, single malt scozzese e birra». Gli altri drink vanno provati direttamente in loco.
Immagini courtesy Backdoor43, Milano