Si chiama Evergreen, la drink list sostenibile del Little Red Door, il locale parigino che mette al centro l’ambiente, la materia prima ma soprattutto gli artigiani, i coltivatori e i produttori. Tutte figure di spicco grazie alle quali la nuova lista di cocktail si connette strettamente all’ambiente e al territorio.
La drink list sostenibile del Little Red Door
Per quanto nel 2022 abbia conquistato la posizione numero 5 nella classifica di The World’s 50 Best Bars, aggiudicandosi inoltre anche altri importanti riconoscimenti, tra cui quello di Sustainable Bar Award e il World’s Best Menu agli Spirited Awards, il cocktail bar Little Red Door a Parigi non ha nessuna mania di protagonismo. Lo dimostra il fatto che l’ultima drink list, Evergreen, mette in risalto proprio le collaborazioni con gli artigiani, i coltivatori e i produttori locali, con l’obiettivo non solo di mostrare la ricchezza del gusto degli ingredienti francesi, ma di cambiare il modo di concepire e creare un cocktail. Grazie a questo lavoro certosino di relazioni e contatti il settore della mixology cresce e si sviluppa, quanto quello del food.
Storie e foto nella terza drink list sostenibile del Little Red Door
La drink list sostenibile Evergreen creata da Little Red Door, mantiene la stessa coerenza monocromatica e lo stesso, necessario impatto visivo e valoriale dei due menu precedenti, Grounded prima e Flourish poi. Ovvero, l’aver destinato uno spazio considerevole alle fotografie e le storie dei coltivatori e dei produttori che rendono possibili le creazioni incredibili del cocktail bar parigino. Per questo per la drink list in corso, il Little Red Door ha scelto di affidarsi alla fotoreporter Anne Claire Heraud, i cui soggetti principali provengono proprio dal mondo della gastronomia, dell’artigianato e dell’agricoltura.
Evergreen, Little Red Door e i sui protagonisti
Persone e mixology diventano così le parole chiave dell’attuale drink list Evergreen del Little Red Door, ma leggerle e considerarle separatamente serve a poco. È la loro combinazione, infatti, a essere vincente. Ma soprattutto credibile, per dimostrare che una mixology sostenibile non è più solo predicata, ma è realizzata e messa in pratica. E a dimostrarlo sono i suoi protagonisti.
I produttori come anima della drink list
Pioniere del modello Farm to Glass, che si concretizza attraverso la sostenibilità, il lifecycle e la tutela della filiera, il Little Red Door sottolinea in questa drink list la volontà di dare risalto al contributo dei produttori e degli altri artigiani della gastronomia, senza la cui conoscenza e dedizione, nulla di ciò che si apprezza in un bicchiere o in un piatto sarebbe possibile. Ecco, allora che quei lavoratori diventano gli “eroi” del settore della mixology e per questo devono essere celebrati. E dove se non all’interno di Evergreen, l’ultima drink list sostenibile del Little Red Door a Parigi?
Omaggio al lavoro
Decine di ritratti di quegli artigiani, coltivatori e produttori vengono così accompagnati ognuno dalla propria storia che si sintetizza nell’impegno, nella passione, nella missione. Un omaggio al lavoro e alle persone che rendono grande il Little Red Door, quale riferimento internazionale per quanto riguarda la sostenibilità applicata anche al mondo dei cocktail bar.
I drink di Evergreen
Tra le miscele spicca Melon, realizzato con vino di melone, cognac e miele alla lavanda. L’ingrediente principale arriva da Le Perche, appena fuori Parigi, nella fattoria di Tom Rial che utilizza il bio e l’agricoltura organica. Olive è a base di uno spirito alle olive prodotto da Little Red Door con i frutti del lavoro di Florian Charrasse & Marion Ficatier. Viene poi miscelato con dry umami vermouth e soda all’ortica. Le mele di Julia Fouillard diventano invece la base del cocktail Apple, con mistella di mele home-made, calvados e soda.
Immagini courtesy Little Red Door