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Sogni, a Milano i drink fanno pairing con la musica

Walt Disney amava dire «Se puoi sognarlo, puoi farlo», ripensando a tutta la sua carriera e a ciò che era riuscito a creare partendo da un topolino. L’aspetto onirico della vita rappresenta quel pizzico di magia e di inafferrabile che ci trasforma in impavidi sperimentatori o in imprenditori dai progetti e dalle aspirazioni potenti e concrete.

Senza confini o etichette, i sogni permeano il nostro quotidiano e, in alcuni talentuosi casi, diventano un’etica di vita. Alcuni uomini, grazie alle loro aspirazioni, creano le fondamenta per una società – la Dreamers Factory – e danno vita a un sistema di bellezza come l’attività di Claudio Antonioli.

Un’intensità creativa che parte dalla moda, con il brand luxury Ann Demeulemeester, attraversa la musica, il clubbing e gli store multibrand in tutta Italia e approda a Milano, con Sogni. Ristorante e cocktail bar, qui convergono tutte le strade imprenditoriali di Antonioli.

Sogni a Milano: moda, design e cocktail in un solo luogo

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Inghilterra, Pop con gin, centriolo e aneto

Dalla moda alla ristorazione e miscelazione al sound design, Sogni è una realtà centrata nel panorama delle recenti aperture milanesi. Vivido e stupendo come solo i sogni sanno essere, questa nuova insegna restituisce l’allure di un luogo senza tempo, nel quale ogni ospite ha l’opportunità di plasmare la serata secondo i suoi desideri.

A renderlo possibile la scelta della location: un giardino d’infanzia del Novecento, dove la storia incontra il fascino di un design curato in ogni dettaglio e firmato dallo studio di architetti Storage Associati. Ampie vetrate in ferro battuto, un giardino interno, il Refettorio adibito a sala da pranzo adornato da ceramiche esclusive, boiserie in legno e uno sharing table.

Il cocktail bar di Sogni

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Cocktail a base gin di Matteo Paulillo

Sogni è avvolto dal mistero, nessuna insegna esterna. È un luogo elitario la cui accessibilità sembra riservata a pochi. Forse per questo molto amato dal mondo della moda, insieme anche all’esclusività, l’estetica e il design unici e non replicabili che ne fanno la location di sfilate, feste e shooting fotografici. Nel contempo il pubblico milanese e internazionale scopre un “saper vivere” italiano: sofisticato, contemporaneo e immediato sia nell’offerta gastronomica dello chef Gianluca Clerici sia nei diversi ambienti in cui poterla assaporare.

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Matteo Paulillo, bar manager di Sogni, Milano

A catalizzare l’attenzione su tutto è però il bar. Naturale spartiacque di un pre e post cena, oltre che il luogo in cui qualsiasi ospite può decidere quale esperienza vivere. Martini, Negroni… sono diverse le sfumature dei desideri di ogni “santo bevitore” che approda da Sogni. Attratto dalla maestosità di un bancone in legno e una luminescente bottigliera specchiata, le centinaia di bottiglie di spirits anche da collezione sono solo il preludio di quanto avviene sotto la guida del bar manager Matteo Paulillo. Quasi sussurrata la sua prima drink list, una sorta di test, come svela, con l’intenzione di dare un benvenuto alla clientela per conoscerne i gusti e le tendenze.

La drink list dedicata alla musica

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Il cocktail di Sogni dedicato al Messico

Amaro, secco, umami ma anche dolce sono state le prime linee guida, utilizzate in un secondo momento per realizzare la nuova carta. A tutti gli effetti disponibile per la clientela da settembre 2024, la drink list fa tesoro del passato e segna una svolta dando voce all’identità di un cocktail bar in grado di potersi affermare sulla scena meneghina.

Quale migliore metafora quindi, se non il viaggio in alcuni paesi del mondo guidati dalla musica – tassello fondamentale dell’esperienza da Sogni – i profumi e i sapori che, come la moda sono espressione della cultura di un popolo. I drink diventano un altro modo per ascoltare una melodia, vestire una tendenza o bere una tradizione gastronomica. Messico, per esempio, è la celebrazione del territorio di Jalisco – noto per la produzione di distillati a base di agave – e quindi incentrato su tequila infusa allo yogurt alla pesca e cordiale lattofermentato al lampone. Qui la dolcezza della pesca e la leggera acidità della frutta rossa rendono più facile l’approccio a un distillato che non si è ancora scrollato di dosso alcuni pregiudizi.

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Immagini courtesy Sogni