È giovedì ed Ezio sta lucidando i bicchieri allo Ziggy Bar, il locale di Claudio, come fa ogni settimana per aiutare un po’ l’amico. Dopo tutto i Ristori non sono ancora arrivati… Oggi è il 1 aprile ed Ezio e Claudio hanno deciso di fare uno scherzo a tutti i clienti che chiederanno un cocktail.
Ore 18:30 (ah no, lo Ziggy Bar è chiuso) – Ore 12:30: Il Bloody Mary
“Ah! Lui! Lui che sta per entrare so già cosa vuole! Beve sempre Bloody Mary”, dice Claudio che si è nascosto sotto al bancone.
“Salve! Claudio mi ha parlato molto di lei! Scommetto che è un fan del Bloody Mary”.
L’uomo si sente quasi adulato e si compiace.
A quanto pare, lui per Claudio è proprio un cliente speciale.
Ezio incalza: “Sa, speravo proprio che arrivasse. Così potrà anche provare il sugo di mia madre”.
Il cliente strabuzza gli occhi, non fa in tempo a esprimersi che Ezio gli ha già versato nel bicchiere da asporto un barattolo di quella che sembra essere una vera salsa fatta in casa.
“Ecco qua. Mi dica cosa gliene pare. Purtroppo in questo locale non facciamo pasta, ma un pomodoro così lo manda giù anche in un sorso solo”.
20:00 (eh no, lo Ziggy Bar è sempre chiuso…) – ore 13:00: il Martini
Ezio lo sa che, forse, quell’uomo che aspetta il suo Martini in giacca e cravatta non la prenderà bene quando il finto bartender metterà in scena lo scherzo.
Guarda caso, allo Ziggy Bar sono finite le olive ed Ezio, che sta mangiando “Le focaccine dell’Esselunga”, preciso com’è nel suo lavoro, non servirebbe mai ad un cliente un Martini senza oliva.
Versati il gin e il vermouth come Claudio gli ha detto di fare, Ezio comincia a guardare fisso il bicchiere e a girarsi i pollici.
“Scusi, c’è qualche problema? È pronto il mio Martini?”, gli dice l’uomo già un po’ spazientito perché non può berlo nel locale.
“Ehm… si, il Martini è pronto. Però non può portarlo via così”.
“E perché?”.
“Vede… manca qualcosa… manca l’oliva”.
“Oh, ma non fa niente. Lo bevo anche così”.
“No no. In realtà ho già la soluzione, ma non so se sono disposto a rinunciare all’oliva della mia focaccina per il suo drink”.
Tratto dalle cronache di un anno di lockdown alcolico