Non è semplice trovare una bottiglia di Pelinkovac dietro il bancone di un cocktail bar. È molto popolare nei territori della ex Jugoslavia e in Bulgaria, ma qui da noi è decisamente un prodotto di nicchia. Si tratta di un liquore a base di erbe e la sua storia affonda le radici oltre 150 anni fa.
Pelinkovac, la storia
Tutto comincia grazie al distillatore croato Franjo Pokorny, che a metà del XIX secolo mette a punto una ricetta destinata a cambiargli la vita. Inizialmente il numero di bottiglie commercializzate è quello tipico di una piccola realtà imprenditoriale. I liquori sono deliziosi, la gente apprezza e le cose iniziano a girare per il verso giusto.
Così Pokorny amplia gli affari e trasforma l’attività in una vera e propria fabbrica, affiancando alla Pelinkovac la realizzazione di distillati a base di frutta locale. L’ingresso in scena di Mijo Arko dà la spinta giusta nel momento giusto. Lui è uno dei primi esperti croati di vinificazione e la sua famiglia produce botti per l’affinamento degli spiriti.
Il boom
La collaborazione fra Arko e Pokorny consente di aumentare la produzione di Pelinkovac e di portarla in giro per l’Europa, fino a raggiungere le corti di Vienna e Parigi. Pare che Napoleone III ne fosse ghiotto, ma su questo dettaglio è difficile mettere la mano sul fuoco. Di sicuro fioccano le prime medaglie assegnate alla qualità. Su tutte la Croce d’oro al merito conferita nel 1867 da Francesco Giuseppe I d’Austria.
Franjo Pokorny è stato il capostipite dell’azienda Badel, che esiste ancora oggi, per quanto in una forma differente e avendo annesso, nel corso del tempo, altri produttori. È una delle sei maggiori distillerie di Pelinkovac: quattro sono croate, una è slovena (con radici serbe) e una si trova in Bosnia Erzegovina.
Pelinkovac, come si produce
La Pelinkovac di Franjo Pokorny prevedeva di utilizzare erbe autoctone delle Albi Bebie, cioè la più estesa catena montuosa di Croazia, ed erbe dell’area mediterranea. La ricetta originale, quella che oggi è commercializzata come Antique, era a base di piante selvatiche, attentamente selezionate e non trattate.
L’ingrediente principale era l’artemisia absinthium, che in croato si chiama pelin: da qui il nome Pelinkovac (la C finale si pronuncia Z). L’artemisia è anche il cuore pulsante dell’assenzio e questo fornisce un’indicazione sul tipico sapore del liquore di Pokorny, insieme dolce e amaro.
La Pelinkovac originale nasce da una trentina di erbe: per esempio ci sono genziana, melissa, lavanda, salvia e ovviamente artemisia. Segue la macerazione in alcol e poi la distillazione discontinua in alambicchi di rame. Diversi blend di erbe producono differenti tipi di Pelinkovac, ma in ogni caso è essenziale la presenza dell’artemisia. La gradazione alcolica varia: in generale è compresa tra 28 e 35%.
Come si beve
Per farsi un’idea di come consumare la Pelinkovac basta pensare al nostro amaro. Si può dunque berla liscia, con ghiaccio, magari con una scorza di agrume (limone o arancia) e persino all’interno di un cocktail, purché la miscelazione sia fatta con cura e competenza.