Il Cape Codder è un cocktail dalla semplicità disarmante che ha attraversato diverse fasi, dal grande successo al più buio dimenticatoio. Ci sono le note acide e al tempo stesso dolci del mirtillo unite alla potenza della vodka. Tante sono state le sue varianti che oggi si può dire che non esista una vera ricetta codificata. Tutto dipende da voi, dalla vostra curiosità di osare.
Cape Codder, c’è sempre una prima volta
Vodka e succo di mirtillo. La ricetta del Cape Codder è così, semplice semplice. Peccato che non sia altrettanto la sua storia che appare invece fumosa, soprattutto per quanto riguarda le origini. Dunque, per raccontare tutto di questo cocktail si deve partire da questi due ingredienti.
La prima volta che si sente parlare di questo binomio perfetto è il 1945. Siamo in New England e la nota cooperativa di agricoltori Ocean Spray punta tutto su una strategia di marketing che incoraggia le vendite di succo di mirtillo associato alla vodka. Il mirtillo non è più considerato un frutto stagionale, ma diventa la base di un drink che si può bere tutto l’anno.
Il cocktail che spinge sul consumo del frutto violaceo si chiama Red Devil, poi ribattezzato come Cape Codder o Cape Cod dagli abitanti della più famosa località turista del Massachusetts. Passano 11 anni e Trader Vic’s, la catena di ristoranti a tema polinesiano, si innamora di questa ricetta facile e beverina e, aggiungendo il lime e soda, lo ribattezza Rangoon Ruby. Un cocktail che viene così citato anche nella Trader Vic’s Bartender’s Guide di Victor Jules Bergeron del 1972.
Le altre varianti
Il Cape Codder continua la sua migrazione da una drink lista all’altra finche non raggiunge il massimo del successo negli anni ‘80. Aggiungendo un altro succo, le variazioni diventano poi infinite.
Il Sea Breeze con il succo di pompelmo, il Madras che invece include una spruzzata di succo d’arancia e Bay Breeze che richiede soltanto del succo d’ananas. Aggiungete una spruzzata di soda e otterrete The Rose Kennedy, dal nome della mamma di John F. Kennedy. Naturalmente, il Cosmopolitan è il riff più leggendario e più recente che vede il Cape Code preparato con triple sec, succo di lime servito in un bicchiere Martini.
La ricetta del Cape Codder
Il Cape Codder ha subito negli anni diverse modifiche e aggiunte di ingredienti, questo è chiaro. Se volete provare a riprodurlo consigliamo la ricetta descritta da David Wondrich nel suo libro Spirits & Cocktails in cui prevede 45 ml di vodka miscelati in un highball a 15 ml di succo di lime e 75 di mirtillo.
La decorazione? Una scorza di lime. Facile come berlo.