Nei tempi che furono, quando la mixology era ancora giovane, lo Champagne Cocktail ha goduto di grande fama. In anni recenti, chissà mai perché, non è stato protagonista di un ritorno paragonabile a quello di alcuni colleghi dell’epoca, come il Negroni o l’Old Fashioned. E questo nonostante il basso tenore alcolico lo renda molto versatile: si può berlo un po’ a ogni ora del giorno, insomma, senza rischiare barcollamenti poco eleganti.
La storia dello Champagne Cocktail
A un certo punto lo Champagne Cocktail è stato inventato. Da chi non si sa, quando nemmeno. Siamo nella preistoria della mixology, cioè il periodo precedente al 1862 e alla pubblicazione del libro Bar-Tender’s Guide. In questo testo il leggendario Jerry Thomas trascrisse per la prima volta le ricette di moltissimi drink, modificando quella che fino a un attimo prima era stata una tradizione prettamente orale, dunque impossibile da ricostruire. Ma Thomas fu spesso avaro di indicazioni e, per esempio, non fornì dettagli sulla nascita dello Champagne Cocktail.
In realtà esiste una menzione su carta stampata che precede il 1862. Compare nel 1855, all’interno del libro/reportage Panama in 1855, storia della costruzione della prima linea ferroviaria transcontinentale: 77 chilometri di rotaie che univano l’oceano Pacifico e l’oceano Atlantico. In questo caso la ricetta dello Champagne Cocktail è leggermente diversa da quella di Jerry Thomas, ma il dna è il medesimo e consente di affermare che il drink esisteva già prima del 1855. Di più non si può dire.
All’inizio si preparava in modo diverso
Il volume del 1855 tralasciava le proporzioni fra gli ingredienti, poiché il reportage non era pensato per i professionisti della mixology. Consente però di scoprire che il drink veniva servito in un tumbler colmo di ghiaccio tritato ed era fatto con sciroppo di zucchero, bitter e champagne. Manca all’appello il cognac, oggi considerato essenziale.
La prima edizione del ricettario di Jerry Thomas conferma il tumbler e il ghiaccio tritato, ma sostituisce lo sciroppo con lo zucchero. Anche in questo caso niente cognac. La terza edizione si avvicina alla ricetta attuale: al posto del tumbler è indicato un goblet e compare la zolletta di zucchero. Ma non il cognac, che viene incluso solamente nel 1937, grazie al libro di William J. Tarling, Cafe Royal Cocktail Book. Dove ne viene prescritto: «quanto basta», ovvero nella misura di un dash.
La ricetta dello Champagne Cocktail
Lo Champagne Cocktail è entrato nel ricettario IBA con l’edizione del 1986. Qui di seguito le indicazioni per prepararlo.
Ingredienti
- 90 ml champagne
- 10 ml cognac
- 2 dash angostura
- 1 zolletta di zucchero
Procedimento
Inumidire la zolletta di zucchero con l’angostura e posarla sul fondo di un bicchiere da champagne. Aggiungere il cognac e poi, gentilmente, lo champagne.
Garnish
Una scorza d’arancia e una ciliegina al maraschino.