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William J. Tarling, una leggenda della mixology

Di William J. Tarling si conoscono poche cose. È un fatto curioso, se consideriamo che ha scritto un libro molto apprezzato, ha fondato due importanti associazioni e ha lavorato al medesimo livello di un pezzo grosso come Harry Craddock, suo compaesano. Tarling è una leggenda della mixology britannica, insomma, ma nel contempo la sua vita è stata documentata poco.

William J. Tarling, chi era costui

Iniziamo dalle basi. Data di nascita: 1904. Data di morte: 1998. Giorni e mesi esatti non si sanno. La J in mezzo a William J. Tarling sta per James e sappiamo che gli amici l’avevano soprannominato Billy.

Sugli iniziali anni di vita non esistono informazioni. Le prime notizie emergono quando è già bartender. Lavora in alcuni locali londinesi, si fa le ossa rapidamente e nel 1930 approda al prestigioso Café Royal di Londra. Ruolo: capo barman.

Nel medesimo anno Harry Craddock pubblica The Savoy Cocktail Book, colonna portante della cultura londinese dei drink miscelati. I due si conoscono, anche perché lavorano ai massimi livelli di due istituzioni cittadine. Così, nel 1933 uniscono le forze e danno vita alla UKBG.

Le associazioni fondate da Tarling

La UK Bartenders Guild (UKBG) si vanta di essere la più antica associazione di baristi al mondo ad essere ancora operativa ai giorni nostri. Scopi principali erano e sono: fornire formazione qualificata, stabilire standard per il settore dei bar britannici ed elaborare un archivio di ricette ufficiali.

Mentre Craddock assume il ruolo di presidente, Tarling si dedica anima e corpo alla redazione di un ricettario che fosse un punto di riferimento per la categoria: viene pubblicato con il titolo Approved Drinks nel 1937.

Tarling diventa presidente della UKBG nel 1951, quando l’associazione britannica dà vita alla International Bartenders Association (IBA) insieme alle sue controparti danese, italiana, francese, svedese, svizzera e olandese. Nel medesimo anno Tarling assume la carica di presidente dell’IBA.

Il libro rarissimo di William J. Tarling

Abbiamo però saltato una tappa importante. Torniamo dunque indietro nel tempo fino all’anno 1937, quando William J. Tarling dà alle stampe Café Royal Cocktail Book. Vi sono alcune ricette di Approved Drinks, altre scritte di suo pugno e altre ancora raccolte fra i colleghi del tempo.

Il risultato è uno spaccato della mixology fra le due guerre mondiali, raccontato da un protagonista del settore e contenente alcune ricette pubblicate per la prima volta: per esempio quella del 20th Century e quella del Picador (da alcuni considerato un possibile precursore del Margarita).

Degli scritti del Café Royal Cocktail Book fanno parte anche le ricette a base di tequila e vodka (fra le prime a essere messe nero su bianco) e diversi accenni all’assenzio (ingrediente molto trascurato in precedenti pubblicazioni).

Tutto bene, non fosse che l’editore (cioè UKBG) stampò un migliaio di copie e poi basta. Nessuna seconda o terza edizione. Cosa che presto fece di Café Royal Cocktail Book una rarità introvabile. Chi l’aveva letto ne tesseva le lodi, gli altri rosicavano. E continuarono a farlo sino al 2008, quando UKBG decise di produrre un’edizione facsimile e in questo modo restituire visibilità al testo di Tarling.

Gli ultimi anni di vita

Torniamo al 1951. Oltre a fondare l’IBA e diventarne il primo presidente, William J. Tarling si trasferisce con la famiglia presso la cittadina termale di Harrogate (North Yorkshire, Inghilterra). Qui lavora dietro il bancone del bar dell’albergo Prince of Wales, ovviamente in qualità di capo bartender.

A un certo punto va in pensione, non è chiaro esattamente quando. Da quel momento in avanti è impossibile sapere cos’ha fatto. Infine, nel 1998 muore, lasciando una grande eredità spirituale ai colleghi di mezzo mondo.

Immagine courtesy Cocktail Kingdom Library