L’accoglienza resta la vocazione di Combo Torino che apre le porte ai minori rimasti temporaneamente senza famiglia
Combo è un hub dell’hospitality di nuova generazione nato da un’idea dell’imprenditore Michele Denegri in cui sono stati raccolti insieme punti di ristoro, spazi culturali e attività d’incontro: “Un bar, un ristorante, una radio, una galleria d’arte, un palco, un ostello, un giardino, un punto di vista, una prospettiva”.
E molto altro ancora.
Combo ai tempi del Coronavisus
A pochi mesi dall’apertura i concept Combo, aperti tra Torino, Milano e Venezia, hanno visto prima un susseguirsi di numerosi turisti e viaggiatori soffrendo poi, come tantissime strutture di ricezione, dello stop temporaneo dei servizi a causa del lockdown da Coronavirus.
Combo Torino
Oggi però, ancora in piena emergenza, gli spazi storici di Corso Regina Margherita, realizzati da Augusto Contract, non smentendo la loro vocazione all’ospitalità, rinascono.
Combo a Torino infatti riapre le sue porte diventando una casa di accoglienza momentanea dedicata a quei bambini e ragazzi che hanno i genitori ricoverati in ospedale per Covid.
Cos’è Casa Combo
per questo è stata chiamata Casa Combo, l’iniziativa di Opera Torinese del Murialdo che, con la sua cooperativa EduCare insieme alla cooperativa Liberitutti, e a Combo ovviamente, ha pensato di unire le forze e prendersi cura di quei minori i cui genitori sono impegnati nella battaglia contro il virus.
L’obiettivo è dare conforto a quei giovani rimasti soli attraverso il sostegno di educatori e psicologi, sfruttando gli spazi e l’energia positiva che si trovano all’interno dell’ex caserma dei vigili del fuoco di Porta Palazzo.
Combo Torino per i giovani
“Una casa dove i ragazzi potranno sentirsi bene e sicuri, essere ascoltati, condividere le emozioni e imparare cose nuove, vivere un’esperienza rassicurante e piena di stimoli”, si legge nella nota che hanno reso noto congiuntamente EduCare, Combo e Liberitutti.
Una risposta pronta all’affidamento di urgenza disposto dal Comune di Torino che garantisce a quei ragazzi di trovare negli spazi torinesi tutta l’ospitalità e il sostegno necessari per non sentirsi abbandonati all’emergenza.
L’obiettivo? Il progetto nella fase iniziale è stato pensato per coinvolgere fino a 14 ragazzi in 7 stanze dove i fratelli restano uniti e soggiornano nella stessa camera. Il numero dei giovani ospiti potrà però aumentare in base alla richiesta. Anche se tutti sperano che non ce ne sarà mai bisogno.