Milano ha un nuovo locale che promette faville: si trova in un’ex area industriale, tra Scalo Romana e Fondazione Prada, si chiama Lubna ed è un listening restaurant bar. Fa parte di un progetto ambizioso e molto ampio partito dall’idea di Lorenzo Querci e soci, che comprende una galleria d’arte, uno spazio eventi e un loft destinato a residenze d’artista.
Da Moebius a Lubna
Il cuore pulsante della cucina è chef Enrico Croatti, mentre il direttore d’orchestra del cocktail bar è Giovanni Allario. Vale a dire coloro che hanno fatto la fortuna di un altro tempio meneghino del mangiare e bene di qualità: Moebius, una stella Michelin e 38° nella classifica dedicata ai World’s 50 Best Bars 2024.
I nomi delle due realtà hanno un’origine comune. Nascono infatti dal mondo del fumetto d’autore: Moebius è il nome d’arte del francese Jean Giraud, fondatore della rivista Métal Hurlant e coautore di L’Incal (insieme ad Alejandro Jodorowsky) e Ikaru (insieme a Jirō Taniguchi).
Dal canto suo, Lubna è un personaggio di Ranxerox, serie a fumetti ideata da Stefano Tamburini e Tanino Liberatore (con l’iniziale collaborazione di Andrea Pazienza). L’ambientazione è quella di una Roma distopica e cyberpunk, e Lubna è una ragazzina caustica e terribile che trascina il protagonista in una serie di spericolate avventure.
Ristorante e cocktail bar: al centro c’è la griglia
Quando si è trattato di dare un’identità a Lubna, Enrico Croatti ha pensato di rendere omaggio alla sua terra natale, la Romagna. L’ha fatto puntando su uno dei riti culinari di quel territorio: la grigliata. La cucina ruota dunque attorno a una grande griglia che viene utilizzata per cuocere, affumicare, scaldare, tutto. L’approccio è raffinato e allo stesso tempo ancorato alla tradizione: lasagna e grigliata mista sono i portabandiera del menu.
Giovanni Allario ha studiato la drink list in coerenza con la proposta di Croatti: accanto a cocktail più tradizionali c’è «un’intera sezione che lavora su ingredienti freschi messi in relazione alla griglia». Largo dunque alle affumicature, alle scottature e alle bruciature della materia prima.
Il bancone di 15 metri di Lubna
Lubna è uno spazio semicircolare: abbraccia la piazza antistante ed è caratterizzato da un bancone lungo quindici metri che unisce senza interruzione cucina a vista, postazione cocktail e tavolo al quale sedersi. C’è anche uno spazio dedicato ai dj set, perché stiamo parlando di un listening restaurant bar – i dischi vengono suonati dal giovedì al sabato, mentre Lubna è aperto da mercoledì a domenica.
Area eventi e galleria d’arte
Lubna è al centro di un disegno più grande, che ha visto la riqualificazione di un’area destinata a deposito di ossigeno nei primi anni del XX secolo. Oltre al ristorante e al cocktail bar troviamo una grande piazza trapezoidale, una galleria d’arte (si chiama Scaramouche), un’area eventi (Magma) e un loft per residenze artistiche.
Alberto e Lorenzo Querci, Francesco Sicilia, e Natascia Milia, vale a dire i founder di questa nuova realtà, così salutano l’apertura al pubblico: «Questo è un progetto che parla di una Milano nuova, quella del futuro, che conserva la solennità della sua storia e al tempo stesso lo slancio all’innovazione e al continuo rinnovamento della città e del suo stile di vita».
Immagini courtesy Lubna, credits Julie Couder