I mercati emergenti stanno diventando sempre più essenziali per l’industria del beverage. Lo sostengono gli esperti di IWRS, che hanno presentato i risultati delle loro analisi e ricerche.
I mercati che guidano l’industria del beverage
I dati mostrano che nei prossimi cinque anni i mercati già consolidati andranno incontro a una crescita minima, se non addirittura a una contrazione. Per contro, quelli emergenti promettono fuochi d’artificio. Dal punto di vista geografico significa puntare l’attenzione su Paesi come India, Cina, Brasile, Messico, Sudafrica, Vietnam e Nigeria: tutti in rapida espansione in termini di volumi e valore dell’industria del beverage.
Guardando invece ai mercati tradizionali è tutto un altro discorso: Europa, Giappone e Canada accusano contrazioni generalizzate, mentre gli Stati Uniti rappresentano l’unica eccezione al rallentamento in atto. Una posizione dovuta alla grandezza del mercato nazionale più che alla crescita.
Dove si guadagnerà di più
IWRS fa le sue valutazioni in base a proiezioni che si spingono fino al 2028. Il punto di partenza è il 2023, anno piuttosto difficile che ha fatto segnare una crescita del 1% (poco, secondo i criteri di IWRS).
Nei prossimi cinque anni (2024 compreso) i guadagni saranno determinati principalmente dai mercati di India, Cina e Stati Uniti, che nel complesso determineranno un valore incrementale di 30 miliardi di dollari. A seguire: Brasile, Messico, Sudafrica, Vietnam e Nigeria, con un valore incrementale di 14,4 miliardi entro il 2028.
La crescita annuale maggiore dell’industria del beverage
Tutto lascia intendere il peso dei mercati emergenti. La conferma giunge dalle stime relative alla crescita annua, da qui al 2028. Ad esempio: +4% abbondante in India, +3% in Messico e Sudafrica, +2% in Brasile.
La Cina promette un +1%, con esclusione degli spiriti nazionali: considerata l’enormità del mercato locale, si prevede un giro d’affari attorno ai 5 miliardi di dollari.
Per contro, dagli USA ci si attende un +0,8%. Meno dell’uno percento anche in Italia, Spagna, Australia e Paesi Bassi. Crescita sostanzialmente nulla in Francia e Polonia, contrazione in Regno Unito, Giappone, Germania e Canada.
Gli equilibri stanno cambiando l’industria del beverage
La situazione conferma un trend di lungo corso: già da tempo stiamo assistendo a un aumento dell’importanza dei mercati in via di sviluppo (in termini di alcolici) a danno di quelli già sviluppati. Con le parole di Emily Neill, chief operating officer nel settore delle ricerche di marketing per conto di IWSR: «Il trend continua e si sta intensificando».
Quali sono le cause del fenomeno
Il mutamento dei precedenti equilibri dipende da una molteplicità di fattori. I principali sono due: la crescita della popolazione in età legale per bere e la crescita del PIL. Gioca un ruolo importante anche la presenza di una legislazione e di una burocratizzazione snelle, figlie di una «visione pragmatica su un settore che spesso contribuisce in modo significativo alle entrate fiscali» (così si legge nel documento riassuntivo di IWSR).
Non fosse per alcuni elementi, la crescita dei mercati emergenti sarebbe forse più pronunciata. Non sono infatti da sottovalutare le ripercussioni dell’inflazione e di una situazione internazionale di forte instabilità (con le guerre in Ucraina e in Medio Oriente). E conta pure un generale senso di incertezza riguardo il futuro finanziario delle singole persone: parzialmente in recupero, dopo il 2020, ma ancora tasto dolente per molte.