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Blue Moon, lo sconosciuto cocktail alla violetta

Non è noto come altri cocktail classici, ma il Blue Moon ha una sua ragione di interesse. Insieme all’Aviation è stato infatti uno dei primi drink ad abbracciare i liquori alla violetta.

La storia del Blue Moon

Come spesso accade, quando parliamo dell’era che precede il Proibizionismo, le notizie intorno al Blue Moon sono scarse. È ragionevole pensare che sia stato inventato da Hugo Ensslin (1878-1929). I motivi di questa ipotesi sono due: intanto è imparentato con l’Aviation, creato da Ensslin. Inoltre, la prima ricetta compare nella seconda edizione del libro Recipes for Mixed Drinks (1917): compilato da Ensslin e ultimo ricettario importante prima dell’avvento del Proibizionismo.

Insomma, tutto ruota attorno a Hugo Ensslin e agli anni a cavallo fra i secoli 19° e 20°. Più di così non è possibile raccontare. A parte segnalare che nei decenni successivi la ricetta del Blue Moon andrà incontro a molte variazioni.

Le molte ricette del Blue Moon

Un primo cambiamento avviene quando termina il Proibizionismo. Per ragioni non chiare, il vermouth scompare dall’elenco degli ingredienti e così pure il vino rosso. Ensslin li aveva previsti, però molti bartender degli anni ‘30 ne fanno a meno, trasformando di fatto il Blue Moon in un Aviaton grazie a un liquore brevettato da un produttore negli States e ricavato da petali di viola e frutti di bosco, miele, buccia d’arancia e vaniglia, utilizzato al posto della crème violette e del maraschino.

Il produttore americano utilizzò la ricetta originale del Blue Moon per promuovere il proprio prodotto, stabilendo un legame fortissimo. Tanto che nel 1969, quando il suo liquore smise di essere prodotto, il Blue Moon entrò nel dimenticatoio. Se qualcuno lo recuperava, lo faceva adottando un semplice liquore alla violetta, che dà un colore più chiaro.

Un cocktail dimenticato

Quando nell’autunno del 2009 il liquore americano alla violetta e frutti di bosco tornò in produzione, ormai il Blue Moon era diventato una sorta di tesoro nascosto. Roba da esploratori della storia dei drink. Non a caso il cocktail compare nel libro Vintage Spirits and Forgotten Cocktails (2009), a firma di Ted Haig. Il quale prescrive lo shaker al posto del mixing glass, adottato invece da Hugo Ensslin, e dice che «aggiungere il bianco d’uovo e una scorza di limone non nuoce affatto».

La ricetta del Blue Moon

In onore al passato riportiamo la ricetta che compare in Recipes for Mixed Drinks (1917), segnalando che il vino rosso è bene sceglierlo con un corpo leggero. Per completezza, però, ecco gli ingredienti di Ted Haig (in Vintage Spirits and Forgotten Cocktails): 60 millilitri di gin, 15 millilitri di succo di limone e 15 millilitri di liquore statunitense alla violetta e frutti di bosco o di crème violette.

Ingredienti

  • 45 ml gin
  • 15 ml vermouth dry
  • 1 dash orange bitter
  • 1 dash liquore alla violetta e frutti di bosco
  • vino rosso quanto basta

Preparazione

Prendere un mixing glass e inserire tutti gli ingredienti, tranne il vino. Aggiungere ghiaccio a cubetti e mescolare fino a quando la miscela è bella fredda. Filtrare in una coppa conservata in frigorifero e poi utilizzare un cucchiaio per versare delicatamente il vino, evitando che si mescoli con gli altri ingredienti.

Garnish

Nessuna.