Il Mai Tai è il re dei drink tiki. Ed è talmente buono che il suo nome deriva da un’esclamazione entusiastica in lingua tahitiana: “Maita’i roa ae!“, che si può tradurre con “eccezionale”, “straordinario” e superlativi analoghi. È stata pronunciata da Carrie Guild un attimo dopo che i suoi sensi erano stati travolti dal gusto del cocktail. Ma se questa storia è assodata, non altrettanto si può dire sulla vera origine del drink.
La controversa storia del Mai Tai cocktail
Partiamo da un dato incontrovertibile: così come lo beviamo oggi, il Mai Tai è farina del sacco di Victor Jules Bergeron Jr., conosciuto come Trader Vic. Una sera dell’anno 1944 lo fece assaggiare a due amici di Tahiti, Ham e Carrie Guild. Era una prima assoluta, una specie di test per capire se l’equilibrio fra gli ingredienti era quello giusto e si poteva dunque iniziare a proporlo al pubblico. La reazione di Carrie fu un trionfo.
Assunto il nome Mai Tai, il drink divenne famosissimo. A questo punto Ernest Raymond Gantt (alias Donn Beach) si fece avanti per dire che l’aveva inventato lui, non Trader Vic. I due erano i campioni assoluti dei bar tiki e la sfida tenne con il fiato sospeso gli appassionati.
Di suo, Gantt aveva effettivamente elaborato una ricetta a base di rum e succo di lime, e l’aveva fatto con quasi un decennio di anticipo rispetto a Trader Vic. Prevedeva tre tipi di rum, succo di lime e poi Cointreau, Falernum, succo di pompelmo e angostura.
La versione di Gantt era più complessa. Fra coloro che l’avevano assaggiata, alcuni sostenevano che il sapore fosse simile, altri che fosse diverso rispetto al drink di Trader Vic. Non mancarono accuse di plagio rivolte a quest’ultimo. Gli animi si scaldarono, volarono parole grosse e alla fine intervenne la Legge.
Trader Vic contro Don Beach
Gli avvocati scesero in campo nel 1970, quando Donn Beach iniziò a vendere un proprio Mai Tai premiscelato: sull’etichetta rivendicava la primogenitura del cocktail. Apriti cielo: anche Trader Vic aveva messo sul mercato il proprio premiscelato. Si chiamava nello stesso modo e questo spalancò le porte a una causa per decidere chi avesse diritto di utilizzare il nome in esclusiva.
Il giudice valutò con attenzione e diede ragione a Trader Vic. Il nome nasceva effettivamente dall’esclamazione di Carrie Guild e la ricetta era diversa da quella di Don Beach. Ancora oggi si discute se sia nata per intuizione solitaria, oppure nel tentativo di imitare quella del rivale. Ma per quanto riguarda il copyright non c’è discussione.
Trader Vic gestì la vittoria con eleganza (si fa per dire). Nel libro Trader Vic’s Bartender’s Guide (1972) scrisse: “Voglio dirlo con estrema chiarezza: il Mai Tai l’ho inventato io. […] Chiunque dica il contrario è uno sporco bugiardo“. Quattro anni più tardi, sulle pagine di Helluva Man’s Cookbook (1976), ribadì il concetto, sai mai che ce ne fosse bisogno. “Il primo Mai Tai è roba mia. Un sacco di bastardi l’hanno copiato, o hanno cercato di rubarne il nome e la ricetta. Spero che gli venga un colpo. Sono un branco di schifosi bastardi“.
La ricetta del Mai Tai cocktail
Fino alla causa del 1970 Trader Vic aveva tenuto segreta la ricetta del suo Mai Tai. Le esigenze del tribunale lo costrinsero a renderla pubblica: prevedeva succo di lime, orange curaçao, sciroppo di zucchero candito, sciroppo di orzata e tre tipi di rum diverso. Uno dei quali portava il suo marchio: Trader Vic Mai Tai Rum.
Qualche anno più tardi l’IBA pubblicò la versione da utilizzare come punto di riferimento per tutti i professionisti e le professioniste del settore. Eccola.
Ingredienti
- 30 ml rum giamaicano ambrato
- 30 ml rum della Martinica a base di melassa
- 15 ml orange curaçao
- 10 ml sciroppo d’orzata
- 30 ml succo di lime fresco
- 7,5 ml sciroppo di zucchero
Procedimento
Inserire gli ingredienti in uno shaker, aggiungere cubetti di ghiaccio e scuotere con vigore. Poi filtrare in un highball con ghiaccio. Alcuni bartender sostengono che è meglio se quest’ultimo è tritato.
Garnish
Fettina d’ananas, foglioline di menta e scorza di lime.