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Idromele o idromiele? Perché è facile confondersi

Dalle origini del nome a quelle della sua produzione. Dai consigli per farlo in casa, fino a quale bere già preparato, tutte le cose da sapere sul fermentato

Chiariamo subito un punto: si dice idromele e non idromiele. È fatto con il miele e non con le mele, ingrediente usato invece nella ricetta del sidro.

A chi non sembra chiaro il concetto, vediamo di fare un breve ripasso rispondendo anche ad alcune delle domande che ci hanno posto dei nostri lettori.

Idromele, qual è l’origine del nome?

Per capire questa bevanda si deve partire dall’origine del suo nome. Il termine idromele deriva dal greco ὕδωρ (hýdor) ossia “acqua” e μέλι (méli) che significa “miele”, ed è il prodotto dalla fermentazione dello stesso miele.

Api-producono-miele-Coqtail-Milano

È la bevanda più antica?

Probabilmente sì. Ma che la si ritenga in assoluto la bevanda più antica, o seconda solo a birra e vino, l’idromele è ancora oggi un fermentato molto apprezzato, oltre che utilizzato come ingrediente nella miscelazione.

La sua longevità la si deve alla differenza proprio con birra e vino. L’idromele è piuttosto facile da realizzare, infatti, non prevede alcuna coltivazione ma semplicemente la raccolta del miele che, unito all’acqua, viene lasciato fermentare.

Da dove proviene?

Purtroppo, mancando di una cronologia esatta è difficile da identificare una zona precisa di provenienza dell’idromele. Molto diffuso fra Greci e Romani lo si ritrova nel Nord Europa, dove la vite a differenza delle api, era di difficile coltivazione.

Di sicuro, basandosi su notizie certificate, invece si può dire che le prime informazioni certe arrivino dall’Egitto anche se si è a conoscenza che, una bevanda fermentata a base di miele, fosse bevuta anche dai Maya in epoca precolombiana.

L’idromele è un liquore?

Ottenuto con una soluzione di acqua e miele, l’idromele è leggermente alcolico ma non può essere considerato un “liquore”, ma un vero e proprio fermentato che tramite i lieviti garantisce carbonazione e alcol.

Idromele-o-idromiele-bevanda-fermentata-Coqtail-Milano

Come lo si riconosce?

Al naso profuma di pan brioche e di mollica di pane, come i tipici lieviti utilizzati per la sua fermentazione.

Dove viene più apprezzato?

In Canada, Stati Uniti, Polonia e Slovacchia ma anche in Francia e Inghilterra, è una bevanda che viene abitualmente consumata.

Secondo, l’American Mead Makers Association, un’associazione no-profit di produttori di idromele, è stato rilevato che negli ultimi anni questo fermentato ha registrato un incremento della produzione pari al 30%.

In Italia, invece, la sua conoscenza è confinata ancora a piccole nicchie, anche se sempre più apprezzato, sia liscio che miscelato nei drink.

Come si fa l’idromele a casa?

Per ottenerne uno più zuccherino, potete mescolare 2 kg di miele (millefiori va benissimo) con 3 litri di acqua sterilizzata portandoli a una temperatura di circa 80°C per 15 minuti, in modo da sterilizzare anche il miele che contiene una certa quantità di flora batterica.

A questo punto, aggiungere il lievito selezionato per idromele, ma solo dopo che la soluzione è stata lasciata raffreddare fino a temperatura ambiente. Dopo questo primo passaggio avviene la fermentazione che può essere fatta in un fermentatore lasciato poi in luogo buio, fresco e a temperatura costante di circa 20°.

Se avete utilizzato un semplice contenitore che avevate in casa, la CO2 prodotta deve poter uscire grazie a speciali strumenti come un airlock, che non lascia passare l’ossigeno ed è acquistabile in un negozio di enologia.

Ora non resta che attendere circa tre settimane da quando l’idromele ha smesso di produrre bolle.  Travasare tutto l’idromele nelle bottiglie, tranne il fondo in cui si saranno depositate le parti non più attive del lievito, lasciare infine maturare l’idromele per almeno 5-8 mesi.

Dove si compra l’idromele già fatto?

Tra i primi produttori di idromele c’è Alberto Mattoni, apicultore di Foligno che dal comparto viene considerato un vero pioniere. La sua azienda si chiama Chimere. Altro prodotto degno di nota è Idromele dei Taurini di Paolo Listello che lo produce dai primi anni 2000. Giovane del mercato, ma non per questo meno interessante, è Principio dell’azienda biellese Meadlight capitanata da Nick Ranghino e Luca Rosa.

Che dire di più?

Se non avete mai bevuto l’idromele dovete provarlo!