Isaac Newton ha detto: “La verità si ritrova sempre nella semplicità, e non nella confusione delle cose”. I distillatori hanno risposto chi se ne frega e hanno deciso di chiamare la medesima cosa con tre nomi diversi: rum, rhum e ron sono termini che identificano lo stesso distillato.
Differenza tra rum, rhum e ron
Qualche differenza c’è, ma è anche vero che non è vincolante: nel senso che i produttori possono adottare liberamente una denominazione a prescindere dalle caratteristiche che sottende. C’è confusione, insomma. Per evitare di perdersi, ecco le coordinate di base.
Rum
Un rum deriva dalla distillazione del succo di canna da zucchero o della melassa. Di solito si chiama così nelle regioni anglofone, per esempio quelle che appartengono al Territorio d’oltremare britannico (Isole Vergini, Antigua e Bermuda) e al Commonwealth delle nazioni: Giamaica, Bahamas, Barbados, Saint Lucia, Trinidad e Tobago. Il grosso del rum che si trova sul mercato è a base di melassa, ha un colore scuro e un gusto pieno e avvolgente.
Rhum
Il termine rum si utilizza pure negli stati francofoni, dove però esiste anche la parola rhum. Si riferisce al solo distillato di succo dello zucchero di canna, e non a quello di melassa. È prodotto in posti come Guinea Francese, Guadalupa, Haiti, Anguilla e Reunion. Il più famoso è però quello della Martinica: è il cosiddetto rhum agricole ed è l’unico a godere di una denominazione d’origine (in francese AOC). In linea di massima, il rhum è più secco e robusto rispetto ai rum a base di melassa (anche quelli “inglesi”).
Ron
Infine, la parola ron è adottata nelle zone dove si parla lo spagnolo. Vedi il caso di Colombia, Nicaragua, Costarica, Panama, Guatemala, Venezuela, Cuba, Santo Domingo e Portorico. Volendo tentare una distinzione di massima, possiamo dire che il ron tende a essere più leggero, in termini di corpo e gusto, rispetto al rum. E questo nonostante la maggior parte di quelli in commercio abbia come materia prima la melassa: esattamente come il rum.
