A Roma c’è Culto, un cocktail bar nel cuore di Trastevere che fa tutto in casa: dagli sciroppi per i drink al food pairing di accompagnamento, con uno chef dedicato. La cocktail list del locale annovera i grandi classici di Culto e signature che giocano con i sentori più originali: ci sono persino i porcini.
Culto cocktail bar, una nuova promessa per Roma
“Saremo presto il vostro unico credo”. A metà tra una promessa e una nota a piè di pagina, quello che si legge sul sito ufficiale di Culto, cocktail bar in zona Trastevere, sembra dire che, se non avevate mai sentito parlare di questo locale, vi conviene subito recuperare.
Per gli amici che sono a Roma, l’indirizzo è Vicolo del Quartiere, 7/a -nei pressi di Piazza Trilussa. Per chi vive fuori, questa news sarà in cima alla to do list della prossima gita nella Capitale.
Ma cos’è Culto Trastevere?
È un concetto alcolico che prima era tutt’altro, ossia un negozio di articoli religiosi. E poi? Si vede che per Gloria Bufi, ideatrice del cocktail bar, le cose sacre sono altre. Per esempio, un drink da bere all’ora dell’aperitivo. O la tartare in abbinamento a quel drink.
È così che è nato Culto ed è così che, accanto a Gloria, sono arrivati Andrea Amici e Luca Giardino. Ma c’è anche un altro socio, che è l’anima food del locale, ossia lo chef Luca Grasso. Una proposta carnivora, ma non completamente -perché il food pairing con i drink include anche qualche proposta vegetariana.
L’offerta food e beverage fa a sua volta pairing con un’atmosfera che è assolutamente vietato profanare e che è fatta di lampadari di cristallo che pendono dai soffitti di cemento. Luci soffuse, maestosi tavoli di legno e una vetrata in cui spicca il logo del locale, un cuore anatomico.
Al bancone
Inutile dire che, per tutti i cocktail lover, il posto più sacro di Culto Trastevere è il bancone, alla cui guida c’è il bar manager Giorgio Menotti (il cui savoir faire ha un’impronta a cinque stelle e internazionale, avendo esperienza nel circuito dell’hotellerie londinese), affiancato nel cocktail bar romano dal bartender Marco Alberto Polidoro.
Il bello dei drink di Culto, sta proprio in un rito: la sperimentazione, il tentativo. Al bancone si creano gli sciroppi e i fermentati, dai piatti nascono i drink, perché gli ingredienti chiave di ciò che lo chef Luca Grasso pone al centro del piatto, i due bartender lo fanno stare persino nel bicchiere. La regola di Culto è la stagionalità delle materie prime utilizzate, specialmente per le miscele.
I mocktail di Culto Trastevere
La drink list parla chiaro: c’è posto per tutti, addirittura per quattro proposte alcol free piuttosto aromatiche. Del Mo-Gi spiccano le note di agrumi e zenzero. Nel Mo-Tonic, oltre allo zenzero, ci sono anche kiwi e lime. Mo-Mule e Mo-Sour hanno un’etichetta di gin molto familiare, sì, ma in versione analcolica. Mo-Mule ci unisce giustamente la tonica e Mo-Sour vi affianca rosmarino e lime.
I grandi classici
Ci sono poi i grandi classici, quelli sacri, ma reinterpretati. Ci sono i Culto Classic, che puntano soprattutto ai drink di rito dell’aperitivo, come il Sacro Spritz con soda, prosecco, bitter del prete e aperitivo. C’è poi il Cardinale con vermouth francese, cedro, bitter all’arancia e gin. Da provare anche il Kahulu sempre con vermouth francese e orange bitter, whisky e bergamotto.
I signature drink di Culto Trastevere
La sezione più distintiva della drink list di Culto Trastevere è quella dedicata ai Signature. Ce ne sono otto in tutto e sono un gioco di consistenze, profumi e gusti, supporti alcolici, cibi. Ogni proposta è dedicata a una divinità nordica.
Gli otto divini
Divino è il cocktail Thor, perché ha tutta la freschezza del gin unito a zenzero e lime. Oppure il Jordh, che sembra stare nel mezzo tra autunno ed estate perché combina il whisky a castagna e ancora lime.
Il drink Kvasir aggiunge note Brûlé ad arancia e bitter, ma da assaggiare almeno una volta è il drink Heimdall, ossia un equilibrio di vodka e pera. Ancora a base di vodka, ma unita a kiwi e rosmarino è il cocktail Loki.
Imperdibile Frigg, un drink che è un vero e proprio rinforzo d’agave perché, oltre a questa, vi sono anche tequila e mezcal. Oltre a jalapeño, lime e zucca spicy. Infine il cocktail Baldrer a base di rum, kiwi e cacao e il drink Odino, interessante proposta a base di mirto, funghi porcini e whisky.
Vicino Piazza Trilussa a Trastevere, c’è un locale che si firma con una promessa. Diventerà l’unico credo dei drink lover di tutta Roma? Probabilmente sì.
Immagini courtesy Culto