Non capita spesso che i cocktail utilizzino ingredienti “da cucina”, ma il Bloody Bull lo fa. Il nome lascia intendere che siamo in presenza di una variazione del Bloody Mary. Il tocco in più è il brodo di manzo.
La storia del Bloody Bull cocktail
Nonostante si tratti di un drink relativamente recente, il Bloody Bull condivide con i grandi classici del passato un dettaglio: non è chiarissimo chi l’abbia creato.
La versione comunemente accettata identifica il luogo di nascita nella città di New Orleans e in particolare in un ristorante: quello gestito da Owen Brennan e aperto nel 1946 lungo le strade del quartiere francese. Il Brennan’s è ancora oggi famoso per i suoi brunch e proprio questi avrebbero originato il Bloody Bull.
L’invenzione sarebbe avvenuta nel corso degli anni ‘50, proprio allo scopo di offrire un brunch più ricco e originale. In parole povere: il Bloody Mary era un drink richiesto, in quel tipo di occasione, dunque, sembrò una buona idea allargare le opzioni confezionando un twist. Con il vantaggio, sostengono gli esperti, che il brodo di carne si amalgama alla perfezione con alcuni elementi del Bloody Mary, rendendolo più morbido.
La ricetta del Bloody Bull
L’IBA ha ufficializzato ingredienti e proporzioni del Bloody Mary, ma non ha fatto la medesima cosa con il Bloody Bull. Questo significa che in giro si trovano parecchie ricette, molto diverse le une dalle altre. Inoltre, non è stato possibile ricostruire quella originale del Brennan’s. E, curiosamente, il Bloody Bull non compare nel menu odierno del ristorante.
Il drink raccontato da Dale DeGroff
In cerca di una qualche autorevolezza, abbiamo scelto la versione inclusa da Dale DeGroff nel suo The Craft of the Cocktail (2002). Per amore di completezza, segnaliamo che altre fonti di prestigio utilizzano parti uguali di vodka, succo di pomodoro e brodo di manzo.
Ingredienti
- 45 ml vodka
- 90 ml brodo di manzo
- 60 ml succo di pomodoro
- 1 dash succo d’arancia fresco
- 4 dash di tabasco
- 1 pizzico di pepe
Procedimento
Prendere un mixing glass e mescolare per bene tutti gli ingredienti. Poi filtrare in un bicchiere contenente qualche cubetto di ghiaccio. Il bicchiere in questione può essere un goblet oppure una pinta. In alternativa si può utilizzare la tecnica build, quella cioè che prevede di preparare un cocktail direttamente nel bicchiere di servizio. In questo caso occorre preoccuparsi che l’amalgama sia ottimale, senza lesinare sulle mescolate.
Garnish
Una scorza d’arancia.