La natura selvaggia della Riviera Maya, i drink all’avanguardia di Città del Messico e l’eleganza senza tempo di San Miguel de Allende nelle migliori tappe dell’ospitalità messicane.
Messico da bere, San Miguel De Allende
Per il secondo anno consecutivo la cerimonia dei North America’s 50 Best Bars ha acceso i riflettori su San Miguel de Allende, riunendo professionisti della industry provenienti da tutto il mondo. Con le sue case colorate e l’imponente Parroquia de San Miguel Arcangel che domina la piazza principale, la cittadina vanta un posto nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco.
Le sue strade lastricate in pietra che si arrampicano con pendenze notevoli su per la collina, conducono a locali dove la mixology è di alto livello. Il primo è Bekeb, rooftop bar di Casa Hoyos Hotel Boutique fondato da Fabiola Padilla, mixologist che dopo varie esperienze a New York nel 2019 ha deciso di tornare in patria.
Il secondo cocktail bar che vale la visita è Tunki by Handshake, situato sulla terrazza dell’hotel diffuso Casa de Sierra Nevada di Belmond. La gestione è del pluripremiato speakeasy di Città del Messico, che a miscele contemporanee abbina un servizio sempre attento. Il plus? L’aperitivo all’ora del tramonto permette di osservare il sole nascondersi dietro alle guglie della cattedrale.
Città del Messico e i suoi drink all’avanguardia
Place to be per gli amanti della mixology, Città del Messico non smette di sorprendere per la qualità dei suoi cocktail bar. Come Handshake Speakeasy, aperto tre anni fa e già al primo posto nella classifica dei North America’s 50 Best Bars, conquistato grazie al programma beverage di Eric van Beek e all’impegno dei soci Marcos Di Battista, Joseph Kuri e Rodrigo Urraca.
Al piano strada, attraverso una porta nera, si accede alla prima sala, dove gustare signature cocktail come il Piña Colada a base brandy, cocco, ananas e coriandolo. Ma il vero speakeasy si trova al piano -1 dell’Hotel NH Collection Mexico City Reforma dove, seduti all’ampio bancone, gli ospiti possono farsi guidare alla scoperta di drink dallo stile minimale che catturano l’essenza dei singoli ingredienti. Big in Japan a base di whisky giapponese, orzo tostato e sentori agrumati, è perfetto per iniziare la degustazione.
Da segnare in agenda anche Rayo, con il suo ascensore d’epoca e la cocktail list composta da piccoli assaggi delle miscele; Café de Nadie, in cui il bancone è un tutt’uno con la consolle per il dj e Limantour, pioniere della mixology d’avanguardia di Città del Messico.
Per chi cerca prodotti locali e una selezione pazzesca di mezcal, l’indirizzo giusto è Tlecān, dove Eli Martinez, ex beverage director del ristorante Pujol, ha investito nella ricerca dei migliori distillati di agave. Casa Prunes si trova invece all’interno di una magnifica dimora restaurata, con ampie sale al piano terra e aree degustazione private al primo livello, compresa una cigar room e uno speakeasy. Infine, la mappa della mixology nella capitale del Messico si completa con Brujas, progetto tutto al femminile e Hanky Panky, speakeasy nascosto dietro alla porta di una taqueria.
Riviera Maya, nella natura selvaggia
Sul lembo di costa caraibico del Messico, precisamente tra Cancún e Tulum, si trovano due locali immersi nella natura rigogliosa dello Yucatán. Il primo da scoprire è Arca, il cui progetto nasce dalla mente dello chef Jose Luis Hinostroza che, in una location all’aperto con due banconi bar e una cucina a vista, offre meraviglie per il palato utilizzando ingredienti micro-stagionali provenienti dai dintorni di Tulum, cotti sul fuoco vivo e presentati in formato sharing.
Ad accompagnarli ci sono miscele come El Solar, a base di mezcal, ibisco, chipotle e succo di lime, curate dal team di Peter Sanchez. Spostandosi a Cancún, si viene rapiti dal lusso discreto del Belmond Maroma Resort & Spa, dove le sfumature blu del mare si fondono con il verde delle piante che adornano i giardini.
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