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Chicha morada, la sorella analcolica del Pisco Sour

Popolare già in epoca precolombiana, la Chicha morada ha resistito alle ingiurie del tempo (e degli invasori): ancora oggi è la bevanda più amata dai peruviani, che spesso la preferiscono ai grossi marchi stranieri. In termini di tradizione culinaria è la sorella analcolica del Pisco Sour: per il Perù ha una simile funzione di portabandiera.

Cos’è la Chicha morada

La Chicha morada è una specie di tisana ottenuta a partire dal mais. Non una varietà qualunque, bensì quella che ha trovato il proprio terreno ideale sulla Cordigliera delle Ande: in spagnolo questa pianta si chiama maíz morado e ha un caratteristico colore viola scuro.

La ricetta tradizionale non è certificata con esattezza, ma possiamo ricostruirla a grandi linee. Prevede di immergere il morado in acqua insieme a scorze di ananas, a pezzetti di mela cotogna, a cannella e chiodi di garofano. Portare a ebollizione, poi filtrare in un contenitore e lasciare raffreddare. Quando la temperatura si è abbassata, aggiungere zucchero e limone.

Si può consumare come non ci fosse un domani, confidando nel suo potere dissetante e nelle sue qualità benefiche. È antiossidante e antinfiammatoria, per esempio, e aiuta ad abbassare la pressione sanguigna e il colesterolo.

Dagli Inca ai giorni nostri

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Secondo alcune fonti storiche, il consumo della Chicha morada era molto diffuso quando ancora la civiltà Inca non si era affermata. Non è facile essere precisi, in questo caso, ma stiamo parlando dell’epoca precedente il 1150 d.C.

La successiva conquista spagnola (1532-1572) non intaccò la popolarità della bevanda, che continuò a comparire sulle tavole dei colonizzati. Qualche anno dopo anche gli europei iniziarono a berla. Col tempo ne compresero l’importanza antropologica e così nella seconda metà del XIX secolo comparirono i primi resoconti scritti su come veniva preparata.

Produzione casalinga e industriale

La Chicha morada si può fare in casa, e va da sé che si tratta della versione più affascinante. In linea di massima la ricetta domestica segue le indicazioni fornite qualche riga fa. Avendone la possibilità, l’assaggio è obbligatorio.

È anche prodotta a livello industriale: in forma di polvere solubile e di concentrato (in entrambi i casi basta aggiungere acqua), oppure come bevanda fatta e finita, imbottigliata e pronta all’uso. Gli esperti sostengono che quest’ultima sia la migliore, dopo quella casalinga.