Molte drink list sono caratterizzate da un filo rosso che connette tutti i cocktail: così è per Growing, il nuovo menu messo a punto da uno dei bar più vivaci di Madrid, il Momus. Il filo rosso in questione è la gioia di guardare la vita con gli occhi pieni di stupore di un bambino. Elemento già presente nelle due precedenti liste (Growing è la terza) e che in questo caso punta a un sapiente minimalismo e ci invita a ordinare un drink senza conoscere i suoi ingredienti.
Momus e gli occhi di un bambino
Ci troviamo in una stretta via di Chueca, quartiere nel centro di Madrid animato da una frizzante vita notturna, da mercati popolari e da una quantità di caffè con tavolini all’aperto. È questo il luogo scelto da Alberto Fernández per aprire Momus e proporre al pubblico un’identità fatta di ironia che stempera la serietà e di gioco che alleggerisce l’impegno.
Non a caso il nome del locale è la versione latina di Momo, figura della mitologia greca dall’indole burlesca e sarcastica, immune alla suggestione esercitata dagli dei dell’Olimpo e per questo allontanato da Zeus.
Un simile atteggiamento sdrammatizzante ha nutrito tutte le drink list di Momus Madrid: la prima ispirata ai colori, la seconda alle figure geometriche e ora la terza in due anni, Growing. Come suggerisce il nome, parla di “crescere continuando a guardare la vita con gli occhi di un bambino” (così si legge nei comunicati ufficiali e anche nell’introduzione al menu).
Growing, la terza drink list di Momus Madrid
Tornano una manciata di ricette presenti nei due precedenti menu, ma ci sono dodici creazioni nuove di zecca. Tutti i cocktail puntano al minimalismo, nel tentativo di coniugare complessità di realizzazione e semplicità di bevuta. Alcuni sono disponibili in versione analcolica.
Soprattutto, Growing è un invito a uscire dalla nostra comfort zone e ordinare un drink senza sapere quali sono i suoi ingredienti. Ogni ricetta è accompagnata da un disegno realizzato dall’intelligenza artificiale e da rapide indicazioni sul gusto del cocktail: speziato, acido, dolce, affumicato, citrico, fruttato, eccetera. Vengono elencate due, tre note organolettiche e nient’altro. Quanto basta per avere una suggestione, conservando un pizzico di mistero.
Così, potremmo lasciarci tentare da un saxofonista con abiti color oro e viola, oppure da una maschera del carnevale di Venezia. O magari scegliere un lupo in versione contadina, un paesaggio con mongolfiere-fragola, una donna con cappello di piume o un samurai immerso nei fiori. Evidentemente ad Alberto Fernández piace giocare, ma non vuole imporsi. Coloro che preferiscono conoscere tutti i dettagli prima dell’ordine trovano in coda al menu l’elenco completo dei cocktail, questa volta con gli ingredienti.
Immagini courtesy Momus Madrid