Quella del Vermouth di Torino Pio Cesare è una storia che si tramanda da generazioni, fedele alla ricetta di famiglia. Oggi viene raccontata da Federica Boffa, alle redini della cantina piemontese – l’unica ancora situata nel cuore della città di Alba – esperta conoscitrice del mondo del vino e degli spirits nonostante la giovane età.
La ricetta custodita in un quaderno
La combinazione di erbe originale, creata del fondatore di Pio Cesare e scritta a mano sulle pagine di un quaderno che porta i segni del passare del tempo, è stata custodita dalla nonna di Federica – che amava bere il vermouth alle 17:00 quando riceveva le amiche – insieme alle etichette dell’epoca e al racconto della sua degustazione “alla vecchia maniera”. «Fin dall’inizio della nostra storia, il vermouth ha avuto un ruolo importante e veniva realizzato con uve di Moscato», racconta Boffa.
«Purtroppo negli anni ’50 siamo stati costretti a interrompere la sua produzione a causa del cambiamento dei gusti nel mercato. Gli appassionati dei vini aromatizzati preferivano orientarsi su sapori meno rappresentativi del territorio, con minore personalità. Così la nostra ricetta è stata messa da parte in attesa, un giorno, di essere riportata in auge».
Federica Boffa e il ritorno del Vermouth di Torino
Nel 2016 la quinta generazione di Pio Cesare ha deciso che i tempi erano maturi ed è tornata a produrre il Vermouth di Torino rispettando la tradizione della famiglia. Grazie al recupero di quella famosa ricetta, nascosta per tutti questi decenni in cassaforte dalla nonna – nipote del capostipite Cesare Pio – è stata avviata una piccola produzione di mille bottiglie, insieme ad altrettante referenze di Barolo Chinato.
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Immagini courtesy Pio Cesare