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Simone Sacco vince la Sustainable Cocktail Challenge 2024 italiana

Un tocco di genio, una spruzzata di sostenibilità e un’abbondante dose di passione. Se a questi ingredienti si aggiunge anche uno spirits premium, il cocktail non può che essere vincente. Come People di Simone Sacco, head of mixology di Piano35 a Torino, che conquista la giuria alla finale italiana della Road to Las Isletas, la Sustainable Cocktail Challenge 2024 organizzata da Flor de Caña.

La ricetta vincente della Sustainable Cocktail Challenge 2024

Buona e sostenibile. È People, la ricetta a base Flor de Caña 12 YO, sciroppo di tè, shrub agli agrumi, infusione di tè e Genepì della Val Formazza, che ha portato Simone Sacco sul podio della finale italiana della Sustainable Cocktail Challenge 2024. Per lui «questo cocktail incarna la sostenibilità nella sua stessa essenza», ha spiegato l’head mixologist di Piano35 ripensando alla gara.

La scelta del rum “green”

In particolare, il rum nicaraguense Flor de Caña, è il primo distillato al mondo certificato Carbon Neutral e Fair Trade prodotto utilizzando il 100% di energia rinnovabile grazie a oltre un milione di alberi piantati dal 2005. Una collaborazione con la Sustainable Restaurant Association, che sottolinea ogni giorno l’impegno dell’azienda attraverso la formazione e la sensibilizzazione nel settore. Una crescente consapevolezza riconosciuta anche dai premi internazionali World’s Most Sustainable Rum Brand ed Ethical Award assegnati proprio a Flor de Caña.

Sostenibile e di qualità, dunque, è il rum della famiglia Pellas che ha rappresentato l’ossatura del cocktail di Sacco grazie a un distillato invecchiato 12 anni. Un prodotto ben strutturato, dalla gradazione alcolica pari al 40%, le cui note legnose e i sentori dolci di vaniglia completano gli altri elementi aggiungendo accenti agrumati e rinfrescanti, quanto contemplativi e floreali.

People, il cocktail 100% sostenibile

Il cocktail People per aggiudicarsi la vittoria ha puntato in alto con tutti gli ingredienti. «Ogni elemento del drink proviene da produttori locali, piccoli artigiani che operano in armonia con l’ambiente, lavorando solo con ciò che la natura offre e senza ricorrere a metodi di produzione intensivi», ha continuato il mixologist di Torino.

«Il mio cocktail ha messo in mostra anche prodotti meno conosciuti, facendo luce sulla dedizione di chi li produce con tanta cura. La decisione di incorporare uno shrub come componente di agrumi è un cenno all’aspetto narrativo della missione di tutti i produttori coinvolti in questo progetto, che mira a condividere le tradizioni locali dei nostri nonni e delle generazioni precedenti. Così facendo non solo abbiamo creato una bevanda deliziosa, ma abbiamo preservato e celebrato anche il patrimonio culturale della nostra regione, assicurandoci che queste tradizioni vengano tramandate per le generazioni a venire».

Una giuria d’eccezione per la Sustainable Cocktail Challenge 2024

A decretare il successo di Sacco è stata una giuria internazionale di alto profilo presente alla Sustainable Cocktail Challenge 2024 composta da Luis Inchaurraga, CEO di House of Mixology, Mixolsense di Madrid, Hyacinthe Lescoet, co-founder e beverage director di Cambridge Public House di Parigi, Frank Lola, founder di Truly Hospitality e co-founder del LOVO bar a Madrid e Manu Iturregi, proprietario del Residence Cocktail Bar a Bilbao.

Tutti nomi di spicco nel panorama della mixology globale che hanno riconosciuto nel cocktail di Sacco non solo l’eccellenza gustativa, ma anche l’impegno verso quelle pratiche sostenibili, ovvero la chiave per il futuro della miscelazione di qualità.

Verso la finale mondiale

Con questa vittoria, però, Simone Sacco ha deciso di non si fermarsi. Anzi, si sta preparando a rappresentare l’Italia nella finale mondiale in Nicaragua prevista per l’inizio del 2025. Un’occasione per misurare il livello della mixology sostenibile italiana su un palcoscenico globale, con oltre 30 paesi partecipanti.

Un movimento in crescita

L’head mixologist di Piano35 non è un caso isolato. Ambrogio Ferraro de Il Bar in The Name di Busto Arsizio ed Erwan Garofalo del Bristol Hotel di Rapallo, classificatisi rispettivamente secondo e terzo, hanno dimostrano che l’Italia è in prima linea nel movimento della mixology sostenibile.

Così, mentre Sacco si prepara per la finale mondiale, il suo successo lancia una sua sfida personale: dimostrare che l’eccellenza nel gusto e la responsabilità ambientale possono coesistere e creare una forza.

Immagini courtesy Flor de Caña