Cocktail estivi ecco 5 classici per sopravvivere all’afa

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Secchi, agrumati e limpidi: cinque cocktail estivi storici che vi faranno sentire “come nuovi”

L’estate al bancone ha lo stesso sollievo di quando ci appoggiamo i gomiti sopra –magari a fine giornata e i cocktail estivi sono la chiave per raggiungerlo.

Per le labbra è come stare a bordo piscina perché quando il drink è fresco il sorso dev’essere rilassante. Il bello di un cocktail è che al suo interno ogni ingrediente ha il suo comfort, il suo posto riservato –come su un aereo e la fase del decollo avviene quando il bicchiere s’inclina e il gusto ci arriva dritto sul palato. Un assaggio diventa quindi un viaggio, in estate, al bancone.

Con i drink si può andare ovunque, dal Messico al Perù e non servono valigie. È nei bicchieri che c’è posto anche per il souvenir migliore di tutti: il retrogusto. Che sia poco o più amaro, che sappia anche solo di un granello di zucchero, dissetante o così esigente da persistere.

È arrivata la stagione più calda dell’anno e noi la stavamo aspettando proprio per rincarare la dose. E per rinfrescarci la memoria.

I classici, quelli del sorso sicuro, dai colori mai sbiaditi, sempre comodi nello stesso bicchiere: sono i cocktail estivi, quelli in cui il buonumore è alcolico!

Se siete dei bevitori fidati sappiate che di questi cinque drink che vi proponiamo oggi non ci si può che fidare: è come farsi una bella nuotata a occhi chiusi ma in una coppa di sapori che bisogna ricordare.

Ecco i cinque classici cocktail estivi che non vi faranno perdere il senso dell’orientamento

Pisco Sour

Potremmo definirlo un cocktail giramondo. Nasce a Lima, in Perù, e il merito è tutto di un americano. Grande spirito di adattamento? Pare di si. Sta di fatto che a Victor Morris piaceva avere delle alternative e lui voleva trovarne una anche per il whiskey sour. Ha fatto centro, al centro di Lima, tant’è che il Pisco Sour è diventato addirittura bevanda nazionale. Col tempo è stato perfezionato –ci sono addirittura le proteine dell’uovo, per un’estate energica che nel Pisco Sour trova la sua giusta carica. Oltre all’albume, il Pisco –distillato d’uva che conta una percentuale di alcol pari al 38%-, l’acidulo del succo di limone che bisticcia piacevolmente con lo sciroppo di zucchero. Va servito in un flute o in un old fashioned e completato con qualche goccia di angostura o di amaro peruviano. Un drink spumoso (o spumeggiante), tenue nei colori –non nei sapori.

French 75

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È la colonna sonora di un’estate che trascorre lenta. È un perenne aperitivo, un azzardo soft e un effetto sparkling così lucente che anche il sole lo invidierebbe. Il French 75 è un vecchio drink che non ha rughe –quelle bolle stanno a significare che il cocktail ancora respira nel panorama mixology attuale. È un’aria diversa ma l’intenzione non è certo quella di restare in apnea. Vuole emergere questo cocktail così tanto alla francese e così simile al Tom Collins se non fosse per lo champagne che, inaspettatamente, col limone lega tantissimo. Il French 75 nasce intorno al 1930 e si serve come allora in una flute o in una coppetta: slancio ed eleganza per una miscela alcolica frizzante e cristallina che esalta il sapore mai irriconoscibile del gin. Lo champagne va versato alla fine, proprio come una donna a cui piace farsi aspettare. Raffinato, estremamente semplice: per un’estate che è un po’ come un anello al dito.

Paloma

C’è da fare una scelta tra un tramonto da vedere e uno da bere perché il tiki drink messicano ha gli stessi colori e le stesse sfumature che fa il sole in quel bicchiere senza il fondo che è il cielo. Ma il Paloma non è un cocktail che tramonta. Anzi, con l’estate sembra quasi avere sette vite perché il drink di beve e si ribeve. Agrumato, salato, più o meno un Margarita che arrossisce: anche il Paloma è a base di tequila. C’è il lime, il nettare di agave e il pompelmo: alcolico e vitaminico, il drink viene miscelato all’interno di un highball con abbondante ghiaccio. Il Paloma è il cocktail della spensieratezza in riva al mare, fresco, dissetante e bello da vedere. Una coloratissima alternativa al più elegante Margarita.

Margarita

Ha lo stelo proprio come una margherita il sombrero, la coppa riservata al drink nato in Messico e che nonostante l’età (più che) adulta preserva una freschezza per la quale il Margarita mantiene sempre una splendida forma. Sour, è un colpo secco ad ogni sorso: ma ogni sorso fa da calamita a quello successivo. Il cocktail nasce tra il 1930 e il 1940 e ha un cuore liquido che batte -anzi scorre- di tequila, succo di lime o limone e Triple Sec, un liquore francese all’aroma di arancia. Anche il Margarita ha la sua corona di piccoli cristalli di sale, tenendo conto che quest’ultimo è un po’ il braccio destro dell’acquavite messicana. Il drink è perfetto come pre-dinner e come after dinner: alleggerisce la bocca quasi purificandola. Bianco e incontaminato, il Margarita si conferma tra i must drink della stagione estiva.

Immagine di copertina – Margarita di Federico Volpe, Bar Manager del Dry Milano

Daiquiri

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Il Daiquiri ha il gusto di Cuba e il nome riprende proprio una delle spiagge più famose. È un drink a cui serve poco per fare un’ottima figura. Essenziale, limpido, ogni assaggio è disarmante. È forte la potenza del rum bianco, protagonista in apnea della coppa dove viene servita la miscela alcolica. Il Daiquiri appartiene alla categoria del bere secco e unisce il succo di limone o lime – purché ben maturi- e lo sciroppo di zucchero. Meglio assaporarlo con rum cubano preferibilmente ambrato perché con lo zucchero di canna bianco e con il lime dialoga senza intoppi. Il drink va shakerato. Ne esiste anche la versione frozen, la cui consistenza è più granulosa. Ce ne sono di varianti –come quelle alla frutta. Ma il Daiquiri è il drink della purezza e come tale va gustato senza troppi fronzoli.