I ready to drink conquisteranno una fetta di mercato sempre più grande. Si stima una crescita del 12% entro il 2027 raggiungendo al contempo un valore di 40 miliardi di dollari nei mercati chiave, dove rappresentano una quota dell’83% dei consumi globali. A sostenerlo? Una ricerca di IWSR.
Sempre più ready to drink
Design, gusto, praticità. Sono solo alcune delle caratteristiche dei ready to drink (RDT), miscele sempre più raffinate che oggi accontentato un vasto numero di palati grazie all’utilizzo di categorie di alcolici e altri ingredienti premium, contenuti anche in una sottocategoria chiave di cocktail long drink.
Questa prospettiva, se da un lato corrisponde a un incremento, dall’altra segna un rallentamento rispetto agli anni precedenti, principalmente a causa del calo degli hard seltzer negli Stati Uniti, uno dei mercati chiave di questo tipo di prodotti. Se si escludono però gli hard seltzer, a cui i ready to drink vengono accumunati, le previsioni di crescita della categoria dei cocktail già pronti da bere sono molto buone: potrebbe toccare un CAGR del +5%. Valore che ne fa scommettere e sostenere la crescita.
I 10 mercati chiave dei ready to drink
Il mercato dei RDT si mantiene dunque vivace e a rivelarlo sono gli ultimi risultati di IWSR Drinks Market Analysis. Una crescita del 12% tra il 2022 e il 2027 (CAGR del +2%), raggiungendo al contempo un valore di 40 miliardi di dollari in 10 mercati chiave.
I risultati, parte dello Studio Strategico IWSR sui RTD 2023, hanno preso come riferimento Australia, Brasile, Canada, Cina, Germania, Giappone, Messico, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti. Paesi che rappresentano l’83% del consumo globale del prodotto con un valore totale di 33,9 miliardi di dollari nel 2022.
La crescita, che sta rallentando in una categoria sempre più matura a livello globale, persiste però nello spazio dei long drink e per i prodotti premium che danno priorità al consumatore orientato da ABV più alto e dal gusto della bevanda.
Cosa scelgono i giovani
Guardando all’età di riferimento, come rivela un altro studio di un’importante multinazionale attiva nella produzione beverage, sono i giovani i veri protagonisti del cambiamento, sempre più inclini a sperimentare sapori nuovi.
Il motivo? In generale questo aumento della domanda è dato da una miriade di nuovi marchi introdotti dai produttori, che si tratti di birra, spirits oppure di bevande analcoliche.
La crescita dei prodotti premium
I prodotti definiti “premium” funzionano e crescono tra le scelte dei consumatori. Sette dei 10 mercati di riferimento hanno registrato una crescita a due cifre dei volumi dei RTD premium nel 2022, nonostante la crisi economica abbia impattato sui redditi delle persone. Un dato che dimostra le enormi potenzialità dei prodotti anche se a prezzo più elevato.
Ready to drink con ABV più elevato
Se i consumatori prediligono, giustamente, il gusto di ciò che bevono, la loro scelta sembra puntare sempre di più su prodotti già pronti con un grado alcolico elevato. Per lo studio di IWSR il 32% dei consumatori di ready to drink ne considera maggiormente l’acquisto se l’ABV del drink è alto.
Il distillato migliore per i ready to drink
Ultima considerazione, ma non meno importante, a vincere su tutti i distillati è la vodka che resta la base più popolare per i produttori dei RDT. Cala invece il gin che apre la strada al tequila per superarlo nella classifica. Che sia il ritorno del distillato di cereali o patate? Ai dati l’ardua sentenza.