Se vale il detto “paese che vai bevanda che trovi”, allora visitare la Romania significa scoprire la tuica (o țuică, per chi non teme i caratteri speciali sulla tastiera). È un distillato a base di frutta, tradizionalmente preparato in casa e oggi prodotto anche a livello industriale.
Cos’è la tuica
Il cuore pulsante della tuica sono le prugne, che vengono colte quando ben mature e poi fatte fermentare per 6-8 settimane all’interno di botti grandi. Si passa quindi alla distillazione, che avviene in alambicchi di rame alimentati a legna oppure a carbone: opzione meno frequente, quest’ultima.
Sia la tradizione, sia la normativa vigente, dicono che la distillazione è singola o doppia. Nel primo caso la gradazione alcolica sarà compresa fra i 24 e i 40 abv. Nel secondo sarà invece più alta, attorno ai 50-65 abv, con punte di 86 abv.
Indipendentemente dal numero di passaggi in alambicco, la tuica può essere imbottigliata immediatamente oppure trascorrere un periodo di invecchiamento in botti di gelso o di quercia. Una permanenza che va da sei mesi ai dieci anni, con tutte le conseguenze del caso in termini di ricchezza organolettica e pregio.
Un po’ di storia
Non è facile ricostruire la storia della tuica. Nasce come tradizione locale e popolare, senza che qualcuno si sia preso la briga di capire chi ha iniziato a produrla e come. Sappiamo che all’inizio era una questione puramente casalinga: si raccoglieva la frutta dagli alberi intorno a casa, distillando alla buona e puntando a un consumo esclusivamente domestico.
Col tempo la tradizione si è fusa con una produzione più grande e pensata per la vendita a terzi. Da qui la necessità di una regolamentazione statale. Quella vigente risale al 13 giugno 2008 e ha messo ordine in un settore significativo dell’agricoltura romena. Parliamo infatti del primo produttore di prugne d’Europa, con l’80% del raccolto destinato a diventare tuica.
Come si beve la tuica
Negli ultimi tempi la tuica ha ampliato la propria presenza nei bar del centro storico di Bucarest, allo scopo di stuzzicare la golosità dei giovani locali e dei turisti di passaggio. La bevuta, però, è ancora legata alle antiche tradizioni: si serve dunque come aperitivo, in piccoli bicchieri e brindando alla salute dei commensali. È anche una presenza costante nelle celebrazioni, siano esse matrimoni, battesimi, veglie funebri, feste religiose o laiche. In fondo, parliamo del distillato nazionale romeno: è normale che compaia un po’ ovunque.