Da Milano a Champoluc senza passare dal via: Nicola Romiti aggiunge all’esperienza metropolitana quella del Monte Rosa e lo fa grazie a una nuova sede del cocktail bar The Doping (il denominatore comune sono gli hotel Aethos). Ecco qualche informazione in più sull’agenda sempre più zeppa di impegni del bar manager, le location esclusive e una drink list che strizza l’occhio al Giappone.
Nicola Romiti, parola al bar manager di The Doping
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Marchigiano classe 1993, Nicola Romiti cresce professionalmente nei locali della sua regione. Poi sbarca presso Carlo e Camilla in Segheria, a Milano, e dopo un altro paio di esperienze diventa il bar manager di The Doping Bar. Siamo all’Hotel Aethos Milan, all’interno di uno spazio molto grande e arredato con un mix di eleganza e stravaganza: “Qualcosa di unico nel suo genere”, commenta Romiti. E qualcosa di non replicabile. Vuoi perché figlio del gusto del primo proprietario dell’albergo, che scelse personalmente gli arredi e gli oggetti d’epoca; vuoi perché Champoluc ha caratteristiche tutte sue e ha senso rispettarle. La cittadina valdostana si trova a oltre 1500 metri sul livello del mare ed è circondata da foreste e montagne. Quindi gli interni di The Doping sono in legno, pietra, pelle e sono progettati per evocare i rifugi d’alta quota.
Il progetto di espansione dei bar
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Il nome The Doping è lo stesso, a Milano come a Champoluc. Del resto, Aethos Milan e Aethos Monterosa fanno parte del medesimo gruppo. Romiti è il manager di entrambi i bar: “Ho raddoppiato l’impegno con il Doping Champoluc e probabilmente ne arriveranno altri”. Leggendo tra le righe si può azzardare una previsione: di qui a qualche anno avremo altri cinque The Doping, ognuno all’interno di un nuovo albergo Aethos. Poi, però, bisognerà che Romiti si conceda una vacanza.
La drink list di The Doping Champoluc
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Riassumendo: location differenti e arredi molto diversi, però il nome è lo stesso e così il marchio. Anche la drink list è uguale, ma “non nel senso che è la medesima carta dei cocktail, perché ogni locale ne ha una diversa che cambia circa 2-3 volte l’anno. Di immutato c’è la filosofia, il mood e l’idea di offrire qualità in una location veramente favolosa”.
Un filo conduttore è la cucina liquida, che caratterizza i signature drink: “Creare cocktail con tecniche di cucina e ingredienti bizzarri è sempre una bella sfida ed è una grande soddisfazione quando vedi gli ospiti interessati e appagati! Ovvio che per ogni location ci sono usi e clienti con esigenze diverse”. Largo dunque a “una miscelazione classica e leggermente rivisitata”, ma anche a un dialogo specifico con l’offerta culinaria di Aethos Monterosa.
“Il nuovo ristorante di Champoluc, chiamato 1568, è una vera e propria Japanese Steakhose. Per questa prima drink list ci siamo quindi ispirati a una miscelazione con ingredienti tipici del Giappone, in modo da fondere il ristorante con il cocktail bar, creando spesso anche abbinamenti di food & cocktail”. Ecco quindi elementi giapponesi e asiatici come il liquore allo yuzu, il cordiale al matcha, il Satō e il sake. E se la ricetta prevede whisky, gin oppure vodka, la produzione sarà rigorosamente quella del Sol Levante.
Immagini courtesy Aethos Hotel