L’Horse’s Neck non è famoso come altri cocktail cinematografici, su tutti il Martini di James Bond, “agitato non mescolato”. Però compare in molti più film. Per esempio nel musical Cappello a cilindro (1935, con Fred Astaire e Ginger Rogers), nel noir Il diritto di uccidere (1950, con Humphrey Bogart) e pure nella commedia horror Il ritorno dei morti viventi 2 (1988, con Dana Ashbrook). Merito di una felice combinazione di ginger ale e brandy.
Horse’s Neck, all’inizio era un analcolico
La storia dell’Horse’s Neck affonda le radici negli anni Novanta del XIX secolo. In giro per gli Stati Uniti si beve spesso una bevanda analcolica fatta con ginger ale, ghiaccio e scorza di limone. È fresca e beverina, ha piacevoli note speziate e piace un sacco. Per una ventina d’anni va di moda.
Poi qualcuno inizia ad aggiungere uno spirito: spesso brandy, talvolta bourbon. Questa variante si ottiene ordinando un Horse’s Neck “con un kick”, dove il calcio in questione è dato dallo shot alcolico.
L’antenato dei Buck?
Secondo alcuni storici della mixology, capitava che il cocktail fosse chiamato Bucking Horse e che in questo modo sia nata la famiglia dei Buck (o Mule). Però, mentre quest’ultima prevede bevanda allo zenzero, alcol e succo di lime, l’Horse’s Neck continuò a essere senza lime. Motivo per il quale è tecnicamente un Highball e non un Buck.
Distinzioni a parte, fino all’inizio degli anni Sessanta l’Horses’s Neck alcolico e quello analcolico esistono in contemporanea. Alla fine si impone la versione con un kick e l’altra finisce nel dimenticatoio. Oggi la International Bartenders Association ne certifica la ricetta a base di cognac.
La ricetta dell’Horse’s Neck
La ricetta IBA prevede il cognac, ma in sua assenza va bene anche un altro tipo di brandy, purché il succo di frutta fermentato sia quello di uva. È ammesso inoltre l’impiego della ginger beer, allo scopo di ottenere una bevuta più briosa.
Ingredienti
- 40 ml cognac
- 120 ml ginger ale
- un dash di angostura (opzionale)
Procedimento
Prendere un bicchiere highball, inserire alcuni cubetti di ghiaccio e poi versare lentamente cognac e ginger ale. Mescolare con tutta calma, come fosse una carezza. Solo in ultimo, se richiesto, aggiungere qualche goccia di angostura
Garnish
Mai come in questo caso la guarnizione è fondamentale. Serve una lunga spirale di scorza di limone, che parta dal fondo del bicchiere e raggiunga la superficie. Secondo alcune ipotesi, il nome Horse’s Neck deriva proprio dalla particolare forma della guarnizione, che potrebbe ricordare il collo di un cavallo, o la sua criniera.
Del resto, secondo alcune ipotesi la versione originale di questo drink, quella analcolica, pare sia nata in un ippodromo. È però impossibile reperire informazioni più dettagliate, dunque limitiamoci a sorseggiare.