Molte celebrità hanno legato il proprio nome all’industria dei distillati, dunque non sorprende che Elon Musk abbia fatto lo stesso: la sua creatura più recente è Tesla Mezcal, venduto solamente negli USA (e nemmeno in tutti gli Stati) alla modica cifra di 450 dollari ogni bottiglia.
Elon Musk e i distillati di agave
Non è la prima volta che il patron di Tesla associa le automobili elettriche ai distillati messicani. Era già successo nel 2020, grazie a un Tesla Tequila da 250 dollari, cui era seguita una seconda edizione quattro volte più costosa: mille dollari al pezzo.
A giugno del 2024 era comparso un primo Tesla Mezcal, sempre in edizione limitata e presto andato esaurito. Il nuovo Mezcal è ancora disponibile, perché il lancio è avvenuto da poco, ma vale la pena ripetere che può essere spedito esclusivamente in 35 dei 50 Stati USA. Non in Alaska, né in Indiana o alle Hawaii e via elencando.
Dietro tequila e mezcal targati Tesla c’è sempre il medesimo produttore. Si chiama Nosotros ed è stato fondato nel 2017 da Carlos Soto e Michael Arbanas.
Il mezcal di Tesla
Tesla Mezcal nasce dalla combinazione di due agave native di Oaxaca, in Messico: l’agave espadín e e l’agave bicuishe. Quelli di Nosotros assicurano che lavorazione e distillazione sono rispettosi della tradizione locale. Da qui, per esempio, l’utilizzo di una ruota tahona in pietra vulcanica che serve per sminuzzare il cuore dell’agave.
In quanto al sapore, la descrizione ufficiale suggerisce un prodotto “tanto delicato quanto speziato, con aromi di agrumi e mela verde che lasciano il posto a morbide note erbacee con una delicata affumicatura che indugia sulla lingua. Finale con sentori di tuberosa, gelsomino e camomilla”.
La bottiglia di Tesla Mezcal
Salta subito agli occhi la forma della bottiglia: un fulmine che ben si associa alle automobili elettriche, ma che sembra avere poco a che fare con la distillazione tradizionale messicana. Che, fra le altre cose, non necessita di elettricità.
Per questo il sito di Tesla informa che il design è stato curato da Javier Verdura, originario del Messico e ora in quota all’azienda di Musk. In particolare, il colore scuro sarebbe un omaggio a un antico stile di ceramica, quello noto in tutto il mondo come barro negro.
La ceramica barro negro nasce circa 2500 anni fa, nei territori dell’attuale Oaxaca, come forma espressiva degli indigeni Mixtechi e Zapotechi. A renderla peculiare è una lavorazione avvenuta in tempi più recenti. Per l’esattezza gli anni Cinquanta del secolo scorso, quando Doña Rosa Real mise a punto una tecnica per conferire alla ceramica una lucentezza metallica nera al posto del consueto colore grigio.
Appropriazione culturale?
Il collegamento tra la ceramica barro negro e la bottiglia di Tesla Mezcal è indubbiamente credibile, ma appare anche un po’ forzato. La parte del leone è fatta dallo stile Tesla. Anche a partire da questo dettaglio sono nate negli States alcune polemiche.
Persone come Odilia Romero (attivista di Oaxaca), Bryant Orozco (esperto di agave) e Brett Adams (curatore della Multnomah Whiskey Library di Portland) hanno parlato apertamente di appropriazione culturale e di sfruttamento della secolare tradizione messicana.
Immagini courtesy Tesla Mezcal