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In alto il sipario. Le notti di Carola Abrate, co-founder di Dirty a Milano

La notte è un punto di ritrovo per chi non riesce a prendere sonno e un teatro dove ognuno abbandona la propria maschera. Un luogo di liberazione dagli schemi, in cui cadono tutte le inibizioni e si crea un’alchimia impossibile da spiegare a parole. «Ho iniziato a prendere parte a questa magia all’età di 17 anni. Quando calano le tenebre hai la sensazione che nessuno possa guardarti e giudicarti, quindi cerchi dei posti frequentati da persone compatibili con te. Individui che stanno vivendo il tuo stesso viaggio, lo stesso percorso», racconta Carola Abrate, bartender e co-founder di Dirty, il cocktail bar che ha conquistato le notti milanesi.

Dirty, il locale amato dai bartender

«L’idea del locale è nata per riempire una fascia oraria che in questa città non era ancora stata scelta. Volevamo dare l’opportunità a persone che lavorano nel nostro settore di avere un posto per loro. Di ritrovarsi con altri che, come noi, gli amici hanno smesso di chiamare per il compleanno del sabato sera perché non c’erano mai. All’inizio aprivamo alle 19 ma poi gli ospiti hanno fatto il resto, preferendo una fascia oraria più tardiva. Adesso da mezzanotte alle tre e mezza riusciamo a regalare, pur non facendo nulla di particolare, un momento significativo a coloro che prima non ce l’avevano».

Dentro a un rettangolo brutalista con le pareti sporcate da graffiti che omaggiano Jean-Michel Basquiat, ogni notte da Dirty è diversa dall’altra. L’atmosfera liberatoria e di festa fa abbandonare i problemi del quotidiano: quando partono canzoni revival si canta a squarciagola, lasciando spazio solo ai ricordi belli. Mentre suonano note hip-pop, si sprigiona la rabbia della strada e qualcuno gioisce per avercela fatta, dopo tanti momenti di sofferenza. Perché l’oscurità non è solo spensieratezza.

La magia della notte di Carola Abrate

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Gli spot di luce inquadrano i tavoli come in un teatro dallo stile brutalista

«Forse la notte mi ha tolto più di quello che mi ha dato. Tanti rapporti sono finiti perché spesso c’è poca comprensione verso chi lavora in notturna. Gli altri ti vorrebbero con sé nelle ore canoniche e non riescono ad accettare una vita al contrario», confessa la mixologist e imprenditrice. «Allo stesso tempo però, la notte mi ha dato dei punti di vista differenti. Mi ha regalato tanta pazienza e lungimiranza, insegnandomi a gestire le persone che mutano quando cala il sole. Negli anni ho imparato a gestire i demoni degli altri oltre ai miei, e questo penso sia un grande dono. La notte mi ha anche dato leggerezza, indubbiamente, fornendomi quell’alibi per vivere le cose in modo più easy».

Strumenti che, per un’anima tormentata, si rivelano cruciali, specialmente quando le fragilità prendono il sopravvento. «Essere fragili è una cosa stupenda ed è una delle mie virtù più belle. La rabbia non fa parte del mio mondo, anche se all’inizio, quando è nato Dirty, se ne parlava molto. Sono stata spesso delusa, amareggiata, ma ho sempre trovato il modo di uscirne fuori perché quello che accade all’esterno è il riflesso di ciò che ho dentro», rivela Carola Abrate, che nutre la sua parte spirituale leggendo di psicologia, scienza e cultura. Specialmente quella orientale perché «nel sud-est asiatico le persone spesso non hanno niente, ma riescono a sorridere sempre».

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Immagini credits ­­­­­­Julie Couder per Coqtail, riproduzione vietata