Esiste un superalcolico ottenuto dall’agave e che non è messicano: si chiama cocuy ed è un prodotto tipico del Venezuela. Talmente radicato nella tradizione locale che è stato dichiarato patrimonio culturale, ancestrale e naturale dello Stato sudamericano.
Cos’è il cocuy
Il cocuy è un distillato. La materia prima sono le piante di agave che crescono principalmente negli Stati venezuelani di Falcón e Lara. Nello specifico, parliamo della specie che va sotto il nome di Agave cocui (con la “i”).
Esiste un distillato simile: si chiama cucui (o anche coecoei) e viene fatto sull’isola di Aruba, che appartiene al Regno dei Paesi Bassi e si trova dall’altra parte dell’oceano, rispetto alla madre patria. È infatti bagnata dal Mar dei Caraibi e proprio la vicinanza alle coste venezuelane spiega l’esistenza in loco di piante d’agave non troppo diverse da quelle utilizzate per il cocuy. Nelle prossime righe ci occuperemo però solamente del distillato continentale.
Come si produce il cocuy
A oggi non esiste un disciplinare esaustivo che indichi quali devono essere le caratteristiche e la lavorazione del cocuy. La sua produzione non è però priva di un inquadramento giuridico ed è quindi possibile tracciarne i requisiti principali. A maggior ragione tenendo conto del fatto che esiste la DOC del cocuy pecayero, ottenuto dall’agave che cresce nel comune di Pecaya (nello stato di Falcón).
Mettendo insieme le informazioni si ottiene che la lavorazione è artigianale. Il punto di partenza è l’agave cocui matura, che viene affumicata in forni scavati nel terreno. Le fiamme sono alimentate con legna e la cottura è a fuoco lento: può durare da tre a otto giorni.
Trascorso questo periodo l’agave viene fatta raffreddare e poi tritata e spremuta. Il succo è sottoposto a un processo di fermentazione, che nella maggior parte dei casi è avviata ricorrendo a lieviti indigeni. Il liquido è successivamente messo all’interno di alambicchi costruiti sulla scorta di quelli introdotti durante la colonizzazione spagnola. Il più delle volte la distillazione è doppia.
A questo punto il cocuy può essere imbottigliato senza ulteriori accorgimenti, a parte un’eventuale diluizione con acqua per portare la gradazione a un massimo di 50 gradi. È però possibile effettuare un periodo di affinamento in botti di legno, o anche una fase di macerazione con parti di agave, erbe e piante.
Come si consuma
Come nel caso di altri distillati, in particolare tequila e mezcal, anche il cocuy si degusta liscio, con eventuale ghiaccio a parte. In presenza di temperature torride è consentito raffreddarlo in frigorifero, ma è comunque sconsigliato annacquarlo. Le note organolettiche, che richiamano quelle del mezcal, lo rendono inoltre un ottimo ingrediente per i cocktail.
Berlo al di fuori del Venezuela non è semplicissimo. La produzione non è tale da garantire esportazioni massicce: in primis perché occorrono sette, otto anni per portare a maturazione la pianta di agave, ma anche perché il mercato interno assorbe gran parte della richiesta. Segnaliamo infine che solo una porzione del cocuy è ricavato da agave al 100% (è lo spirito più pregiato) e che il grosso degli imbottigliamenti avviene senza un precedente passaggio in legno.