Camminando per le vie di Bassano del Grappa, non si può fare a meno di sentire nell’aria il profumo della storia. Questa cittadina veneta, incastonata tra le Prealpi e il fiume Brenta, custodisce un tesoro liquido che da 245 anni delizia i palati di tutto il mondo: la Grappa dell’antica Distilleria Nardini.
Distilleria Nardini, dal 1779 a oggi
Le origini della Distilleria Nardini partono proprio dal Ponte Vecchio, recentemente elevato a monumento nazionale, su cui sorgeva l’antica distilleria. Nel lontano 1779, Bortolo Nardini, un visionario del suo tempo, ebbe l’intuizione che avrebbe cambiato il corso della storia della distillazione italiana. Acquistando l’Osteria al Ponte, Bortolo non si limitò a produrre grappa: creò un’esperienza, un luogo d’incontro strategico tra diverse culture, proprio nel cuore pulsante dei commerci tra Venezia e le terre austriache.
Oggi, quasi due secoli e mezzo dopo, Nardini non solo mantiene viva questa tradizione, ma la rinnova continuamente. Lo confermano le nuove generazioni che ne apprezzano la sua grappa nei cocktail e i cultori che l’adorano neat. E quest’anno, per Nardini, la distilleria più antica d’Italia, è un grande anniversario che racchiude l’inizio di un racconto dal passato glorioso e dal presente innovativo.
Un patrimonio che si apre al pubblico
Per questo, un’emozionante novità sottolinea il legame tra ieri e oggi: Distilleria Nardini per i suoi 245 anni compiuti di recente ha infatti riaperto al pubblico i suoi luoghi storici. Sotto il famoso Ponte Vecchio, progettato da Palladio, i visitatori possono ora immergersi in un vero e proprio viaggio nel tempo. L’ingresso, che ospita l’odierna Grapperia, è già di per sé uno straordinario biglietto da visita, dove la storia di questa grande famiglia sembra scolpita a ogni angolo.
Michele Viscidi, al timone dell’azienda quale amministratore delegato e presidente di Nardini, nonché testimone di sesta generazione da parte di madre, sottolinea l’importanza di questa apertura: «Ogni spazio, come ogni nostra bottiglia, racchiude due secoli e mezzo di dedizione e maestria. Ora, aprendo i nostri luoghi storici, vogliamo condividere questo patrimonio con tutti, rendendo tangibile la nostra storia».
Distilleria Nardini, testimone della storia italiana e non solo
La distilleria ha vissuto momenti cruciali. «Ha visto il Ponte Vecchio crollare sotto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e rinascere grazie anche all’aiuto degli Alpini a cui la mia famiglia è particolarmente legata», prosegue il presidente. Non solo. Con Nardini ha brindato Alcide De Gasperi alla rinascita del Paese e varcando i confini nazionali, anche regina Elisabetta II al ricevimento della sua incoronazione.
Un viaggio sensoriale attraverso la storia
Oggi questi racconti vengono riproposti e rivissuti in due tour in cui gli ospiti vengono guidati attraverso le caratteristiche stanze della Grapperia, dove la vista sul Brenta e sul ponte ripaga del viaggio anche gli avventori più lontani. Di particolare interesse sono i segni delle piene del fiume visibili sulle pareti, le vecchie bottiglie raccolte dietro il bancone del bar, la stube in maiolica, testimonianze tangibili del forte legame tra la distilleria e la città.
Ma chi vuole vivere l’esperienza completa non può perdersi la degustazione dei prodotti della Distilleria prevista nel Tour Classico che prevede gli assaggi della rinomata Grappa Bianca, la Grappa Riserva 3 anni, l’Amaro, la Tagliatella e l’Acqua di Cedro. Mentre peri più esigenti, il Tour Selezione eleva l’esperienza, offrendo oltre alla visita dei luoghi storici, una degustazione esclusiva della linea Selezione Bortolo Nardini, con la Grappa Extrafina e le Grappe Riserva di 5, 7 e 15 anni, il tutto abbinato a una selezione di formaggi locali.
L’arte della distillazione
La storia a Bassano del Grappa viene assaporata goccia dopo goccia. Questo è chiaro. A raccontarla però è anche il lavoro certosino del master distiller Andrea Manzoli, che rappresenta il perfetto equilibrio tra la cultura della Grappa Nardini e il suo progresso. Con i suoi 30 anni in azienda, Manzoli ha visto le antiche tecniche di distillazione fondersi armoniosamente con le più moderne tecnologie.
«Le peculiarità della Grappa Nardini iniziano con una selezione accurata di vinacce – ne distilliamo oltre 100mila l’anno – di diverse varietà d’uva, tra cui Cabernet, Merlot e anche Prosecco. Queste vinacce fermentano naturalmente per due mesi in vasche sigillate, sviluppando aromi complessi», spiega il master distiller.
«La distillazione avviene poi usando tre tipi di alambicchi, a caldaiette a vapore, a bagnomaria e a colonna di distillazione, ciascuno con un ruolo specifico nel processo. Infine, il cuore del distillato viene selezionato manualmente e sottoposto a ciò che viene chiamata una doppia rettifica, creando la caratteristica grappa Nardini di alta qualità».
Oltre la grappa, l’essenza dell’ingegno italiano di Distilleria Nardini
L’impegno della famiglia Nardini va oltre la produzione. L’azienda, che si è affermata come custode del sapere, è promotrice di arte e innovazione liquida. Con uno sguardo sempre rivolto al futuro, ha saputo reinventare la grappa, trasformandola da digestivo della tradizione a protagonista della mixology contemporanea.
Testimone di questo è proprio Garage Nardini, esempio brillante di come un prodotto secolare come la grappa possa trovare nuova vita anche nei cocktail bar più di tendenza. Ciò che colpisce di Nardini è la filosofia dell’azienda. Come spiega Viscidi, «il nostro compito è quello rendere il marchio sempre più contemporaneo senza mai scordare le nostre radici. Il Garage Nardini e la grapperia al Ponte Vecchio ne sono la dimostrazione perché, attraverso due luoghi così diversi, riusciamo a parlare a tutte le generazioni. Al mondo dei giovani con la miscelazione e a quello di chi è più tradizionalista e ama la grappa nella sua essenza più pura».
Distilleria Nardini dimostra così di essere la prova concreta che, con passione, visione e rispetto per le proprie radici, si può prosperare attraverso i secoli, distillando l’essenza stessa dell’ingegno italiano. E ora, con l’apertura dei suoi luoghi storici al pubblico, offre a tutti la possibilità di essere parte di questa straordinaria storia di eccellenza italiana.
Immagini courtesy Nardini