Il menu di ScottoJonno continua a dare voce ai misteri di Napoli, come ormai da tradizione del cocktail bar partenopeo. Questa volta, però, lo fa aggiungendo contaminazioni che vengono da lontano grazie a ingredienti asiatici.
La nuova drink list di ScottoJonno
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In Galleria Principe, all’interno degli spazi un tempo occupati dalla Tesoreria del Banco di Napoli, uno spazio enorme (600 metri quadri) dal 2023 ospita una biblioteca storica, un ristorante, una caffetteria con bistrot e, appunto, il cocktail bar ScottoJonno. Il nome è un omaggio a Vincenzo Scotto Jonno, che nel 1883 aveva fondato l’omonimo café chantant proprio fra queste mura. Come ogni cocktail bar che punta in alto, anche ScottoJonno vanta una propria lista di signature drink in continuo aggiornamento. La versione più recente vede l’ingresso di undici nuove ricette.
Influenze asiatiche e cocktail gastronomici
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Con le parole del bar manager Mirko Lamagna: «Ogni drink è il risultato di un approfondito lavoro in laboratorio, con l’utilizzo di centrifughe, evaporatori rotanti, sonicatori e omogeneizzatori. Rispettivamente per la produzione di succhi chiarificati, ridistillati, estrazioni di aromi e infusioni».
Luca Jannuzzi, l’imprenditore che ha firmato il recupero dell’ex Tesoreria, aggiunge: «L’anima di ScottoJonno è sempre la stessa, profondamente legata ai misteri e agli aneddoti più intriganti di Napoli. La cultura napoletana non è più l’unica protagonista del menu, ma dialoga con usi, costumi e tradizioni di tutto il mondo, come dimostrato le influenze asiatiche».
4 drink di ScottoJonno
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L’impostazione della drink list è subito evidente nella ricetta del Ballo delle ombre. Lamagna e Jannuzzi informano che è ispirata «alla leggenda di Capodimonte e ai suoi fantasmi». È un cocktail chiarificato, preparato con cognac, shochu, yuzu, tè milky oolong e latte di cocco. Viene accompagnato da un foglio commestibile di obulato e da fiori edibili.
Partenope, la sirena simbolo di Napoli, è alla base del Canto della sirena: scotch whisky, kombucha all’acqua di cocco e foglie di shiso rendono omaggio al canto seducente della creatura della mitologia classica.
C’è poi Il sussurro, dedicato al teschio di Santa Luciella: leggenda vuole che possa ascoltare le preghiere sussurrate dai fedeli e che custodisca i segreti dell’aldilà. Da qui una ricetta a base di gin ridistillato ai funghi enoki, presenti anche nel bicchiere, che «simboleggia la connessione con il mondo sotterraneo, mentre banana e kiwi conferiscono dolcezza, la stessa di un dono inatteso dall’aldilà. Il vermouth aggiunge un tocco di eleganza, trasformando ogni sorso in una preghiera sussurrata che supera i confini tra i mondi».
Miscele misteriose
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Quarto e ultimo esempio della nuova drink list: l’Elisir di Port’Alba. Questa volta il riferimento folkloristico è alla tragica vicenda della giovane Maria, bella e dai capelli rossi, che perde l’amato per colpa di un sortilegio, lascia che l’odio le invada il cuore e diventa una strega, uccisa dall’Inquisizione.
Il cocktail di ScottoJonno ne rilegge la leggenda mettendo sugli scudi il suo spirito ribelle. «Il pomodoro finto rappresenta l’illusione, un omaggio alla sua doppia natura di donna e strega. La base alcolica del cocktail è un mix di gin con botaniche giapponesi, cachaça e sherry oloroso, arricchita da pomodoro e passion fruit, quest’ultimo presente anche all’interno del finto pomodoro, insieme alla pasta di nocciole».
Immagini courtesy ScottoJonno