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Qual è il futuro dei gin premium?

C’è aria di crisi, ma non tutto è perduto: è quanto emerge dai più recenti dati di IWSR, realtà leader fra gli analisti dell’industria del beverage. In sintesi, il trend dei gin premium, che andava avanti da anni, ha invertito la rotta in mercati chiave come quelli dell’Inghilterra e della Spagna. La notizia positiva è che altre parti del mondo sembrano promettenti, in vista di un’espansione del mercato. Non l’Italia, però.

La crescita dei gin premium

Poco tempo fa la crescita dei gin premium in Inghilterra e Spagna era definita attraverso l’aggettivo “impressionante”. Queste due nazioni trascinavano un mercato che sembrava non conoscere crisi e che dalla fine degli anni ‘10 generava utili colossali. In questo contesto la parte del leone era fatta dai flavoured gin, cioè quella tipologia che mette in secondo piano le tradizionali botaniche e porta sotto i riflettori sapori meno consueti. Per esempio frutta, bacche o spezie.

La crisi dei gin premium

La situazione è cambiata rapidamente. Nel 2023 le vendite in volume di gin premium sono crollate del 16%: in Spagna come in Inghilterra. In queste due nazioni IWSR prevede un calo annuale del 5% fino al 2028. L’impatto a livello globale è notevole, considerato il ruolo primario occupato dai due Paesi nel boom degli anni precedenti. IWSR stima un -7% complessivo per il 2023.

Le ragioni della crisi sono essenzialmente tre

La crisi è imputabile a tre fattori. Il primo riguarda proprio i flavoured gin (sempre di categoria premium o più alta). La tesi è che consentano facilmente ai consumatori di cambiare spirito di base, ad esempio rivolgendosi alla vodka, senza rinunciare ai sapori fruttati o speziati che avevano amato nel distillato di ginepro.

Un secondo elemento che spiega la crisi è la crescita indotta dalla pandemia, che non era strutturale. Si è infatti esaurita nel momento in cui i lockdown sono terminati. Quando cioè le persone sono tornate a una vita sociale e lavorativa più dispendiosa, riducendo in questo modo la quantità di denaro da spendere in gin.

Infine la terza ragione della crisi: negli anni del boom il numero di marchi in commercio è aumentato enormemente. Dan Mettyear, research director preso IWSR, dice che in questo modo i consumatori potrebbero essersi sentiti “sopraffatti” e che per questo motivo si siano tirati indietro.

Non tutto è perduto: i mercati in crescita

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Dicevamo poco fa che il mercato globale dei gin premium ha subito una contrazione del 7% nel corso del 2023. Nonostante questo, IWSR stima una crescita annua del 1% dal 2024 al 2028 e questo nonostante il -5% previsto in Spagna e Inghilterra nel medesimo arco di tempo.

La ragione è presto detta: ci sono altri mercati che stanno andando bene. In primis quello dell’India, che ha fatto registrare un +8% nel 2023 e che promette un +5% annuo fino al 2028. Jason Holway, senior research consultant di IWSR osserva che «il gin è il punto di partenza ideale per i sapori e gli ingredienti locali». Ed è per questo che in India «sono emersi distillati di ginepro artigianali con uno slancio mantenutosi dopo la pandemia».

Anche il Giappone promette scintille. Il mercato locale è ancora di nicchia, ma nel 2023 ha fatto segnare un +31% e le proiezioni fino al 2028 parlano di aumenti del 12% su base annua. Tanto che alcuni creatori di shochu stanno abbandonando la produzione del distillato tradizionale per puntare su quella di gin.

Negli Stati Uniti il mercato è sostenuto dai prodotti di altissimo livello: calano infatti le vendite dei gin premium, mentre crescono quelle dei super premium e degli ultra premium. E crescono di molto: +10% l’anno nel primo caso e +12% l’anno nel secondo, da qui al 2028.

I gin premium nel resto d’Europa

Infine, uno sguardo al resto dell’Europa, cioè quella non rappresentata da Spagna e Inghilterra. Le cose sono positive soprattutto in Francia e Svezia, in particolare grazie ai prodotti locali, che vengono guardati con simpatia dagli estimatori.

Qui, in Italia ci si attende invece un calo, soprattutto perché i consumatori sembrano migrare verso altri tipi di distillato. Per esempio quelli di agave.