Dimenticate gin, rum e whisky. Cactus Joe propone una straordinaria selezione di distillati di agave. Attenzione, però. Non si tratta né di un’agaveria, né tanto meno di un bar messicano. Il locale di Alzaia Naviglio Grande è un’insegna inedita con una proposta che, oltre a una selezione di cocktail moderni, offre fino a 100 etichette di derivati dall’agave, dal tequila al mezcal, passando per raicilla, sotol e bacanora.
Il team di Cactus Joe
A ideare Cactus Joe? Quattro grandi amanti del buon bere, Niccolò Caramiello, Stefano Rollo, Simone Filoni e Samuele Lissoni. I primi due sono noti a Milano: Caramiello e Rollo sono infatti i soci proprietari del cocktail bar Norah was drunk di Lambrate, il primo absinthe bar che due anni fa ha portato la cultura, quasi totalmente sconosciuta, dell’assenzio a Milano e in Italia.
Simone Filoni, celebre bar hopper milanese e amante di Norah was drunk, è un esperto in tema food and beverage, mentre Samuele lo potete scorgere dietro il bancone di Cactus Joe. In qualità di bar manager, Lissoni gioca con ricette e lavorazioni contemporanee tra tecniche, garnish e abbinamenti che vanno dall’umami allo spicy, in pieno stile asiatico.
Cosa assaggiare da Cactus Joe
Varcata la soglia del 62 di Alzaia Naviglio Grande, in un ambiente desertico, tra ferro, legno e cemento e un’imponente bottigliera, toccherete con mano, palato, vista e olfatto l’artigianalità dei grandi distillati di agave messicani. Non solo. Capirete anche come Cactus Joe si imponga meritatamente come primo cocktail bar per profondità, varietà e qualità della proposta di derivati dall’agave in città.
La drink list è pulita e diretta, frutto di uno studio verticale tra distillati ancora poco noti. Due le parti che la compongono: una selezione di 5 agave classics, classici contemporanei a base di agave studiati secondo lo stile del locale, e una carta di 14 drink moderni suddivisi in amaro, sour, dolce, spicy e umami. A loro si aggiunge un QR code che porta a una carta di circa cento distillati di agave provenienti dal Messico, a eccezione di un sotol texano, da degustare in purezza o in sostituzione a un classico della miscelazione nei cocktail della carta.
Tra i classici ci sono il Joe’s Margarita, il Fresh Paloma e il Cactus Negroni. Mentre tra i signature spicca la nota di pepe rosa e sale al rafano del Lucha Libre, arricchito di barbabietola rossa. Divertente e altrettanto profondo e complesso è il Daiquiri a chi? con l’aggiunta di malto di riso salato, lime, alga wakame e succo d’uva e infine Eva a base di gin, vodka e un pizzico di umami tra pomodorini, cipolline, capperi e sale.
Cosa mangiare nel nuovo locale sui Navigli
C’è spazio per sedersi da Cactus Joe. Ai tavoli in cemento con dettagli in legno incastonato, al bel tavolone principale e all’imponente bancone creato con materiali di recupero dal collettivo di giovani artigiani-designer Controprogetto, si assaporano cocktail e altre proposte semplici, artigianali e di qualità.
All’aperitivo predominano snack come mais tostato, chips di verdure croccanti, olive condite, guacamole e nachos viola, mentre all’ora di cena si aggiunge una selezione omaggio allo street food messicano italianizzata con materie prime nazionali. Ecco quindi, i tacos nelle versioni gambero, con salsa al falernum, arachidi e germogli o al salmone con guacamole, uova di salmone, cavolo cappuccio e sesamo nero. O ancora con manzo, salsa capperi e acciughe, tartufo nero, parmigiano e nocciole.
Immagini courtesy Cactus Joe, credits Glauco Canalis